Quotazione petrolio sale molto dopo taglio OPEC+
Il greggio è schizzato ai massimi da un mese dopo che il cartello petrolifero ha sorpreso le aspettative del mercato con un taglio alla produzione da 1,16 milioni di barili al giorno.
Questa mattina i prezzi del greggio sono saliti fino al +5,5% con il WTI che ha aperto le contrattazioni a $80/barile dopo che l’Arabia Saudita e altri membri del cartello OPEC+ (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) hanno deciso un taglio alla produzione di greggio di 1,16 milioni di barili al giorno.
La decisione ha preso di sorpresa i mercati dopo che le quotazioni del greggio erano scese molto fino ai minimi di $64,36 lo scorso 20 marzo. Da quel punto i prezzi hanno mostrato una crescita del 24%.
Le delibere dell’OPEC+ hanno quindi gelato l’ottimismo sui mercati dopo i dati positivi sull’inflazione di venerdì scorso. Infatti, la crescita dei prezzi del greggio fa temere per una ripresa dell’inflazione headline in un momento in cui le banche centrali stanno riguadagnando una parziale fiducia da parte dei mercati.
La Fed ha annunciato lo scorso 22 marzo che il picco dei tassi potrebbe essere vicino fomentando le aspettative degli operatori su un mantenimento dei tassi all’attuale range del 4,75%-5% nella prossima riunione del 3 maggio.
La BCE, invece, ha indicato atteggiamenti più aggressivi in quanto, secondo il Governatore Christine Lagarde, l’inflazione di fondo (core) resta ancora pericolosamente elevata.
L’OPEC+, che include paesi come Russia e Arabia Saudita, ha attuato un movimento preventivo per mantenere i prezzi ad un livello elevato favorendo quindi, in primis, l’interesse dei suoi membri. Le delibere del cartello hanno però anche forti conseguenze sul piano politico legate alle attuali tensioni in Ucraina.
Mercati: Borse caute, rialzo rendimenti obbligazioni
Questa mattina le piazze finanziarie europee aprono con modesti guadagni sulla scia di Tokyo che ha archiviato la seduta al +0,5%.
A trainare gli acquisti sugli indici sono soprattutto le azioni dei giganti dell’energia e del settore petrolifero mentre sul mercato obbligazionario statunitense i rendimenti dei titoli di stato a due anni sono tornati a salire al 4,1%.
Analisi tecnica WTI
I prezzi del greggio hanno completamente recuperato le perdite contratte nella prima parte di marzo rimbalzando violentemente dal minimo dello scorso 20 marzo a $64,36, bottom di fine novembre 2021.
Il trend resta quindi rialzista come indicato anche dal MACD che nel grafico giornaliero conferma la robustezza del trend sottostante data dagli istogrammi di ampiezza crescente. Il superamento del massimo di ieri a $81,67, quindi oltre la resistenza fornita dalla media mobile esponenziale a 200 periodi, metterebbe le basi per una risalita fino al target di $82,39, picco del 18 gennaio scorso. Ulteriori rialzi sarebbero indice di un’accelerazione fino a $84,72, resistenza ed ex supporto del 10 novembre 2022.
Al contrario, il primo supporto sarà dato dal minimo di oggi a $79 ma un calo più ampio dovuto al cedimento di questo livello spingerebbe le quotazioni fino al sostegno di $78,04 livello del 9 marzo ed ex resistenza. Da qui, vi sarebbe una completa copertura del gap-up di oggi fino al picco di $74,66 del 30 marzo scorso.
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