Inflazione USA in rallentamento al +7,7% a/a, dollaro scende, forti acquisti su azionario
Le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti hanno toccato il +7,7% su base annuale e il +0,4% su base mensile al di sotto delle attese del consensus. Mercati azionari in rally, eurodollaro ben sopra la parità.
I risultati
Nel primo pomeriggio, il Bureau of Labour Statistics (BLS) ha pubblicato i dati sull’inflazione relativa al mese di ottobre negli Stati Uniti. Questi hanno mostrato che l’inflazione è risultata in calo oltre le aspettative del consensus (+8% a/a) con un +7,7% anno su anno. Il valore del mese di settembre era stato del +8,2% a/a.
Su base mensile l’incremento è stato del +0,4% (stime ferme al +0,5%).
Anche il dato Core (che non tiene conto dei panieri energetici e alimentari) ha mostrato un aumento inferiore rispetto alle previsioni, crescendo ad ottobre solo del +6,3% a/a rispetto alle attese che prevedevano un dato del +6,5% a/a.
Il valore dell’inflazione minore delle attese indica che il picco dell’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è ormai stato superato e incoraggia gli investitori a fare incetta di titoli azionari a prezzi scontati.
Infatti, a seguito della pubblicazione delle statistiche sul CPI, gli operatori finanziari sono ancora più convinti che la Federal Reserve si manterrà meno aggressiva nelle prossime riunioni con un probabile rialzo da 50 punti base a dicembre, in linea con le parole di Powell che ha affermato che l’intensità dei rialzi dei tassi di interesse potrebbe essere inferiore.
Gli effetti sui mercati
I mercati azionari europei reagiscono alla pubblicazione del dato con un forte momentum rialzista in particolare sui titoli del settore tecnologico. Anche Wall Street apre in verde con acquisti su tutti gli indici ma soprattutto su quello tecnologico NASDAQ che segna un +5%.
Per quanto riguarda il mercato valutario, il dollaro perde contro le principali valute con il Dollar Index che tocca i minimi da settembre a 108,60. Anche il cambio EUR/USD sale di 103 pips al momento dell’annuncio fino al picco di 1,015 mentre lo USD/JPY (大口) reagisce violentemente e cade nell’ipervenduto scendendo di ben 257 pips in meno di venti minuti al minimo di 143,17.
Le previsioni
Il dato positivo sull’inflazione negli Stati Uniti ha provocato un effetto molto eloquente sui mercati finanziari. Infatti, gli operatori credono che il peggio sia ormai passato e che l’indice dei prezzi al consumo si sia avviato verso una traiettoria discendente.
Le aspettative sono rafforzate anche dalle parole del Governatore della Fed, Jerome Powell, che nella scorsa riunione aveva chiarito che in futuro l’intensità dei rialzi sarebbe rallentata.
Di conseguenza, dopo il valore incoraggiante sull’inflazione, la Federal Reserve sarà ancora più determinata nel diminuire gli aumenti sui tassi anche se non abbasserà la guardia.
Dal nostro punto di vista crediamo che la crescita delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti abbia ormai superato il picco e si stia avviando verso un graduale calmieramento. La Fed potrebbe dunque rivedere il livello target dei tassi nel caso in cui l’inflazione dovesse mostrare ulteriori rallentamenti.
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