NFP: a settembre creati 336 mila posti di lavoro, tasso di disoccupazione al 3,8%
Dati brillanti per la creazione di posti di lavoro. Rivisti al rialzo anche i mesi precedenti. Il mondo del lavoro USA è molto più forte delle previsioni di mercato. Dilemma FED, probabile un ulteriore rialzo entro fine anno.
L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di settembre, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 336 mila nuovi posti di lavoro, dato ben superiore alle attese del consensus (+170k nuovi impieghi). Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,8% (aspettative al 3,7%).
Riviste fortemente al rialzo le cifre dei mesi scorsi (+119 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di luglio è stato rivisto al rialzo di 79 mila unità a +236k, quello di agosto di 40 mila a +227k.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,8% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,2% m/m (consensus +0,3%). I salari sono saliti del 4,2% a/a (consensus +4,3%, mese precedente al +4,3% a/a).
Brilla la creazione dei posti di lavoro, riviste al rialzo anche le stime dei mesi precedenti. Mercato del lavoro così forte resta un dilemma per la FED. Possibile un rialzo entro fine anno
Grande sorpresa per le cifre sui non farm payrolls di settembre. I dati sulla creazione di nuovi posti di lavoro sono risultati ben superiori alle aspettative del consensus e come ulteriore conferma dell’ottimo stato di salute del fronte occupazionale USA abbiamo avuto anche le revisioni al rialzo dei mesi precedenti che alzano notevolmente la media degli ultimi mesi. Cifre che portano argomentazioni ai membri hawkish all’interno del FOMC per spingere per un nuovo rialzo dei tassi di interesse entro fine anno (le probabilità di un aumento nel meeting di dicembre sono salite al 40% secondo i calcoli del CME FedWatch Tool).
La crescita dei salari è, invece, stata un po’ piu’ debole rispetto alle previsioni del consensus. Osservando anche la principale misura controllata dalla FED per valutare l’andamento dei salari, ovvero il Wage Growth Tracker della FED di Atlanta, possiamo notare che l’indice ha mostrato negli ultimi mesi un marcato calo.
In sintesi, il mondo del lavoro statunitense mostra ancora segnali di forza con una crescita dei nuovi impieghi ben al di sopra delle aspettative del consensus. Crediamo che questo fattore possa spingere la Fed a effettuare un ulteriore rialzo dei tassi di interesse entro fine anno. Dal grafico dotplot pubblicato nell’ultimo meeting la maggior parte dei banchieri centrali del FOMC sembrano infatti convinti che un rialzo sia ancora necessario per raffreddare l’economia. Servono quindi dei dati per convincerli del contrario e potranno essere solamente le cifre sull’inflazione (settimana prossima ci sarà la pubblicazione del CPI di settembre). Solamente un ulteriore calo delle pressioni inflazionistiche potrebbe persuadere i membri del Fomc a lasciare i tassi invariati.
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