Mercati europei positivi dopo le parole di Powell. Indici PMI deludenti
Il Governatore della Fed ha annunciato che nella prossima riunione di dicembre sarà possibile vedere una moderazione nei rialzi dei tassi di interesse.
Il discorso di Powell e le reazioni dei mercati
Ieri alle 14:00 (19:30 in Italia) il Governatore della Federal Reserve Jerome Powell ha tenuto un discorso alla Brookings Institution, un think-thank con sede nella capitale degli Stati Uniti Washington D.C.
Powell non ha potuto esimersi dal discutere i temi caldi dell’attuale politica monetaria della banca centrale e le sue parole sono state rassicuranti per i mercati che attendevano una direzione con il fiato sospeso.
Secondo il Governatore della Fed, a dicembre, potrebbe esserci un rialzo inferiore rispetto a quelli precedenti da 75 punti base in quanto gli effetti dei recenti aumenti del costo del denaro saranno effettivi sull’economia reale con un certo ritardo e quindi indebolire ulteriormente i fondamentali potrebbe risultare troppo rischioso.
L’interpretazione delle parole di Powell ha quindi alimentato un rialzo sui mercati azionari che hanno visto le loro aspettative di un rialzo da 50 punti base pressoché confermate. Infatti, ora i mercati stimano all’80% un aumento di questa entità nella prossima riunione programmata per il 13-14 dicembre. Sul campo valutario, ieri il dollaro si è indebolito molto perdendo contro le principali valute.
Tuttavia, anche oggi continua il trend ribassista per il biglietto verde. L’EUR/USD sale oltre la soglia di 1,04 fino al picco di 1,0464 mentre il GBP/USD è al massimo intraday di 1,2155. Tuttavia, le perdite maggiori sono contro la divisa giapponese con la coppia USD/JPY (大口） che durante le contrattazioni asiatiche è scesa al bottom intraday di 135,83, minimo dal 26 agosto, prima di recuperare parzialmente fino a 136,36.
Questa mattina sulle Borse europee gli investitori alimentano gli acquisti e i principali indici europei sono in verde in scia alla chiusura positiva della sessione asiatica.
Insomma, complice anche un deterioramento economico inferiore alle aspettative (ieri i dati sul PIL USA hanno indicato un valore per il terzo trimestre maggiore delle attese al 2,9%) - oltre alle previsioni di una politica monetaria più accomodante - ci si attende una fine dell’anno in forte rialzo sui listini azionari mentre il dollaro statunitense sembra abbia perso gran parte della sua forza (questa mattina il Dollar Index ha toccato un minimo di giornata di 104,99).
Indici PMI europei
Questa mattina sono stati pubblicati anche gli indici PMI europei in scia alle stime flash delle scorse settimane che avevano mostrato un deterioramento minore del previsto. La pubblicazione di oggi ha indicato che l’indice S&P Global PMI per il settore manifatturiero nell’Eurozona di novembre è aumentato leggermente a 47,1, massimo di due mesi, rispetto ai 46,4 di ottobre. Tuttavia, nonostante un leggero miglioramento, il valore rimane per la quinta volta consecutiva sotto la soglia neutrale di 50.
Nonostante questo, l’indagine ha comunque mostrato un calo della produzione principalmente a causa del deterioramento della domanda aggregata, con gli ordini di beni che sono scesi al tasso maggiore dal maggio 2020 anche se è in rallentamento rispetto al record di 29 mesi registrato ad ottobre.
Detto questo, le prospettive delle aziende sono rimaste pessimiste per i prossimi 12 mesi e le successive incognite riguardo alla politica monetaria mostrano comunque una certa cautela nell’atteggiamento delle imprese.
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