TIM segna -2,45%, l’accordo slitta al 2023
La proroga dell’intesa sulla rete unica non sorprende il consensus che però affossa il titolo a Piazza Affari.
Il caso
L’accordo sulla rete di fibra ottica di TIM sfuma nel 2022 nonostante l’ottimismo del governo che nelle ultime settimane aveva sperato in una risoluzione dell’impasse entro la fine dell’anno.
Infatti, rimangono ancora troppe le incognite relative allo scorporo della rete (FiberCop) e alla sua integrazione con OpenFiber (Enel) mentre le volontà degli azionisti, Cassa Depositi e Prestiti e Vivendi, si scontra con quella dei fondi di private equity Macquarie e KKR oltre che con il Governo.
Insomma, la situazione non si muove di un millimetro dallo stallo degli ultimi mesi seguito alla scadenza del MoU (Memorandum of Understanding), lo scorso 30 novembre, che fissava un limite di tempo per confermare un accordo tra le parti.
A complicare la situazione vi è anche la ferma volontà del governo Meloni di portare la rete fissa di TIM sotto il controllo dello stato salvaguardando, allo stesso tempo, i livelli occupazionali.
La risoluzione sul dossier più caldo del governo è rimandata dunque al 2023 (forse) anche se nei primi mesi del prossimo anno si sono già programmati una serie di incontri con i vertici di TIM per cercare di risolvere la questione in tempi più o meno rapidi.
Uno spiraglio di speranza proviene dalle discussioni fra CDP e Vivendi riguardo alla valutazioni sull’infrastruttura di fibra ottica. Il socio francese sembra essersi allontanato per la prima volta dalla cifra irrealistica di €31 miliardi e pare virare verso una richiesta più consona vicina ai €24 miliardi.
Tuttavia, le indiscrezioni sul caso sottolineano che la richiesta rimane comunque ancora troppo distante dal limite massimo fissato da CDP intorno ai €18-€19 miliardi.
Nonostante questo, Vivendi richiederebbe anche un dividendo straordinario di €3 miliardi post-cessione, cosa che ovviamente non piace a CDP.
Le previsioni
La querelle sulla rete unica sembra non avere fine a causa delle innumerevoli volontà da parte dei diversi attori inseriti nella spinosa questione.
Oggi a Piazza Affari il titolo TIM scende di oltre il 2,45% mostrando la diffidenza degli investitori riguardo ad una semplice risoluzione del dossier nei primi mesi del prossimo anno.
Da un punto di vista grafico, il trend minore rimane ribassista con target di breve fissati al supporto di €0,2126, bottom del 22 dicembre. Nonostante ciò, le notizie su un eventuale accordo potrebbero spingere le quotazioni verso brevi rialzi di medio termine.
In questa eventualità, gli investitori valuteranno positivamente il raggiungimento della resistenza di €0,2266, picco del 29 novembre scorso, mentre un’eventuale risoluzione nei primi mesi del 2023 potrebbe portare le azioni fino alla soglia posta in area €0,2474, massimo dell’11 novembre.
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