Fed alza i tassi di 25 punti base. EUR/USD schizza a 1,09
La banca centrale ha rispettato le attese del consensus portando i tassi al 4,75%-5%. Confermate le stime sui livelli dei tassi di fine anno al 5,1%.
La decisione
Ieri sera, alle 19 in Italia, il FOMC - l’organo della Federal Reserve responsabile per la politica monetaria - ha deciso di aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, in linea con le aspettative degli operatori. Il livello dei tassi di interesse è quindi passato dal 4,50%-4,75% precedente all’attuale 4,75%-5%, il livello più alto dal 2007.
La banca centrale ha quindi attuato il nono rialzo consecutivo dopo quello di 25 punti base della scorsa riunione del 1° febbraio. A dicembre il FOMC aveva alzato i tassi di 50 punti base mentre nel periodo giugno-novembre 2022 aveva incrementato il costo del denaro di 75 punti base in ogni riunione.
Nella conferenza post-meeting il Governatore della Fed Jerome Powell ha sottolineato la volontà della banca centrale di ridurre l’inflazione a tutti i costi anche se questo porterà a degli effetti frenanti sull’economia del paese e genererà un aumento del tasso di disoccupazione, previsto in crescita al 4,5% nell’anno in corso.
Le pressioni inflazionistiche restano infatti troppo elevate e l’obiettivo rimane quello del 2% nel lungo periodo. Le previsioni della Fed indicano però che l’indice PCE (Personal Consumer Expenditures) tocchi il 3,3% nel 2023, il 2,5% nel 2024 e il 2,1% nel 2025.
Per quanto riguarda le previsioni economiche sui tassi di interesse, il grafico dot-plot è rimasto invariato rispetto alle precedenti previsioni dello scorso dicembre con i membri della Fed che prevedono un picco dei tassi nel 2023 - a livello mediano - al 5,1%.
La Fed si rende conto che gli effetti degli aumenti dei tassi stanno sortendo un effetto sull’attività economica e rimane cauta sulle promesse di futuri rialzi. Di conseguenza, l’organo monetario della Fed ha avvertito che a questo punto potrebbero essere necessari alcuni aggiustamenti di politica monetaria nelle prossime riunioni ma non necessariamente altri aumenti del costo del denaro. Non è invece previsto nessun taglio del costo del denaro per l’anno in corso.
Infine, per quanto riguarda i timori del mercato sulla crisi bancaria Usa, Powell ha ancora una volta ribadito che il settore creditizio domestico rimane solido e gli interventi attuati su Silicon Valley Bank e Signature Bank hanno avuto il solo scopo preventivo di evitare l’innesco di altri sconvolgimenti che, se ignorati, avrebbero potuto portare a danni peggiori.
Tuttavia, le parole di Janet Yellen hanno preoccupato gli operatori affossando Wall Street e il biglietto verde. Il Segretario del Tesoro ha infatti negato l’ipotesi di estendere la garanzia federale su tutti i depositi bancari senza alcun limite.
Mercati: dollaro debole, Borse europee caute
A seguito della decisione della Fed, il dollaro statunitense si indebolisce molto perdendo più di 100 pips contro l’euro al momento dell’annuncio. La debolezza del biglietto verde continua anche nella mattinata di oggi con l’EUR/USD che tocca il picco intraday di 1,0929 per poi ritracciare in area 1,09.
In Europa, le Borse aprono caute con Milano, Parigi e Francoforte in calo dello 0,2% per poi estendere le perdite. In verde i futures sugli indici americani.
Analisi Tecnica EUR/USD
Le prospettive sull’EUR/USD restano positive con un trend rialzista che ha accelerato molto la sua corsa verso gli obiettivi in area 1,1030 toccati ad inizio febbraio. Tuttavia, proprio per questo motivo, nel grafico a 4 ore, l’RSI indica un leggero rallentamento del momentum che resta in ipercomprato a 76 ma avrà bisogno di una ripresa di vigore per sostenere un ulteriore risalita delle quotazioni.
L’outlook resta comunque positivo con il superamento di 1,0930, picchi intraday, che fornirebbe le basi per un allungo in direzione del picco di 1,1033 dello scorso 1° febbraio e massimo di 10 mesi. La rottura di questa resistenza significativa sarà indice di una più ampia risalita fino a 1,1184, picco del 31 marzo 2022.
Nel caso in cui il rally abbia fiato corto, il cedimento del supporto dato dal minimo di ieri a 1,0853 potrebbe innescare un calo fino a 1,0804, livello del 14 febbraio scorso.
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