WTI a picco. Analisi e preview.
La paura di una quarta ondata ha fatto crollare il prezzo del petrolio. Dove può arrivare?
News
La variante Sudafricana “Omicron” sta scatenando il terrore sui mercati. Venerdì 26 Dicembre l’annuncio dell’OMS ha fatto scatenare l’ennesima ondata di vendite e di panico, evidenziando una situazione ancora molto fragile e sull’orlo del precipizio. Questa nuova variante ancora non ha molti dati alle spalle, anzi, ma le prime indiscrezioni parlano di una diffusione molto più rapida della già pericolosa variante Delta. Alcune news parlano di sintomi piuttosto leggeri e un tasso di mortalità basso ma la verità è che nessuno sa ad oggi quanto può essere pericolosa questa situazione e cosa può scaturire da questa quarta ondata. Si pensa che la mutazione sia molto rapida e dunque possa creare un’incertezza su quanto siano efficaci i vaccini che Moderna e Biontech/Pfizer hanno creato e commercializzato, e in alternativa con quanta facilità e velocità/efficacia riescano a creare un nuovo vaccino che possa contrastarla in tempo.
Tutta questa incertezza e impossibilità di valutare il futuro mette molta paura agli operatori che non possono più pianificare le mosse delle banche centrali e calcolare aspettative sulla domanda delle materie prime e l’andamento dell’economia e del mercato del lavoro.
In particolare il petrolio che ha trascinato per mesi l’arrembaggio inflazionista delle commodity ha vissuto una settimana davvero delicata. Prima l’OPEC+ ha confermato che aumenterà la produzione di soli 400mila barili al giorno rispetto al bimestre precedente. Poi Biden ha annunciato che in collaborazione con UK, Cina, Giappone, India e Corea del Sud metterà mano alle proprie riserve strategiche di petrolio per stabilizzare i prezzi e alleviare questa inflazione fuori controllo. L’OPEC+ ha ribattuto di contro che al prossimo meeting potrebbe decidere di andare controcorrente e non aumentare la produzione, per lanciare un segnale forte di controllo dei prezzi mentre Biden sembra che potrebbe aumentare l’offerta proprio dalle proprie riserve. Ora la variante Omicron va a mettere enormi dubbi sulla stabilità della domanda nei prossimi mesi e dunque il prezzo non ha potuto che risentirne al ribasso.
Analisi tecnica
Il WTI dopo aver raggiunto la resistenza di 85$ ha iniziato una fase di assestamento dovuta all’aumento della produzione OPEC, le riserve USA, e l’aumento dei casi Covid in alcuni paesi che l’han portato al test dei 75$. Da qui ha rimbalzato il 23 Novembre fino a quasi 80$ dopodichè venerdì 26 Novembre l’annuncio OMS ha causato un enorme crollo. Il WTI è sceso del 13% in un giorno e dopo un breve rimbalzo è tornato debole fino alla soglia dei 67$ attuale. Questo è un discreto livello di supporto dunque la fase attuale è doppiamente delicata ed importante. Dovesse essere oltrepassato i successivi saranno a 65$ e poi 61.5$.
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