NFP USA, a marzo creati 236 mila impieghi, tasso di disoccupazione al 3,5%
Luci e ombre nel report di marzo sul mondo del lavoro. Dati in rallentamento ma non sufficienti per modificare le strategie della FED.
L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha reso noto che, nel mese di marzo, nei settori non agricoli, si è registrato un incremento di 236 mila nuovi posti di lavoro, dato molto vicino alle attese del consensus (+230k nuovi impieghi). Il tasso di disoccupazione si attesta al 3,5% (aspettative al 3,6%).
Riviste al ribasso le cifre dei mesi scorsi (-17 mila posti di lavoro in totale rispetto alle stime precedenti). Il dato di gennaio è stato rivisto al ribasso di 32 mila unità a +472k, quello di febbraio al rialzo di 15 mila a +326k.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,6% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,3% m/m (consensus +0,3%). I salari sono saliti del 4,2% a/a (consensus +4,3%, mese precedente al +4,6% a/a).
Dati confermano rallentamento mondo del lavoro. Futuro ancora incerto sulle prossime mosse della FED
I recenti dati macroeconomici negli Stati Uniti hanno evidenziato un rallentamento dell’economia USA. Dal calo degli ordini alle fabbriche ai deludenti dati sul mondo del lavoro a marzo, dalla contrazione del comparto manifatturiero al forte rallentamento delle attività nel settore dei servizi. I dati odierni sul mondo del lavoro confermano le cifre precedenti (jolts su offerte di lavoro, stima ADP su nuovi impieghi e richieste sussidi di disoccupazione) e dimostrano che il mondo del lavoro statunitense sta incominciando a evidenziare i primi segnali di rallentamento della crescita. Tuttavia il tasso di disoccupazione è ancora molto basso e la creazione di posti di lavoro è comunque ben superiore alle 200 mila unità. Anche la crescita dei salari ha mostrato solamente un leggero rallentamento su base annuale. Il report sul mondo del lavoro di marzo non porta abbastanza argomentazioni per i membri più dovish del FOMC per interrompere il processo di rialzo dei tassi di interesse.
Dal prossimo meeting del FOMC, la commissione operativa della FED, manca ancora tanto tempo, ben 4 settimane. I prossimi dati macroeconomici saranno fondamentali per capire quali saranno le prossime azioni della banca centrale USA in materia di politica monetaria (martedì prossimo ci sarà la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di marzo, indice CPI e indice CPI core). Inoltre i banchieri centrali continueranno a vigilare da vicino l’andamento delle banche regionali americane che continua a preoccupare per la stabilità del sistema finanziario (soprattutto dopo la conferma da parte di Western Alliance di un forte deflusso di depositi nel primo trimestre).
Manteniamo, per il momento, le nostre aspettative su un incremento dei tassi di interesse di 25 punti base da parte della FED nella riunione del FOMC dei primi di maggio (dal range 4,75%-5% al nuovo 5%-5,25%) con un presidente del Federal Reserve System, Jerome Powell, che utilizzerà, tuttavia, toni molto dovish segnalando una possibile pausa nel processo di rialzo dei tassi a giugno. Crediamo che le pressioni inflazionistiche siano ancora troppo persistenti su livelli alti per spingere la FED a interrompere il proprio processo di rialzo del costo del denaro.
Reazione mercati
La reazione del dollaro è stata scomposta. Inizialmente un apprezzamento per poi tornare vicino ai livelli pre-dato. Tenendo conto del limitato numero di operatori attivi in un giorno festivo con la maggior parte dei mercati finanziari chiusi per la celebrazione del venerdì santo, crediamo che le variazioni sui mercai valutari siano poco significative.
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