Macro USA: indice PCE Core al +4,6% a/a nel mese di luglio, meglio delle attese
L’indicatore utilizzato dalla FED per le proprie decisioni di politica monetaria è risultato inferiore rispetto alle aspettative del consensus.
Il dato relativo all’indice Personal Consumer Expenditures Core (depurato da beni energetici e alimentari) del mese di luglio è risultato in rallentamento al +4,6% a/a rispetto alle previsioni che stimavano un valore di +4,7% a/a. Il risultato è il più basso dallo scorso ottobre.
La variazione mensile è stata pari al +0,1%, contro attese del +0,3% ed un valore relativo a giugno pari al +0,6%. L’indice PCE Core è uno dei due indicatori utilizzati dalla Federal Reserve per decidere la propria politica monetaria (l’altro è il CPI, Consumer Price Index).
Il vantaggio di utilizzare entrambi gli indicatori è che permette alla banca centrale statunitense di avere una visione più ampia sulla crescita delle pressioni inflazionistiche. Tuttavia, il PCE ha la particolarità di risultare leggermente più affidabile nel calcolo rispetto al CPI perché viene calcolato riferendosi ad un paniere di beni e servizi variabile di mese in mese in base alle abitudini dei consumatori. Al contrario, nel calcolo del CPI il paniere di beni rimane fisso per più anni, ignorando dunque le variazioni nella spesa dei consumatori.
Gli effetti sul dollaro
Alla pubblicazione del dato, la coppia EUR/USD sale del +0,75% passando da 0,9999 fino ad un massimo di 1,0090. I mercati hanno reagito al dato sul PCE Core più basso delle aspettative con un apprezzamento dell’euro nei confronti del biglietto verde, cosa che ha portato il cambio fin sopra la parità e sui livelli del 19 agosto.
Il dollaro mostra debolezza anche nei confronti del JPY con il cambio USD/JPY (大口) che, inizialmente, scende dal livello di 136,98 fino ad un minimo di 136,50 (-0,38%) per poi recuperare parzialmente attestandosi a 136,73.
Gli effetti sui mercati
Dopo l’annuncio del valore PCE Core migliore delle attese, i mercati azionari esultano nel premarket con il NASDAQ che registra un rialzo del +1% a 13.206 punti mentre l’S&P 500 sale del +0,75% a 4.215 punti. Nonostante ciò, all’apertura delle negoziazioni entrambi gli indici sono in leggero calo rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
In Europa, invece, i rialzi sono più modesti con il CAC 40, il DAX e il FTSE 100 che salgono rispettivamente del +0,61%, +0,80% e +0,23% prima di invertire leggermente il momentum rialzista.
Le previsioni
Il calo dell’indice PCE Core è incoraggiante per i mercati che si aspettano che il picco nella crescita delle pressioni inflazionistiche sia stato raggiunto.
Nonostante ciò, pensiamo che la Federal Reserve stia comunque considerando un incremento da 75 punti base nella sua prossima riunione del 20-21 settembre in quanto l’inflazione rimane a livelli estremamente elevati e ben lontana dal target del 2% a/a.
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