Inflazione Germania sale in linea con le attese all’8,7%

I risultati

Questa mattina Destatis ha rilasciato i dati relativi all’indice dei prezzi al consumo in Germania con l’inflazione che a febbraio è salita al +8,7% su base annuale, confermando dunque i dati preliminari. Il valore è tuttavia stabile rispetto a quello di gennaio.

Su base congiunturale, l’incremento è stato del +0,8% (come le stime) e in leggero rallentamento rispetto al +1% di gennaio.

Per quanto riguarda l’indice armonizzato, questo è salito a febbraio del +9,3% su base tendenziale mentre mese su mese ha indicato una crescita di un punto percentuale con i valori che hanno entrambi confermato le stime preliminari.

Destatis comunica che l’inflazione rimane ancora elevata con i prezzi dei generi alimentari e dell’energia che sono mantenuti alti dalle condizioni anormali date dalla Guerra in Ucraina. Questi generano un effetto a cascata su altri tipi di beni i cui prezzi continuano a salire.

I prezzi dei prodotti energetici a febbraio sono aumentati del +19,1%, nonostante le misure di calmieramento del governo, anche se hanno mostrato un rallentamento rispetto al +23,1% di gennaio.

Per quanto riguarda i generi alimentari, questi hanno accelerato rispetto a gennaio salendo a febbraio del +21,8% su base annuale.

Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, che esclude i panieri alimentari ed energetici, questa è risultata in accelerazione al +5,7% contro il +5,6% di gennaio. L’indice core è però sopra la soglia del 5% da dicembre 2022 mostrando dunque che i prezzi restano elevati anche in altre categorie di beni.

Gli effetti sui mercati

Dopo il dato sull’inflazione il Germany 40 scivola di quasi 40 punti a 15.384 per poi accelerare in questa direzione e toccare il minimo intraday di 15.311 punti appesantito anche dalla sessione asiatica in forte ribasso.

Sul lato dei cambi, l’EUR/USD sale di 20 pips fino al picco intraday di 1,0606. Tuttavia, nel corso della mattinata mostra un andamento altalenante che lo riporta a 1,0574 prima di recuperare parzialmente a 1,0595.

Le previsioni

I valori di oggi sull’indice dei prezzi al consumo indicano che l’inflazione resta ancora troppo elevata con il rischio che questa rimanga trincerata nell’economia nonostante il calo dei prezzi delle materie prime energetiche.

I mercati si stanno dunque creando delle aspettative future più pessimiste date dai livelli elevati del CPI che indurrà una politica monetaria più restrittiva da parte della BCE. Questa continuerà ad alzare il costo del denaro finché non vedrà un deciso calo dei prezzi e anche a rischio di indurre un parziale rallentamento economico. Quest’ultimo rimane però un’eventualità remota che al momento non può verificarsi a causa dei solidi fondamentali dell’economia europea.

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