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Le prime 10 società blue chip in Italia

Le azioni blue chip sono emesse da aziende dalla comprovata reputazione e solidità finanziaria e attraggono numerosi investitori. Perché le persone investono nelle blue chip e quali sono le prime 10 aziende blue chip italiane?

Azioni blue chip italiane Fonte: Bloomberg

Che cos’è un’azione blue chip?

Le azioni blue chip sono i titoli azionari emessi dalle aziende più grandi, mature, affidabili e solide dal punto di vista finanziario. Le blue chip sono in genere le aziende leader del proprio settore dall’esperienza consolidata. Sono inoltre incluse in un indice riconosciuto. Ad esempio, in Italia, le società che fanno parte dell’FTSE MIB (che comprende le 40 maggiori imprese quotate in borsa per capitalizzazione di mercato) sono spesso definite 'blue chip'. Tuttavia, mentre tutte le blue chip sono società ad alta capitalizzazione, non tutte le società ad alta capitalizzazione sono blue chip, e i componenti dell’FTSE MIB cambiano a cadenza trimestrale (quindi la più piccola tra le prime 40 cambia frequentemente). Questo articolo si concentrerà quindi sui titoli blue chip a più alta capitalizzazione e di più lunga data del mercato italiano.

Per saperne di più: Cosa serve per essere una società blue chip?

Perché le persone investono in azioni blue chip?

Molte azioni blue chip condividono diverse caratteristiche che sono di forte attrattiva per gli investitori. Grazie alle loro dimensioni e alla loro levatura, sono in grado di resistere più efficacemente a qualsiasi flessione economica e di compensare la debolezza di un mercato con la forza di un altro, riuscendo a registrare guadagni resilienti sia nei periodi buoni che in quelli meno buoni. Ciò si verifica perché operano in genere a livello internazionale o hanno attività diverse. Spesso corrispondono dividendi e sono note per restituire denaro agli azionisti, con molti dei migliori titoli blue chip che hanno beneficiato gli investitori utilizzando il riacquisto di azioni.

La stabilità e la natura a basso rischio delle azioni blue chip ne fanno le preferite dai fondi pensione e dai grandi istituti finanziari, il che significa che offrono la massima liquidità.

Come fare trading con le azioni blue chip

Il trading ti permette di operare sull’andamento futuro del prezzo di un’azione e di prendere posizione rispetto al ribasso del prezzo (andare short) o al rialzo (andare long). Non possiedi le azioni sottostanti e non riceverai alcun dividendo, ma puoi utilizzare la leva finanziaria. Questo può essere fatto utilizzando un conto CFD di IG.

Per saperne di più: Qual è la differenza tra i prodotti IG?

Le prime 10 società blue chip più importanti in Italia

Di seguito è riportato un elenco dei dieci più importanti titoli blue chip in Italia basato sulle maggiori società per capitalizzazione di mercato alla fine di gennaio 2020. La maggior parte di esse fa parte della top 10 da anni, se non da decenni, il che ne fa delle valide scelte per gli investitori a lungo termine. Per lo più producono beni di vitale importanza come il petrolio, o forniscono servizi essenziali come le banche e l'energia elettrica, vale a dire tutti settori solidi a cui esporsi nei periodi sia positivi che negativi.

  1. Enel
  2. Eni
  3. Ferrari N. V.
  4. Intesa Sanpaolo
  5. Assicurazioni Generali
  6. Stmicroelectronics
  7. Unicredit
  8. Snam
  9. Terna
  10. Atlantia

Enel

Con una capitalizzazione di borsa pari a 48,9 miliardi di euro, Enel è l’84sima azienda al mondo per fatturato (80,33 miliardi di euro nel 2019, in crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente) e la più grande nel campo delle utilities in Europa per capitalizzazione.

Fornisce energia elettrica e gas e negli anni si è affermata come uno dei principali operatori a livello globale. Istituita nel 1962 come ente pubblico, diventa società per azioni nel 1992 (dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia), con lo stato italiano che partecipa al 23,58% al suo capitale sociale.

Attiva in 35 paesi in tutto il mondo, Enel si dirama in quattro settori principali: produzione di energia elettrica (da fonti tradizionali, ma da vent’anni punta ad allargare il business dando rilievo alle fonti di energia rinnovabile), infrastrutture, erogazione di servizi e fornitura di prodotti.

Alla Borsa di Milano è quotata sul Ftse Mib, dove rappresenta la più grande azienda per capitalizzazione di mercato – vi pesa per circa il 16,6%. All’indomani dell’assemblea sul bilancio 2019, Enel ha annunciato un dividendo in crescita del 17% rispetto al precedente, basato su un payout ratio del 70% sull'utile netto ordinario.

Inizia ora a fare trading sulle azioni Enel

Eni

Colosso dell’industria petrolifera, attivo a livello globale (è presente in 66 paesi al mondo), Eni è il secondo gruppo per capitalizzazione sul Ftse Mib. Il core business dell’azienda resta l’estrazione di petrolio e gas naturale e nella sua produzione e vendita, potendo anche contare su un’ampia rete di distribuzione.

Come Enel, anche Eni nasce come ente nazionale creato dallo stato italiano nel 1953 e, nel 1992, venne convertita in società per azioni. Lo stato figura ancora nella lista dei maggiori azionisti Eni e ne detiene il 30,1%, dopo averne venduto in diverse fasi il proprio capitale dal 1995 al 2001: lo stato italiano resta tuttora titolare della golden share.

Ad oggi Eni è attiva nella ricerca, produzione e distribuzione di carburanti, biocarburanti, lubrificanti, prodotti chimici e bio-based chemicals, nell'approvvigionamento, fornitura, trading e trasporto di olio, gas naturale, GNL (gas naturale liquefatto) ed energia elettrica. Da diversi anni porta avanti un processo di sviluppo in senso più sostenibile, soprattutto tramite la riconversione di siti industriali dimessi e ripristino ambientale.

Nel 2019 Eni ha conseguito 69,9 miliari di euro di ricavi. Oltre che sul Ftse Mib, la società è quotata anche sul NYSE. Attiva nel settore petrolifero, l’azienda risente dell’andamento del prezzo del greggio e in occasione dell’ultima trimestrale ha annunciato una revisione del dividendo, individuando un valore di base (0,36 euro) suscettibile di variare in base a un parametro mobile, ovvero proprio il prezzo del Brent.

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Ferrari N. V.

Ferrari N.V è la controllante del simbolo del Made in Italy per antonomasia: Ferrari. La casa automobilistica, fondata nel 1947 a Maranello da Enzo Ferrari, negli anni è arrivata a posizionarsi al terzo posto tra le principali blue chips del Ftse Mib. Il business è incentrato per gran parte nelle Scuderie Ferrari, la sezione sportiva del marchio.

Marchio più influente al mondo per due anni di seguito, nel 2013 e 2014, compare nella classifica dei marchi più pregiati di Forbes (nel 2015 era al 295esimo posto). Ad oggi raggiunge 24,6 miliardi di capitalizzazione, il 6,6% sull’interno Ftse Mib.

Nel 2019 Ferrari ha riportato un fatturato pari a 3,77 miliardi (10.131 esemplari venduti), il 10% in più rispetto all’anno precedente. Il mercato più attivo, stando agli ultimi dati disponibili, è quello asiatico, seguito da Europa e Medio Oriente; un’inversione di tendenza, che risponde a precise strategie di mercato, rispetto all’anno precedente, quando la maggior parte delle vendite si era concentrata in Nord America.

Opera al rialzo e al ribasso sulle azioni Ferrari N.V.

Intesa Sanpaolo

Balzata agli onori della cronaca finanziaria dopo il successo dell’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata lo scorso febbraio nei confronti di Ubi Banca e conclusasi alla fine di luglio (con cui è passato nelle mani di Intesa oltre il 91% del capitale di Ubi), il Gruppo Intesa Sanpaolo è uno dei leader europei nel settore bancario.

In Italia è il maggior gruppo bancario, con 11,8 milioni di clienti e circa 3.700 filiali; all’estero conta su circa 7,2 milioni di clienti e circa 1.000 sportelli, soprattutto nell’Europa centro-orientale, nel Medio Oriente e Nord Africa, dove si sta ritagliando una posizione di leader nel settore.

Le attività di Intesa Sanpaolo sono organizzate in sei divisioni: Banca dei Territori, Corporate & Investment Banking, International Subsidiary Banks (tramite banche commerciali controllate, presenti soprattutto nei Balcani, est-Europa e in Egitto), Private Banking, Asset Management e assicurazioni.

Niente dividendo per gli azionisti Intesa Sanpaolo almeno fino alla fine dell’anno: è la politica adottata dalla Banca centrale europea e raccomandata agli istituti di credito comunitari, alla luce della crisi scatenata dal Covid-19 e dalla necessità di garantire liquidità sul mercato.

Con 24,3 miliardi di capitalizzazione, Intesa Sanpaolo pesa per il 6,64% sul Ftse Mib ed è al quarto posto tra i titoli più quotati.

Fai trading sulle azioni del Gruppo Intesa Sanpaolo

Assicurazioni Generali

Attivo in Europa occidentale, Nord America ed Estremo Oriente, il gruppo Assicurazioni Generali è il più grande in Italia e il terzo in Europa per fatturato (69,785 miliardi nel 2019) dopo Allianz e Axa.

Nasce a Trieste nel 1831 ed è attivo in 65 paesi. Include diverse compagnie assicurative tra cui Generali Italia, nata dalla fusione tra Ina Assitalia e il ramo italiano di Assicurazioni Generali, Alleanza Assicurazioni e Europ Assistance.

Negli ultimi anni il gruppo si sta concentrando per rafforzare la sua presenza sui mercati orientali, soprattutto Cina e India. La vocazione internazionale del gruppo si rispecchia nel suo azionariato, composto da investitori istituzionali esteri per il 41,16%.

Da sottolineare anche la presenza della Delfin di Leonardo Del Vecchio e dello stesso patron di EssilorLuxottica tra gli investitori: il tentativo di scalata di quest’ultimo in Mediobanca (è tuttora in attesa dell’ok da parte della Banca centrale europea per l’aumento della propria partecipazione in Piazzetta Cuccia al 20%), anch’essa presente nell’azionariato di Generali, tiene infatti all’erta investitori e non: negli ultimi mesi si è fatta largo l’ipotesi che il vero obiettivo di Del Vecchio sia proprio Generali.

Il leone di Trieste corrisponderà nel 2020 un dividendo in due tranche, la prima già corrisposta a maggio mentre per la seconda gli azionisti dovranno aspettare la fine dell’anno – e la conferma da parte del cda del rispetto dei limiti previsti dal Risk Appetite Framework di Generali.

Fai trading sulle azioni di Assicurazioni Generali

STMicroelectronics

Quotata anche all’Euronext Paris e al NYSE, oltre che sul Ftse Mib, STMicroelectronics (conosciuta anche come Stm) è la sesta azienda per capitalizzazione sull’indice di Milano, dal valore complessivo di 16,4 miliardi di euro, e vi pesa per il 4,41%.

L’azienda, attiva nel campo dei semiconduttori, fornisce prodotti e soluzioni per il consumo di energia che danno vita ad applicazioni elettroniche di uso quotidiano, trovando impiego in fabbriche, città, abitazioni e automobili, ma soprattutto nei dispositivi mobili e in grado di supportare una connessione a internet.

L’azionariato della holding Stmicroelectroincs N. V. è diviso al 50% e 50% tra il ministero dell’Economia italiano e quello francese. L’azienda è presente in 29 paesi ed opera attraverso 64 società sussidiarie e due collegate.

Inizia a fare trading sulle azioni STMicroelectronics

Unicredit

Prima banca in Italia per patrimonio gestito e fatturato, nel 2019 i dati finanziari riportano ricavi pari a 18,839 miliardi di euro e un utile netto di 3,373 miliardi (rispettivamente, lo 0,7% e il 17,9% in meno rispetto al 2018).

Opera in 14 paesi in Europa, ma le quote di mercato principali sono quelle in Italia (l’11,1%), Germania (2,5%) e Austria, dove con il 18% è il primo gruppo bancario; il network si estende ad altri 18 paesi in tutto il mondo.

Tra gli azionisti principali spicca la Delfin di Leonardo Del Vecchio, che ne detiene l’1,95%; da mesi comunque l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier afferma di non essere intenzionato a fusioni, in seguito ai rumors secondo cui, dopo l’Opas Intesa-Ubi, la prossima sulla lista a lanciare un’offerta sarebbe potuta essere proprio Unicredit, in particolare nei confronti di Banco Bpm.

Anche Unicredit ha annunciato lo stop ad dividendo per il 2020, in considerazione delle raccomandazioni Bce seguite alla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19.

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Snam

La Società Nazionale di Metanodotti (Snam) è attiva nel campo energetico dal 1941, anno in cui fu costituita. Si occupa di trasporto, stoccaggio e rigassificazione del metano, gestendo le infrastrutture e operando in Italia, Albania, Austria, Francia, Grecia e Regno Unito tramite una serie di società partecipate.

In Europa è prima per estensione della rete di trasporto ed è tra i principali azionisti del Trans Adriatic Pipeline, il gasdotto ancora in costruzione che, partendo dalla Turchia, attraverserà Grecia e Albania arrivando infine in Italia. Si tratta di una grande opera in grado di aprire un nuovo canale di approvvigionamento per l’Italia di gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio, il cui proseguimento non è scevro di implicazioni geopolitiche.

Il nuovo piano industriale 2018-22 prevede una transizione a un modello di business più sostenibile e trasparente. Snam è l’ottava azienda sul Ftse Mib per capitalizzazione, 13,5 miliardi di euro, e vi pesa per il 3,62%.

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Terna

A gestire la trasmissione dell’energia elettrica nazionale in Italia è Terna, gruppo che include una serie di società controllate, per lo più al 100% sia nazionali che estere. Dal 2009, dopo l’acquisizione di Enel Distribuzione S.p.A., detiene il 98,5% dell’intera rete nazionale. Con 74.669 chilometri di linee elettriche ad alta tensione, Terna è il primo operatore indipendente d’Europa per linee gestite.

Per il 2024 Terna ha individuato tre linee strategiche da seguire: aumento della sicurezza e valorizzazione del territorio in Italia, promozione e sviluppo di nuovi servizi a supporto della transizione verso un’economia più sostenibile e valorizzazione delle attività core messe a punto in Italia nel contesto internazionale. Entro il 2022 Terna prevede un tasso di crescita annua del dividendo pari all’8% rispetto al valore del 2019.

Riconosciuta come leader mondiale nel settore delle utility elettriche dal Dow Jones Sustainability Index, sul Ftse Mib Terna vale 11,1 miliardi di euro.

Fai trading sulle azioni Terna

Atlantia

Protagonista della cronaca da quando, il 14 agosto 2018, il crollo di un viadotto sul fiume Polcevera ha provocato 43 vittime, la holding Atlantia gestisce circa 14.000 km di autostrade a pedaggio in Europa, America e Asia, i 2 aeroporti di Roma e i 3 aeroporti della Costa Azzurra.

Proprio la concessione di Aspi (Autostrade per l’Italia) è al centro della querelle che, da due anni, contrappone Atlantia al governo italiano, all’interno del quale parte della maggioranza lotta per revocare la concessione autostradale. La questione è ancora in corso: al momento, si parla di un ingresso di Cdp in Aspi, a fronte di un pagamento da parte di Atlantia di penali (ancora da quantificare) e di un calo dei pedaggi.

Sul Ftse Atlantia S.p.A. vale 10,9 miliardi di euro; nel 2020 non distribuisce dividendi.

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Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.

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