Indici PMI flash: il settore dei servizi sostiene i valori positivi
Le stime flash di febbraio indicano una ripresa sostenuta della crescita economica a livello composito grazie alla riduzione dell’inflazione da costi e al miglioramento delle forniture.
I risultati
Questa mattina S&P Global ha rilasciato i dati preliminari sugli indici PMI europei che hanno indicato una continua espansione dal punto di vista dei servizi anche se l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE continua a pesare sull’attività manifatturiera.
Gli indici flash sono uno spaccato dell’intera indagine, che viene rilasciata alla fine di ogni mese, e sono basati sull’85% delle risposte totali del sondaggio. L’indice composito preliminare dell’Eurozona nel mese di febbraio è quindi risultato pari a 52,3 rispetto al 50,3 di gennaio, indicando dunque un valore massimo da nove mesi e l’espansione maggiore dallo scorso maggio.
Il rialzo è tuttavia stato guidato dal settore dei servizi che nell’Area Euro hanno visto una crescita a 53 da 50,8 a gennaio, il livello più alto da giugno. Questo è stato dato principalmente da una ripresa dei servizi finanziari e del turismo.
L’indice della produzione manifatturiera ha invece mostrato solo un incremento marginale passando da 48,9 a 50,4 con i settori della plastica, della chimica e dei materiali di base che continuano ad indicare una certa debolezza. In controtendenza sono invece i segmenti degli alimentari, dei prodotti per la casa e quelli legati al mercato automobilistico.
L’indice PMI manifatturiero nell’Area Euro ha indicato il valore minimo in due mesi scendendo a 48,5 dal 48,8 di gennaio.
Detto questo, a livello aggregato la situazione economica nelle principali economie europee è migliorata molto con Francia e Germania che hanno mostrato un aumento dal punto di vista dell’indice composito. La ripresa rimane invece debole per quanto riguarda il settore manifatturiero con i due paesi che hanno osservato un deterioramento rispetto a gennaio.
Nonostante ciò, l’ottimismo generale è migliorato grazie anche all’aumento della domanda di nuovi ordini e alla riduzione di quelli inevasi. L’inflazione da costi ha però mostrato segnali di un rallentamento sebbene i prezzi medi di vendita stiano continuando ad aumentare. Non ultimo, nel terziario la crescita salariale rimane particolarmente forte fattore questo che ha portato ad una leggera flessione nella creazione di nuovi posti di lavoro.
Gli effetti sui mercati
Le Borse europee non sono particolarmente appesantite dalle stime flash degli indici PMI anche se proseguono la seduta in rosso con il Germany 40 che scende del -0,6% così come il France 40 mentre l’Italy 40 perde un punto percentuale.
Sul lato dei cambi, la coppia EUR/USD mostra molta volatilità intorno alle 10:15 toccando un minimo a 1,0642 per poi recuperare fino a 1,0656.
Le previsioni
Le prospettive per le principali economie del Vecchio Continente sono decisamente migliorate a partire dall’inizio del 2023 con un forte avanzamento dell’ottimismo dovuto alla riduzione dei ritardi sulle forniture e al calo dell’inflazione da costi. Non ultimo, anche il ribasso dell’indice dei prezzi al consumo ha ulteriormente confermato le aspettative di un definitivo scansamento della fase recessiva.
Tuttavia, l’attività manifatturiera rimane ancora soggetta a possibili esternalità negative essendo il segmento più sensibile alle variazione nell’ambito della politica monetaria della BCE che continuerà ad aumentare il costo del denaro almeno nelle prossime due riunioni.
In conclusione, gli operatori sono ormai convinti che lo spettro di una recessione sia stato del tutto evitato anche se permangono alcune incertezze legate al comportamento degli istituti monetari che potrebbero causare un rallentamento eccessivo dell’attività economica.
Il peggio sembra dunque essere passato anche se rimangono le incertezze dovute all’inflazione che resta più trincerata del previsto all’interno del sistema economico europeo.
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