Le medie mobili sono uno strumento indispensabile per eliminare i cosiddetti rumori del mercato, e restituire all’operatore una visione depurata da quell’andamento altalenante, fatto di trend e piccole correzioni, che rischia di distrarre l’attenzione dalla direzione di fondo dello strumento analizzato.
Una media mobile, come dice la parola stessa, viene calcolata su una determinata quantità di dati dei prezzi (dominio temporale) ed è “mobile” perché si muove di giorno in giorno proprio in ragione della sua modalità di calcolo. Nella pratica, data una media di un certo dominio temporale, volta per volta si aggiunge il dato più recente eliminando dal calcolo l’ultimo dato della serie. Così, a puro titolo di esempio, se si desidera calcolare una media mobile dei prezzi a 20 giorni, per aggiornarla sarà sufficiente aggiungere alla serie il dato della chiusura di oggi, eliminare il prezzo di chiusura di 20 giorni fa.
Da quanto precede sono subito evidenti alcune conseguenze che occorre tenere in considerazione: quanto più lungo è il dominio della media mobile tanto più tempo dovrà trascorrere per poter iniziare a visualizzare la media, e tanto meno la media stessa sarà reattiva.
In termini pratici, una media mobile a 20 giorni rappresenta con dato puntuale il valore medio delle ultime 20 sedute di contrattazioni e ciascun dato peserà per 1/20 della serie. I dati che via via andremo ad aggiungere influenzeranno la media mobile in misura minore tanto più lungo sarà il dominio temporale preso in esame. Così, una media a 20 giorni sarà influenzata in misura minore dai nuovi dati rispetto ad una media a 5 giorni.
Ovviamente, tutte le piattaforme grafiche attualmente in commercio consentono in modo agevole di rappresentare le medie mobili dei prezzi, sicché per visualizzarle su un grafico non ci si deve più preoccupare di armarsi di carta millimetrata, matita e calcolatrice, come facevano i pionieri dell’analisi grafica.
La figura che segue illustra un grafico accompagnato da due medie mobili di differente dominio temporale, rispettivamente 20 e 200 giorni. Ciò che risulta subito evidente è che la media più breve (20 giorni) reagisce più rapidamente alle escursioni dei prezzi rispetto a quella più lenta.