Meta taglia altri 10mila posti di lavoro

Il caso

Ieri Meta Platforms ha dichiarato un nuovo round di licenziamenti che toccheranno ben 10mila dipendenti. La società, capitanata dal fondatore e amministratore delegato Mark Zuckerberg, ha intenzione di migliorare la propria struttura di capitale riducendo i costi fissi.

Nonostante ciò, l’annuncio di ieri segue il primo licenziamento di massa avvenuto lo scorso autunno che ha tagliato 11mila posizioni, il 13% dell’intera forza lavoro della società.

Meta ha infatti aumentato a dismisura il proprio organico aziendale durante gli anni della pandemia quando l’aumento del lavoro nel settore digitale aveva richiesto un’espansione notevole. Tuttavia, con il mutare del contesto macroeconomico la società deve necessariamente fare i conti con i propri problemi interni.

Le azioni Meta hanno perso oltre il 70% del proprio valore nel 2022 a causa del rialzo dei tassi di interesse (che influisce pesantemente sulle valutazioni delle società tecnologiche) ma anche per i risultati finanziari poco soddisfacenti che hanno spinto gli operatori ad allontanarsi dal titolo.

Inoltre, anche la “scommessa” di Zuckerberg verso il metaverso, che avrà ritorni tangibili solo nel lungo termine, ha contribuito a pesare negativamente sulle quotazioni. Basti pensare che nel 2022 il segmento che si occupa di questa iniziativa, Reality Labs, ha perso ben $13,7 miliardi.

Insomma, sembra che Meta abbia intenzione di tornare con i piedi per terra avendo compreso che le quotazioni di Borsa sono più importanti delle fantasie future sul metaverso.

Per questo motivo, la società ha dichiarato l’intenzione di concentrare i suoi sforzi nell’implementazione di servizi che facciano uso dell’intelligenza artificiale, anche per avvantaggiarsi rispetto ai suoi concorrenti più agguerriti nel settore digitale, e continuare invece a ridurre le spese che nell’anno in corso dovrebbero toccare una cifra compresa tra gli $86 e i $92 miliardi.

Le previsioni

Meta ha finalmente intrapreso un chiaro percorso di revisione dei costi fattore che permetterà all’azienda di migliorare la sua redditività nel breve e medio termine garantendo effetti positivi sui valori di Borsa.

Tuttavia, lo scenario macroeconomico avverso e in continua evoluzione unito alla competizione da parte delle società cinesi potrebbe continuare a porre un freno alla ripresa sostenuta della società nel lungo termine.

Sul piano tecnico, il titolo ha mostrato una forte ripresa a partire dal 2023 (+62%) che l’ha portato fino alla soglia dei $200, massimi dal giugno scorso.

Il trend positivo resta dunque solido ed è confermato, nel grafico orario, anche dall’incrocio rialzista delle medie mobili esponenziali a 20 e 100 periodi, avvenuto ieri, che segnalano una continuazione della risalita iniziata già da inizio febbraio. Detto questo, il momentum potrebbe essersi indebolito leggermente, segnali in tal senso da RSI e MACD, anche se una violazione rialzista oltre l’area resistenziale del 16 e 17 maggio 2022, a $205, indicherebbe una forte ripresa in questa direzione. Lo sfondamento di questo livello metterebbe le basi per il raggiungimento del successivo target a $224, picco del 4 maggio scorso, mentre obiettivi più ambiziosi restano quelli in zona $236, massimo del 5 aprile 2022.

In caso di un’inversione del trend, un primo segnale negativo sarà dato dal cedimento della soglia di $167,68, minimo del 24 febbraio scorso, con un ampliamento del ribasso che potrebbe portare fino al sostegno in area $141, livelli del 25 gennaio ma supporto ed ex resistenza.

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