Vai al contenuto

I CFD sono strumenti complessi ad alto rischio di perdita di capitale dovuto alla leva. 74% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valutate se potete permettervi di correre l’elevato rischio di perdere il vostro denaro. Le opzioni e i certificati sono strumenti finanziari complessi ad alto rischio di perdita di capitale. Il vostro capitale è a rischio. I CFD sono strumenti complessi ad alto rischio di perdita di capitale dovuto alla leva. 74% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valutate se potete permettervi di correre l’elevato rischio di perdere il vostro denaro. Le opzioni e i certificati turbo sono strumenti finanziari complessi ad alto rischio di perdita di capitale. Il vostro capitale è a rischio.

Mercati emergenti: Brasile

I trader e gli investitori continuano ad essere attratti dalle opportunità del mercato brasiliano. Tuttavia, è fondamentale comprendere bene il contesto dell’economia emergente brasiliana e i problemi che ha dovuto affrontare.

Brasile
Fonte: Bloomberg

Mercati emergenti: Brasile

I trader e gli investitori continuano ad essere attratti dalle opportunità offerte dai mercati emergenti, come quello brasiliano, in particolare la valuta brasiliana e il suo mercato azionario. Tuttavia, prima di inserire un ordine, è fondamentale comprendere bene il contesto dell’economia emergente brasiliana e i problemi che ha dovuto affrontare.

Quadro generale dell’economia brasiliana

Il Brasile è la più grande economia dell’America Latina e si classifica come ottava al mondo1 per il prodotto interno lordo (PIL). Viene tuttavia considerata come mercato emergente poiché si trova ancora in fase di transizione dalla condizione di Paese ‘in via di ‘sviluppo’ a ‘sviluppato’. Il Brasile, insieme alla Russia, all’India, alla Cina e al Sudafrica, fa parte dei cinque mercati emergenti noti come BRICS.

Fino al 2010, la crescita economica del Brasile ha attirato l’attenzione di molti analisti, tuttavia i problemi degli ultimi anni hanno portato i trader a dubitare sul suo futuro.

Tra questi ad esempio la condanna dell’ex Presidente Dilma Rousseff nell’agosto del 2016 e le sanzioni contro alcune delle principali aziende del Brasile.

Si prevede tuttavia che l’economia del Brasile registrerà una crescita sostenuta anche dalle riforme del governo volte a contenere la spesa pubblica, incentivare le infrastrutture e ridurre i limiti agli investimenti stranieri. Si intravedono segnali di crescita con un PIL in aumento del 1% nel 2017 arrivando a 3.340 milioni di dollari USA e un PIL pro-capite di 15.600 dollari USA.

Quali sono i settori trainanti del Brasile?

Ecco i settori che hanno contribuito alla crescita del PIL del Brasile:

  1. Il settore dei servizi, che rappresenta la percentuale di lavoratori dipendenti più alta, è pari quasi al 71% del PIL. È costituito dalle aziende coinvolte nei settori alberghiero, finanziario, servizi al dettaglio e professionali.
  2. L’industria manifatturiera è la seconda più importante che impatta sul PIL. È un settore florido grazie alla sua natura diversificata: le aziende brasiliane infatti producono di tutto, dagli aeromobili alle sostanze chimiche, dai prodotti alimentari all’abbigliamento.
  3. Il settore agricolo rappresenta appena il 5,6% del PIL, ma è comunque importante poiché le materie prime sono quelle maggiormente esportate. Il Brasile è il maggiore produttore mondiale di semi di soia, caffè, cacao e zucchero, oltre a essere uno dei pochi Paesi al mondo a essere autosufficiente dal punto di vista petrolifero.

Storia dell’economia del Brasile

Dall’epoca coloniale ai giorni nostri, l’economia del Brasile è stata caratterizzata ciclicamente da periodi di prosperità seguiti da periodi di crisi. All’epoca dell’indipendenza dal dominio portoghese nel 1822, il Brasile aveva una delle economie meno produttive al mondo. Solo verso la fine del XIX secolo, grazie al boom del caffè, l’economia si risollevò, finendo quasi per dipendere dalla sua produzione.

Tra il 1964 e il 1985, il Brasile è stato governato da una dittatura militare che si è concentrata sulla massimizzazione della crescita ignorando le ingiustizie sociali che proliferavano nel paese. L’elezione del primo governo democratico, nel 1985, ha fatto ben sperare in un maggiore equilibrio a livello sociale ma, inizialmente, non ha fatto abbastanza per l’economia e l’inflazione ha continuato a salire con picchi del 2950% nel 1990.

Infine, il governo ha privatizzato decine di settori produttivi, dando un impulso significativo all’investimento estero. Tuttavia, il sistema economico misto del Brasile- che unisce il capitalismo del mercato libero e le aziende statali- è stato criticato per aver favorito la corruzione al governo.

Nel 1994 è stato avviato il Plano Real per creare un real brasiliano moderno, posto sotto controllo della Banca centrale del Brasile, il cui cambio è stato fissato come 1 real pari a 1 dollaro USA. Nel 1999 è stato deciso di far variare il tasso di cambio a 2 real pari a 1 dollaro USA, con la conseguente svalutazione della moneta brasiliana.

Nonostante la svalutazione del real, l’economia brasiliana continuò a crescere trainata dallo sviluppo delle altre economie BRICS che favorirono l’aumento della domanda delle materie prime.

Malgrado la crisi finanziaria globale nel 2008, l’economia brasiliana rimase quella più in crescita a livello mondiale, con un PIL annuo in crescita del 5% tra il 2000 e il 2012. Tuttavia, questa crescita ha poi rallentato e il paese è entrato in recessione a metà del 2014 a seguito del calo di prezzo delle materie prime. I due anni di crisi economica hanno causato una perdita di oltre 1,5 milioni di posti di lavoro e l’insoddisfazione generale per l’operato del governo.

Il futuro dell’economia brasiliana

La crescita dell’economia brasiliana non si è mai completamente arrestata ma il recupero lento del PIL ha preoccupato non poco i trader e gli investitori, e ha causato anche il deprezzamento del real brasiliano fino a 4 real per dollaro USA nell’agosto del 2018.

Benché alcuni analisti abbiano previsto un ulteriore deprezzamento rispetto al dollaro americano, la Banca Centrale del Brasile e il Tesoro hanno continuato a intraprendere azioni volte a rassicurare gli investitori evidenziando che, nonostante l’instabilità politica, non era in corso una vera e propria crisi della valuta.

La fiducia degli investitori nella crescita economica del Brasile si è riaccesa quando il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato il suo World Economic Outlook per il 2018 e 2019.L’FMI aveva previsto che le prospettive economiche del Brasile nel 2018 avrebbero incluso una crescita del 2,3% del PIL e un’ulteriore crescita del 2,5% nel 2019.2

Come fare trading sull’economia brasiliana

Utilizzando strumenti finanziari derivati, come i CFD, puoi aprire una posizione long o short su una vasta gamma di asset tra cui la valuta brasiliana e il mercato azionario. Ciò significa che puoi fare trading sull’economia brasiliana sia nei periodi di recessione che in quelli di crescita.

Trading sulla valuta brasiliana

Un metodo diffuso per aumentare l’esposizione sull’economia brasiliana è attraverso la valuta, il real brasiliano (BRL).

Dal momento che il forex è negoziato in coppie di valute, il real è di solito associato al dollaro americano nella coppia USD/BRL. Questa rappresenta quanti BRL sono necessari per acquistare un’unità di dollari USA.

Se sei ottimista sul futuro dell’economia brasiliana e ritieni che il valore del real salirà rispetto al dollaro USA, andrai short sulla coppia USD/BRL. Se invece sei preoccupato per la crescita dell’economia brasiliana, aprirai un’operazione long prevedendo un rialzo di USD/BRL

Scopri di più sulle valute emergenti

Trading sul mercato azionario brasiliano

Nella Borsa brasiliana, chiamata "B3", sono quotate quasi 450 società e la sua capitalizzazione di mercato supera i $ 7.710,08 mld. La Borsa brasiliana risale storicamente al 1890, epoca in cui era nota come Borsa di São Paolo o con l'abbreviazione "Bovespa". Da allora è stata ribattezzata ben due volte: la prima nel maggio 2008, quando è stata unita alla Borsa brasiliana mercantile e al Futures Exchange per diventare la BM&FBOVESPA e la seconda nel marzo 2017, quando si è fusa con il CETIP per diventare B3. Tuttavia, la borsa viene comunemente definita Bovespa.

I trader possono aumentare l’esposizione sull’economia brasiliana speculando sul prezzo dell’indice di riferimento della Borsa brasiliana, l’IBOVESPA, che monitora le prestazioni di oltre 60 titoli più liquidi. Le società presenti nell’indice Bovespa rappresentano circa l’80% del trading totale in termini di volume e circa il 70% della capitalizzazione di mercato della Borsa valori brasiliana.

In alternativa, i trader possono aprire posizioni sul prezzo futuro delle singole azioni negoziate in borsa. Alcune delle maggiori società quotate sulla Bovespa comprendono società finanziarie quali Santander Brazil e Banco Bradesco, giganti della produzione manifatturiera come il conglomerato aerospaziale Embraer o Ambev, un’azienda che produce la birra e le bevande.

Il Brasile sta scontando ancora alcune delle difficoltà iniziali, relative alla situazione politica e ai problemi socioeconomici, che dovrebbero indurre i trader a muoversi con cautela prima di fare trading su asset brasiliani. È importante restare aggiornati sulle notizie e sugli annunci che possono influenzare l’economia brasiliana, e saper utilizzare una strategia di gestione del rischio idonea per tutelarti nel caso il mercato si muova contro..

Accedi al nostro calendario economico per conoscere le date di pubblicazione dei dati macro relativi al Brasile come PIL e dati sulla disoccupazione.

1 IMF, 2018
2 IMF, 2018

Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.