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Indici PMI servizi battono le previsioni, unica maglia nera l’Italia

Gli indici macro relativi al settore dei servizi hanno mostrato una flessione ma migliore rispetto le aspettative del consensus. L’Italia è l’unica eccezione con un calo di più di 3 punti rispetto al dato di giugno.

Fonte: Bloomberg

Questa mattina sono stati pubblicati gli indici prodotti da S&P Global relativi all’andamento del settore dei servizi delle principali economie europee e dell’Eurozona. I risultati sono stati migliori rispetto alle aspettative dopo il forte deterioramento degli indici manifatturieri pubblicati lunedì scorso.

I risultati

I dati macroeconomici hanno mostrato un generale rallentamento (come ampiamente previsto dal consensus) a causa delle numerose sfide poste dallo scenario globale.

In particolare, le pressioni inflazionistiche ai record da oltre 40 anni e le conseguenti politiche monetarie restrittive imposte dalle banche centrali stanno causando un rallentamento economico che potrebbe sfociare in una severa recessione.

La Spagna ha dimostrato una spiccata resilienza registrando un valore di 53,8, in leggero deterioramento rispetto a quello del mese precedente (54) ma molto meglio delle aspettative che si attendevano un dato a 52. Dunque Madrid sembra stia sopportando meglio del previsto le pressioni inflazionistiche domestiche che a giugno hanno toccato i massimi dal 1985 al +10,2% anno su anno.

Ottimi risultati anche per quanto riguarda Francia e Germania che mostrano rispettivamente un dato di 53,2 (1 punto migliore delle previsioni e -0,7 rispetto a giugno) e 49,7 (contro attese di 49,2 ma in deciso calo rispetto al valore di giugno fermo a 52,4).

Nel complesso i dati aggregati relativi alla Zona Euro sono stati positivi con un calo minore delle attese a 51,6 (previsioni di 50,6) ma in rallentamento rispetto al valore di giugno fermo a 53.

E l’Italia?

Forte delusione, invece, per i risultati relativi all’Italia che si dimostrano i peggiori tra le principali economie europee. Il Belpaese si ferma ad un valore di 48,4 - ben sotto le previsioni ferme a 50,1 - e in forte ribasso rispetto al dato del mese precedente (51,6).

Il paese risulta infatti il più colpito dallo scenario economico altamente incerto a causa dell’inflazione al +8% a/a, ad un tasso di disoccupazione in miglioramento ma ancora elevato (8%) e ad una crisi di governo in corso che porrà certamente nuove sfide per il raggiungimento degli ambiziosi piani di ripresa economica fissati dalla precedente legislatura Draghi.

Secondo Lewis Cooper, Economista presso S&P Global Market Intelligence: "Il PMI di luglio ha segnato la prima contrazione dell'attività terziaria italiana da gennaio, dato il deterioramento delle condizioni della domanda. La contrazione del settore terziario coincide con il severo calo della produzione industriale di luglio e, come risultato, con il primo declino della produzione del settore privato da gennaio 2021. Ad incidere pesantemente sulla prestazione dell'indice composito sono state anche le condizioni della domanda, vista la moderata contrazione del flusso dei nuovi ordini collegato dalle aziende ad una domanda debole da parte dei clienti causata dall'accresciuta incertezza e dalla minore fiducia da parte del consumatore finale. I tassi di inflazione di costi e tariffe applicate di luglio sono ulteriormente rallentati dai recenti record, suggerendo che il momento peggiore potrebbe essere passato, anche se i ritmi di incremento sono stati storicamente elevati per entrambi gli indicatori”. Inoltre Cooper ha affermato che la riduzione della fiducia a luglio sulle previsioni è legato “alle torbide prospettive economiche, alla guerra in Ucraina, alle pressioni inflazionistiche e all'instabilità politica, segnando il più debole valore di ottimismo in oltre un anno e mezzo."

Gli effetti sui mercati

Le Borse europee tentano un timido accenno di recupero dopo la pubblicazione degli indici S&P Global Services PMI ma rimangono intorno alla parità con il FTSE MIB (+0,04%) e il CAC 40 (+0,1) che mostrano i guadagni più ampi.

Anche il cambio EUR/USD non subisce particolari variazioni con il dollaro americano che questa notte è arrivato a toccare il supporto di 1,0154 mentre ora si attesta a 1,0187.

Le previsioni

In conclusione, crediamo che nell’Eurozona un rallentamento economico sia già in atto ma che sia di minore intensità rispetto a quanto previsto. Le economie sembrano più resilienti di quanto il consensus si aspettasse anche se il confine tra recessione e rallentamento sta diventando sempre più flebile.

A questo punto pensiamo che una solida inversione di tendenza al deterioramento dei fondamentali macroeconomici sia possibile solo con un deciso calo delle pressioni inflazionistiche e ad un conseguente cambiamento nella politica monetaria - da restrittiva ad accomodante - da parte della BCE.

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