Macro Europa: inflazione Francia in rallentamento, indici PMI servizi migliori delle attese
Le pressioni inflazionistiche si stanno allentando mentre gli indici PMI sembrano indicare che in Europa il peggio sia passato.
Inflazione Francia
Le stime preliminari dell’indice dei prezzi al consumo in Francia, relative a dicembre, hanno mostrato una decisa frenata al +5,9% a/a contro un dato di novembre fermo al +6,2% a/a e a delle previsioni che si aspettavano un aumento al +6,4% a/a.
Su base mensile, il CPI è risultato del -0,1% contro attese per un incremento del +0,3%.
A livello armonizzato, invece, l’inflazione è salita su base annuale del +6,7% rispetto al +7,2% delle attese e al +7,1% di novembre. La variazione mensile è stata negativa dello 0,1% contro una crescita del +0,4% a novembre.
I dati dell’Insee (Institut national de la statistique et des études économiques) hanno indotto una certa sorpresa in quanto il consensus si attendeva un aumento dell’inflazione in Francia per l’inizio del 2023 a causa della riduzione degli sconti governativi sul carburante.
Nonostante la sorpresa positiva, il calo potrebbe risultare temporaneo in quanto il governo francese è al lavoro per aggiustare i sussidi sulle bollette energetiche di gennaio e febbraio che ora consentiranno un aumento entro il 15%. Non ultimo, i prezzi dei beni manifatturieri hanno continuato a mostrare un incremento persino maggiore rispetto al mese di novembre.
La stessa Insee si aspetta che l’inflazione continui a crescere per i primi due mesi dell’anno mentre un rallentamento sarà visibile a partire da marzo anche a causa del forte ribasso dei prezzi del gas naturale, ormai a €70/MWh sul TTF.
Indici PMI
Notizie positive anche dal fronte degli indici PMI europei relativi ai servizi che, nel mese di dicembre, hanno mostrato valori sopra le attese. I dati su Spagna, Germania, Francia, Italia ed Eurozona sono risultati tutti sopra le aspettative sebbene siano ancora nell’area della contrazione sotto la soglia di 50 (tranne la Spagna a 51,6).
Il sondaggio di S&P Global indica come le condizioni macroeconomiche abbiano mostrato un debole miglioramento nel mese di dicembre a causa dell’allentamento della crescita dei prezzi e al progresso nella fiducia aziendale. Tuttavia, l’inflazione elevata e la riduzione della domanda rimangono i timori principali per le società del comparto.
Di conseguenza, i dati mostrano che il peggio è stato superato anche se la ripresa resta comunque molto fiacca. Nonostante questo, il consensus sembra aver ripreso la fiducia che una recessione, se dovesse avvenire, sarà più lieve di quanto precedentemente previsto.
Gli effetti sui mercati
Le Piazze finanziarie europee aprono la seduta in positivo mentre le pubblicazioni di carattere macroeconomico contribuiscono a perpetuare i guadagni.
Francoforte avanza del +1,08%, Parigi del +1,37%, Milano del +1,06% e Madrid del +1,4%.
Molti acquisti anche sulla moneta unica che portano l’EUR/USD a recuperare dopo il ribasso di ieri. Il cambio valutario si porta dunque a 1,0621 dopo un’elevata volatilità riscontrata intorno alle 09:15.
Le previsioni
Il sentiment degli investitori, supportato da un miglioramento dei dati macroeconomici, si sta riprendendo dopo un 2022 pesantemente negativo. Anche l’economia del Vecchio Continente si sta riattivando dopo il pesante tonfo di ottobre in cui si temeva un’imminente recessione. Tuttavia, la ripresa rimane debole e soggetta agli effetti di numerose esternalità negative.
Dal nostro punto di vista, le variabili chiave per i mercati restano quelle intorno alle decisioni delle banche centrali e all’evolversi del tasso di crescita dei prezzi. Un marcato calmieramento dell’inflazione a partire da marzo potrebbe mettere pressione alla BCE per un mantenimento dei tassi di interesse ad un livello fisso, in attesa del tanto sospirato pivot, atteso per gli ultimi mesi del 2023.
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