Rebus TIM: CDP non lancia controfferta e il titolo scende del 2,8%
La mancata concretizzazione di un’offerta opposta a quella di KKR ha innescato le vendite sul titolo. Il tempo per presentare una controproposta scadrà il 24 febbraio.
Il caso
Questa mattina le azioni di TIM hanno subito forti vendite dopo che la cordata composta da CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e il fondo australiano Macquarie non è arrivata a presentare un’offerta rivale a quella fatta dal fondo americano KKR (Kohlberg Kravis Roberts).
All’inizio del mese KKR ha messo sul piatto circa €20 miliardi, tramite un’offerta non vincolante, per una partecipazione nell’infrastruttura di fibra ottica di Telecom Italia. A questo punto, è iniziata la corsa da parte degli altri offerenti per rispondere alla proposta di KKR.
La questione però è molto complicata a causa degli innumerevoli interessi coinvolti. Il Governo ha più volte sostenuto l’intenzione di mantenere la rete sotto controllo pubblico, data la sensibilità degli asset, e di tenere gli attuali livelli occupazionali. KKR è inoltre già azionista per il 37,5% di FiberCop (la società nata dalla fusione tra la rete di TIM e quella di Fastweb.
Tuttavia, la cordata guidata da CDP e Macquarie non ha ancora presentato una controfferta anche se il Governo tenderebbe a privilegiare questi due attori rispetto al fondo americano. Inoltre, CDP e Macquarie detengono già una partecipazione in OpenFiber (la rete di Enel) che dovrebbe essere integrata con quella di TIM.
La controfferta deve essere presentata entro il 24 febbraio, scadenza fissata per una risposta a KKR. Anche i vertici di TIM rimangono sotto pressione a causa delle mancate direttive del Governo.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha però sottolineato che il Governo sta cercando “soluzioni multiple” che non escludono la partecipazione di un investitore esterno.
Le previsioni
La risoluzione dell’impasse sulla rete di Telecom Italia rimane ancora un’incognita fattore questo che sta disorientando gli operatori che non sanno come posizionarsi sul titolo. Infatti, un eventuale accordo tra le parti potrebbe innescare molti acquisti sulle azioni dell’ex-monopolista delle TLC.
Le possibilità sono quindi due: la prima è che il Governo dia il consenso per l’offerta di KKR ma con un suo stretto controllo all’interno della società. La seconda è che CDP presenti una controproposta tale da mettere da parte quella di KKR.
Detto questo, dal punto di vista tecnico, le quotazioni di TIM sono in forte salita a partire dal 2023 con una performance del +42%. Questa mattina le azioni hanno però aperto la seduta con un gap-down a €0,3084 cosa che ha spinto il titolo fino al minimo intraday di €0,3021.
Nonostante ciò, il break-out rialzista oltre il massimo di oggi a €0,3109 potrebbe mettere le basi per una copertura completa del gap-down di oggi a €0,3084 con una continua risalita fino a €0,3185, picco di venerdì scorso e livello particolarmente significativo essendo stato toccato l’ultima volta il 14 aprile scorso. Un’ulteriore accelerazione in questa direzione porterà all’avvicinamento verso obiettivi più ambiziosi in area €0,3242, massimo del 7 aprile 2022.
Un ribasso al di sotto del supporto di €0,3015, minimo di venerdì 17 febbraio, segnalerebbe invece una ricaduta fino a €0,2905, bottom del 14 febbraio.
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