PIL 4T Eurozona sale al +1,8%, lievemente sotto le attese
I dati sul Prodotto Interno lordo nell’Area Euro indicano una crescita tendenziale secondo le previsioni mentre su base trimestrale è piatta.
I risultati
Questa mattina l’Eurostat ha diffuso i dati sulla crescita economica nell’Area Euro con la terza stima del PIL del quarto trimestre che ha indicato un aumento su base annuale al +1,8%, appena sotto le stime ferme al +1,9%, mentre il dato del terzo trimestre 2022 è stato rivisto leggermente al rialzo al +2,4% a/a.
Su base congiunturale il PIL è rimasto stabile rispetto al trimestre precedente mentre il valore precedente è stato aggiustato allo 0,4%.
Al contrario, nell’intera Unione Europea, il PIL è sceso del -0,1% rispetto al trimestre precedente mentre su base tendenziale è aumentato del +1,7%. Nel terzo trimestre era salito del +2,6% a/a.
Per l’intero 2022, il PIL UE e quello dell’Eurozona sono entrambi incrementati del +3,5% mostrando una crescita in rallentamento rispetto al +5,3% dell’Area Euro e al +5,4% dell’UE nel 2021.
Nello specifico, nel quarto trimestre del 2022, la spesa domestica dei consumatori è scesa dello 0,9% nell’Eurozona mentre le spese governative sono aumentate del +0,7%. Le esportazioni sono salite del +0,1% mentre le importazioni sono in calo dell’1,9%.
Il report dell’Eurostat menziona anche i dati sull’occupazione con l’istituto statistico che registra una crescita delle persone impiegate del +0,3% nel quarto trimestre 2022 rispetto al trimestre precedente. Su base tendenziale, l’occupazione è salita del +1,5% nel periodo considerato.
Gli effetti sui mercati
Le Borse sono appesantite dai rinnovati timori sui tassi da parte della Fed mentre i dati sul PIL non muovono molto le piazze finanziarie europee che si muovono intorno alla parità.
Sul Forex, l’EUR/USD, dopo il forte calo di ieri, è stabile a 1,0540 mostrando un aumento della volatilità rispetto alla media della mattinata.
Le previsioni
I dati sul PIL nell’Area Euro indicano un fisiologico rallentamento della crescita su base annuale dovuto alle esternalità negative sopportate durante il periodo più buio per l’economia europea. Infatti, nel quarto trimestre 2022 i dati macroeconomici segnalavano l’eventualità di un’imminente recessione che è però stata apparentemente scansata dalla resilienza dei fondamentali dell’economia europea.
Le prospettive future sono quindi più ottimistiche grazie alla crescita dell’occupazione che continua a rimanere forte anche se la politica monetaria restrittiva della BCE porterà ad un affaticamento di questo parametro nei prossimi mesi.
L’inflazione standard ha intrapreso un forte trend discendente grazie al ribasso dei prezzi delle materie prime energetiche anche se quella core, che esclude i panieri dei beni alimentari ed energetici, continua a rimanere trincerata nell’economia ad un livello elevato.
L’atteggiamento della BCE rimane quindi aggressivo sui tassi di interesse in modo da abbassare le aspettative di inflazione del mercato e raffreddare l’attività economica per riportare le pressioni inflazionistiche al target ottimale del 2%.
Dal nostro punto di vista rimane ancora molto da fare da parte dell’istituto di Francoforte. I mercati, sulla base dei recenti atteggiamenti della Fed, si attendono una continuazione della politica monetaria della BCE con un tasso terminale che sarà più alto di quanto precedentemente stimato.
La BCE potrebbe dunque continuare ad alzare il costo del denaro nelle prossime due riunioni con aumenti da 50 punti base per poi prendersi una pausa in modo che l’economia reale ne sortisca gli effetti.
L’obiettivo finale, mercati finanziari a parte, rimane il tanto sospirato soft landing in cui le condizioni economiche vengono ridotte a tal punto da frenare l’inflazione ma non tanto da cadere in recessione.
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