Guida passo passo al trading con l’oscillatore ROC
Cos’è l’indicatore Rate of Change e come utilizzarlo nel tuo trading? Scoprilo nella guida completa che Bruno Moltrasio ha curato per conto di IG Italia.
Cos’è l’indicatore ROC?
Il Rate of Change (ROC) è un indicatore di Momentum che misura il cambiamento percentuale del prezzo nel periodo di riferimento. Viene calcolato confrontando il prezzo attuale con il prezzo di ‘n’ periodi indietro. Con i valori così calcolati, viene generato un indicatore che fluttua al di sopra e al di sotto della linea dello zero, a seconda che assuma un valore positivo o negativo.
I parametri del Price Rate of Change sono i seguenti:
Nm Periodi: Indica il numero di periodi da utilizzare per il calcolo del ROC
Percentuale o Unità: E’ il metodo utilizzato scelto tra le due opzioni. Consiglio di utilizzare il metodo percentuale.
Come si calcola l’indicatore ROC?
La formula per il calcolo del ROC è la seguente:
Roc = ((P-Pn)/Pn)*100
dove
P indica l'ultima chiusura;
Pn indica la chiusura di n periodi indietro.
Il rapporto così ottenuto viene moltiplicato per 100 allo scopo di far fluttuare l’indicatore attorno alla linea dello zero.
Trattandosi di un indicatore di momentum i segnali che, secondo la visione classica, andrebbero considerati sono:
- L’attraversamento della linea dello zero: si acquista quando l’indicatore supera dal basso in alto la linea dello zero e viceversa si vende quando l’indicatore la attraversa dall’alto verso il basso;
- Le divergenze: secondo l’utilizzo classico delle divergenze tra indicatore e i prezzi
- Le soglie di ipercomprato e ipervenduto: si utilizzano le soglie estreme dei valori dell’indicatore per identificare possibili aree di inversione dei prezzi
A mio avviso sia le divergenze che l’attraversamento della linea dello zero generano parecchi falsi segnali, soprattutto nel trading di breve termine, di conseguenza ne sconsiglio l’uso secondo lo schema classico.
Esempi pratici di trading con indicatore ROC
Nel grafico sopra esposto, che è un grafico giornaliero, abbiamo evidenziato gli attraversamenti della linea dello zero da parte del ROC settato a 12 periodi.
Le linee verticali rosse e verdi indicano rispettivamente i segnali ribassisti e quelli rialzisti andati a buon fine ovvero, in altri termini, quelli che – se seguiti – avrebbero restituito un risultato positivo.
In alcuni casi si sarebbe trattato di ottime operazioni, in altri casi il segnale avrebbe restituito brevi trend.
Possiamo però vedere come siano presenti anche molti falsi segnali, rappresentati dalle linee verticali nere, ovvero casi nei quali all’attraversamento della linea dello zero da parte dell’indicatore non corrisponde una analoga svolta del trend sui prezzi.
V’è da aggiungere che anche in quei casi che abbiamo visto di segnali positivi resta poi il problema della gestione ottimale della posizione che non può certo essere basata su un segnale contrario dell’indicatore. In altri termini non possiamo utilizzare l’indicatore in ottica di stop e reverse, ovvero entrare al rialzo quando abbiamo l’attraversamento dal basso in alto della linea dello zero e uscire quando l’indicatore torna sotto lo zero perché andremmo a perdere buona parte dei guadagni e, nelle peggiori ipotesi, anche a subire perdite consistenti stante il notevole ritardo del ROC nel segnalare l’inversione di tendenza.
Per mitigare questo effetto di ritardo si potrebbe pensare di individuare una zona di ipercomprato / ipervenduto calcolata empiricamente sulla base delle indicazioni passate e chiudere la posizione aperta all’attraversamento dello zero da parte dell’indicatore (oppure stringere lo stop) non appena il prezzo raggiunge le fasce così determinate oppure ancora prima se l’indicatore riattraversa la linea dello zero prima di raggiungere il livello che abbiamo identificato nel modo che precede.
Rivediamo l’esempio sul grafico postato precedentemente per comprendere meglio il concetto:
Prendendo a base il primo picco del ROC a sinistra sul grafico potremmo pensare di considerare come zona di uscita dall’operazione ribassista la fascia esterna al ritracciamento di Fibonacci del 61,8% dell’indicatore corrispondente ad un valore di -10,66 (basta applicare il ritracciamento di Fibonacci direttamente sull’indicatore).
Quindi da qui in avanti ogni qual volta entreremo al ribasso (short) perché l’indicatore attraversa dall’alto verso il basso la linea dello zero, usciremo poi non appena l’indicatore stesso dovesse riattraversare in senso opposto la stessa linea dello zero oppure se l’indicatore raggiungerà il valore di -10,66.
Come possiamo vedere dal grafico il rendimento delle operazioni migliora notevolmente. (E1 = entrata primo trade; U1 uscita primo trade e così via per le successive operazioni) ma ancora non garantisce di sfruttare al meglio la tendenza in atto.
Il limite di questo metodo consiste poi nel fatto che il valore di uscita va ricercato in modo empirico e cambia non solo da strumento a strumento ma anche sullo stesso strumento in ragione della volatilità e della forza del trend in atto.
Ma è chiaro che si tratta di metodo operativo da cui ogni lettore potrà trarre uno spunto, a mio avviso molto valido, da applicare quale gestione della posizione a qualsiasi indicatore si intenda utilizzare per individuare zone di ipercomprato e ipervenduto altrimenti non identificabili oggettivamente.
Per rafforzare il metodo esposto sopra, metodo che prevede l’entrata in posizione ogni qualvolta la linea del Rate Of Change attraversa la linea dello zero, possiamo aggiungere una sorta di filtro che ci permetta di ridurre il numero di operazioni e soprattutto di aprire posizioni nella direzione della tendenza primaria.
Nel grafico che segue ti mostro un’idea di strategia che ci aiuta notevolmente a rafforzare l’utilizzo dei concetti base di questo indicatore:
Innanzitutto ho abbassato i parametri dell’indicatore Rate Of Change, portando il suo parametro di default da 12 a 9, questo mi permette un’entrata più tempestiva.
Ho poi aggiunto una media mobile semplice a 35 periodi che mi aiuterà a definire il trend in atto.
Utilizzerò la media mobile per stabilire la direzione delle mie operazioni ed userò l’indicatore Rate Of Change per stabilire il timing di entrata.
Il setup di entrata consiste nell’aprire posizioni ribassiste ogni qualvolta il ROC attraversa dall’alto verso il basso la linea dello zero e i prezzi si trovano al di sotto della media mobile semplice a 35 periodi.
In modo del tutto speculare aprirò posizioni rialziste ogni qualvolta il ROC attraverserà dal basso verso l’alto la linea dello zero e i prezzi si trovano sopra la media mobile semplice a 35 periodi.
Ora ti ripropongo il grafico precedente dove ti ho indicato l’apertura delle posizioni:
Il grafico utilizzato è un grafico giornaliero, questo ci permette di cavalcare movimenti più ampi e di effettuare un trading più tranquillo.
Come puoi notare l’indicatore ROC, filtrato con la media mobile a 35 periodi ci permette di effettuare 4 operazioni, una ribassista e 3 rialziste.
Un aspetto da non trascurare è la gestione di queste posizioni, in quanto se usassimo l’idea di uscire dalla posizione quando il ROC taglia la linea dello zero nel senso contrario alla direzione della nostra posizione, potremmo non riuscire ad ottimizzare il nostri profitti in quanto usciremmo dalle posizioni troppo in fretta.
Qui di seguito ti propongo una gestione monetaria che sicuramente risulta essere più valida della classica gestione dove a dettare l’uscita del trade è lo stesso indicatore ROC.
Entriamo in posizione all’apertura del giorno successivo alla violazione dell’indicatore ROC, con una posizione che dividiamo in due tranches e posizioniamo lo stop loss un po’ oltre un minimo/massimo importante subito precedente alla posizione di entrata. Quantifichiamo l’importo dello stop loss e poi priazziamo un primo target con rapporto rischio rendimento di 1:1 e un secondo target con un rapporto rischio rendimento di 1:2, avendo cura di portare lo stop a breakeven non appena viene colpito il primo target.
Nel grafico che segue ti mostro a quali risultati avrebbe portato l’applicazione di questa strategia di money management:
Per motivi di spazio sul grafico riporto inizialmente le prime due operazioni. La prima operazione si è chiusa con il raggiungimento del primo target e l’uscita in pari sulla rimanente posizione.
La seconda operazione invece vede realizzati entrambi i due target. Se fossimo stati in posizione rialzista non avremmo potuto effettuare la seconda operazione, ma vediamo cosa sarebbe successo nel caso in cui non fossimo riusciti ad entrare in posizione nel primo long ma avessimo avuto l’opportunità di effettuare la seconda operazione rialzista:
La seconda posizione rialzista vede il raggiungimento di entrambi i target mentre la terza posizione rialzista colpisce il primo target e vede chiudere in pareggio la seconda tranche.
Come puoi vedere, con qualche accorgimento anche con questo indicatore possiamo creare dei sistemi tranquilli e profittevoli.
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L'autore della guida: Bruno Moltrasio
Avvocato, opera in Borsa dal 1998 come trader privato. Nel 1999 ha frequentato un Master di Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari. È stato redattore e coautore di testi tra i quali 'Dal Trading Direzionale allo Spread Trading', nonché il fondatore dell'omonimo sito BrunoMoltrasio.eu, Culturafinanziaria.com, Universitrading.com e, non ultimo, Solospread.com. che tratta in modo specifico lo spread trading. Grazie ai suoi siti Bruno diffonde da anni l’analisi tecnica, quelle che considera le migliori strategie di trading e, soprattutto, quello che ritiene essere il corretto approccio psicologico e comportamentale ai mercati, per essere vincenti nel trading. È relatore in numerosi corsi, rivolti a privati e istituzionali, sull’analisi tecnica e sulle sue strategie di trading.
Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.
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