Panic sell-off sui mercati dopo invasione russa dell’Ucraina
Il conflitto in Ucraina intensifica il crollo delle azioni e l'impennata di petrolio e gas naturale. Forti acquisti anche su dollaro, yen giapponese, palladio e alluminio. Male le criptovalute
I piani di Putin stanno diventando più chiari?
L’end game di Vladimir Putin “sembra” essere molto più chiaro rispetto a qualche giorno fa quando si parlava solamente di guerra mediatica. Tuttavia le ramificazioni delle strategie di Putin possono essere numerose e non essendo dotati dell’arte della divinazione è difficile capire se si fermerà a Kiev o sarà interessato a riconquistare altri territori. Al momento, a nostro avviso, il programma di Putin non è solo di impadronirsi dei territori del Donbass, ma è alla ricerca di un rovesciamento completo del governo ucraino con l’obiettivo di rimodellare l’Ucraina come la Bielorussia di Lukashenko.
Guerra in Europa, rischi di stagflazione?
I rischi di stagflazione diventano concreti in Europa con una crescita economica che potrebbe cambiare direzione sulla scia della crisi nell’est europeo e un possibile nuovo shock inflazionistico legato ai forti aumenti dei costi energetici. E le banche centrali soprattutto la BCE che dovranno affrontare un pessimo dilemma, sostenere la crescita economica e la stabilità finanziaria o intervenire per fronteggiare le pressioni inflazionistiche.
Commento ai mercati azionari, Italia
Sessione di fortissima volatilità: l’indice di volatilità Vix ha segnato nuovi massimi annuali superando il limite di 36 per poi diminuire. Consigliamo quindi forte cautela sui mercati sulla scia delle forti oscillazioni dei prezzi delle azioni. In Italia l’indice FTSEMib ha chiuso la sessione con un ribasso del 4,14% a 24880 punti, recuperando qualche punto nelle ultime due ore di contrattazioni. I peggiori i bancari soprattutto Unicredit (-13,50% a 12,12 euro) più esposta tra le banche europee alla Russia (forti vendite anche per gli altri due istituti europei con forte esposizione a Mosca ovvero la francese SocGen e l’austriaca Raiffeisen). Seguono Banco BPM -8,19%, Intesa Sanpaolo -7,96%, BPER Banca -7,60%. Male anche Pirelli nonostante i buoni conti trimestrali è stats colpita dall’escalation del conflitto. Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera produce il 10% dei propri pneumatici nelle fabbriche russe di Kirov e Voronezh.
Chi sale?
Salgono soprattutto gli energetici gas naturale e petrolio. Il future sul gas naturale TTF quotato ad Amsterdam sale del 50%, il cfd sul petrolio contratto Brent mostra una crescita del 5% a 100 dollari al barile (dopo aver toccato un picco a 102,60$/bbl). I rialzi sono legati alle possibili riduzione dell’offerta a causa del conflitto. Rispetto alla produzione globale la Russia produce il 17% di gas naturale e il 10% di greggio. Salgono inoltre le soft commodities. Il grano evidenzia un incremento del 5%, l’olio di palma del 7%, l’olio di soia del 3%. Tra i metalli salgono fortemente alluminio +2% e palladio +4%. Tra le valute forti acquisti su dollaro che guadagna contro tutte le valute internazionali (eurodollaro aveva toccato un minimo a 1,1106 per poi risalire a 1,1170).
E chi scende?
Crolla il rublo che perde 8 punti percentuali contro dollaro. Tra le valute vendite anche su euro e sterlina. Forti vendite anche sulle criptovalute (Bitcoin -4,50% e Ether -7%) che perdono sempre di più il loro carattere di protezione da inflazione e turbolenze di mercato e diventano sempre più correlate con gli asset più rischiosi (come il settore tech).
Scenario sui mercati
Le sanzioni che la comunità internazionale imporrà sulla Russia determineranno lo scenario dei prossimi giorni: escalation del conflitto, sanzioni troppo pesanti e l’ipotizzata esclusione della Russia dal sistema di pagamento internazionale interbancario SWIFT penalizzerebbe molto il mercato azionario ed il settore bancario italiano, motivo per cui l’Italia è la più tiepida nei confronti di eventuali sanzioni. Sembra che ci sia secondo le indiscrezioni uno scontro tra anglosassoni (Stati Uniti e Regno Unito) e europei (Germania e Italia) proprio se escludere la Russia da SWIFT.
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