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Indici PMI europei in miglioramento

I dati sugli indici manifatturieri relativi a dicembre hanno mostrato un aumento in linea con le attese del consensus.

Fonte: Bloomberg

I risultati

Questa mattina la società S&P Global ha rilasciato i dati sugli indici PMI di dicembre relativi ai principali paesi europei. I valori sono in aumento rispetto a quelli di novembre ma la crescita è in linea con le stime degli investitori.

In particolare, i risultati del sondaggio mensile condotto da S&P Global hanno indicato come, nel complesso, il settore manifatturiero europeo sia decisamente migliorato rispetto al nadir di due anni e mezzo del mese di ottobre, soprattutto grazie al rallentamento del tasso di crescita dei prezzi e all’attenuazione dei ritardi sulle forniture.

Nonostante ciò, il calo della domanda da parte dei clienti rimane evidente con le aziende che stanno dunque concentrandosi nel ridurre la produzione e liberare i propri magazzini dalle merci invendute.

Dunque, a livello aggregato, l’indice PMI dell’Eurozona a dicembre ha registrato un valore di 47,8 (47,1 a novembre), il massimo da tre mesi. Tuttavia, il dato rimane, per il sesto mese consecutivo, ancora al di sotto della soglia di neutralità fissata a 50 - indice che la variazione positiva resta di leggera intensità.

Detto questo, la produzione manifatturiera dell’Eurozona, nel mese di dicembre, è calata al ritmo minore da giugno scorso anche se il crollo degli ordini ricevuti e la debolezza della domanda aggregata fanno temere per una ripresa effimera nei prossimi mesi.

Insomma, il quadro è di un generale miglioramento rispetto ai due mesi precedenti dove si era temuto per un imminente recessione. Tuttavia, la debolezza intrinseca della domanda rimane il fattore più preoccupante che induce forti timori riguardo alla sostenibilità economica di questa ripresa.

Infatti, nel settore manifatturiero il forte calo degli ordini ha generato un conseguente calo degli acquisti di materie prime e componenti da parte delle aziende anche se le giacenze in magazzino hanno continuato ad aumentare, sebbene al tasso più debole in 15 mesi.

Notizie positive arrivano invece dal lato dell’inflazione. Quella da costi rimane elevata ma a dicembre è cresciuta al ritmo minore dal novembre 2020 mentre la crescita dei prezzi di vendita si è ridotta notevolmente fino al livello del marzo 2021.

L’ottimismo delle aziende è quindi migliorato per il secondo mese consecutivo anche se permangono le incertezze dovute allo sfidante quadro macroeconomico che proseguirà nella prima parte del 2023.

Gli effetti sui mercati

Sui mercati azionari i principali indici sono in deciso rialzo nella prima seduta dell’anno con un’accelerazione a partire dalle 10:00 (orario di pubblicazione del dato aggregato sull’Eurozona). Il miglioramento delle condizioni economiche nel mese di dicembre ha quindi portato maggiore fiducia negli investitori che non lesinano a finalizzare i primi acquisti del 2023.

Di conseguenza, il Germany 40 avanza del +1,21%, il France 40 del +1,39% e l’Italy 40 del +1,34%.

Sul lato cambi, l’EUR/USD è in leggero calo dopo aver mostrato molta volatilità in prossimità della pubblicazione del dato sull’Eurozona. Dopo un picco intraday a 1,07 la coppia valutaria scende di 13 pips fino a 1,0686 mostrando una certa lateralità prima di scendere fino a 1,0679.

Le previsioni

In conclusione, lo spettro di una recessione nell’Eurozona rimane ancora concreto anche se molto dipenderà dall’andamento delle principali variabili macroeconomiche, in particolare l’inflazione, ma anche dalle scelte di politica monetaria delle banche centrali e dalle tensioni geopolitiche in Ucraina, che rimangono il principale fattore di rischio nel Vecchio Continente.

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