FTX, debiti per oltre $3 miliardi ai primi 50 creditori, effetto contagio sulle cripto

Il caso

Questa mattina sono apparse nuove rivelazioni dopo il collasso, due settimane fa, della crypto-exchange FTX. La società ha infatti rilasciato una lista dei suoi 50 principali creditori le cui richieste di denaro ammontano ad un totale di $3,1 miliardi.

Nello specifico, due entità (non si conoscono per ora i nomi) devono ricevere circa $200 milioni con il maggiore tra questi che è in credito di $226 milioni mentre ne risultano altri 10 con esposizioni creditizie sopra i $100 milioni.

Il repentino crollo di quella che una volta era ritenuta una delle migliori piattaforme di scambio di token ha evidentemente lasciato molti investitori impossibilitati a ricevere il loro denaro indietro dopo che FTX ha dichiarato bancarotta l’11 novembre scorso iniziando quindi l’iter burocratico del cosiddetto Chapter 11 (un capitolo della legge fallimentare statunitense).

Molti di questi creditori sono infatti fondi focalizzati sulle criptovalute che hanno passato questi anni di euforia speculando sulla piattaforma.

Infatti, a differenza dei classici mercati regolamentati dove il capitale viene prestato direttamente dai broker, sulle piattaforme come FTX il “collateral” doveva essere versato direttamente sulla piattaforma da parte degli investitori.

Di conseguenza, quando FTX ha cominciato a barcollare, restringendo subito i prelievi, moltissimi operatori si sono trovati con una limitata disponibilità di prelevare i propri fondi che sono diventati pressoché bloccati.

Molti dei creditori erano infatti investitori specializzati nella speculazione nel mondo delle criptovalute grazie ad una strategia di arbitraggio sui prezzi che faceva leva sullo spread tra le quotazioni dei differenti exchange. In pratica, compravano una criptovaluta in una piattaforma e la rivendevano su un’altra ad un prezzo maggiore.

Il crack di FTX sta quindi portando alla luce un mondo completamente dominato dalla speculazione dove le regolamentazioni - pressoché assenti - hanno alimentato gli eccessi fino al crollo finale.

Tuttavia, per il momento, il caso FTX non sembra che stia causando rischi sistemici che possano pregiudicare la stabilità dello stesso.

Nonostante ciò, molto dipenderà dell’effettiva capacità dei creditori di sopportare perdite così onerose senza subire una crisi di liquidità che, a questo punto, genererebbe un effetto domino su altre piattaforme di scambio di token.

Gli effetti sul mondo cripto

Sulla scia della notizia di FTX, oggi il Bitcoin è in ribasso del -3% a $16.160 alimentando dunque il calo che continua ormai dall’inizio dell’anno (-61%).

Infatti, la regina delle criptovalute è stata la più colpita dal crollo di FTX a causa del fatto che risulta una delle criptovalute più tradate e comuni nei digital wallet degli operatori.

Ether, invece, sembra aver limitato i danni e scende del -0,3% a $1.140 anche se nella seduta di oggi ha subìto un brusco calo fino al minimo intraday di $1.105 per poi rimbalzare parzialmente fino agli attuali livelli di prezzo.

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