Quali sono i principali indicatori macroeconomici da tenere sotto controllo?
Gli indicatori macro sono una componente chiave dell’analisi fondamentale e forniscono informazioni sullo stato di salute dell’economia di uno stato. Scopri quali sono gli 11 indicatori più importanti da seguire per i vari Paesi.
- Cosa sono gli indicatori macroeconomici?
- Perché gli indicatori macroeconomici sono importanti per i trader?
- Gli 11 indicatori macroeconomici principali da seguire
- Quali sono i principali indicatori economici nel Regno Unito?
- Quali sono i principali indicatori economici negli Stati Uniti?
- Quali sono i principali indicatori economici in Europa?
- Quali sono i principali indicatori economici in Asia?
- Quali sono i principali indicatori economici in Australia?
- Riepilogo
Cosa sono gli indicatori macroeconomici?
Gli indicatori macroeconomici sono statistiche o letture di dati che riflettono la situazione economica di un particolare Paese, regione o settore. Vengono utilizzati da analisti e governi per valutare lo stato di salute presente e futuro dell’economia e dei mercati finanziari.
Gli indicatori macroeconomici possono avere più significati e diversi tipi di impatto sull’economia, ma si possono dividere in due categorie principali:
- Indicatori leading o anticipatori, che prevedono la direzione che potrebbe prendere l’economia. Vengono spesso utilizzati dai governi per attuare nuove politiche, in quanto rappresentano la prima fase di un nuovo ciclo economico. Essi includono anche curve di rendimenti, tassi di interesse e prezzi delle azioni.
- Indicatori lagging, che riflettono le performance precedenti di un’economia e che cambiano solamente dopo aver stabilito un trend. Vengono utilizzati per identificare una tendenza e includono il prodotto interno lordo (PIL), l’inflazione e i dati sull’occupazione.
Ci sono anche gli indicatori coincidenti, ma questi sono spesso raggruppati tra gli indicatori lagging, in quanto avvengono in contemporanea o a seguito di un cambiamento economico.
Perché gli indicatori macroeconomici sono importanti per i trader?
Gli indicatori macroeconomici sono importanti per i trader a causa della loro influenza sui movimenti di mercato. Questo è il motivo per cui l’analisi fondamentale incorpora gli indicatori macroeconomici.
Non c’è modo di accertare se questi indicatori siano validi per sé, ma hanno sicuramente un ruolo nella formulazione dell’economia. Anche se queste informazioni avessero solo la funzione di influenzare dei trader ad aprire o chiudere delle posizioni, ciò potrebbe essere sufficiente a creare volatilità sui mercati.
I partecipanti al mercato terranno sotto controllo le previsioni degli analisti sui dati prima della loro effettiva pubblicazione. Maggiore la differenza tra le previsioni degli analisti e i risultati finali, maggiore sarà la volatilità che si può avere sui mercati, in quanto le posizioni verranno aggiustate in relazione ai dati ufficiali.
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Alcune tipologie di dati hanno maggiore influenza in un Paese rispetto ad un altro, per questo è importante osservare diversi indicatori macroeconomici in base all’asset su cui desideri operare. Per esempio, se sei interessato a una società britannica o al FTSE 100 dovrai osservare gli indicatori economici che influenzano maggiormente il Regno Unito.
La maggior parte della pubblicazione dei dati macroeconomici avviene in momenti precisi, il che significa che i trader e gli investitori possono prepararsi al rilascio delle informazioni e alla conseguente volatilità di mercato.
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Gli 11 indicatori macroeconomici principali da seguire
I migliori indicatori macroeconomici da seguire dipenderanno dalle preferenze personali, dalle posizioni che si intendono aprire e dal Paese in cui si intende operare. Ciò nonostante, ci sono alcuni indicatori molto comuni che sia i trader che gli investitori terranno sotto controllo.
Per semplicità li abbiamo divisi in indicatori leading e lagging.
I principali indicatori leading:
- Mercato azionario
- Prezzi degli immobili
- Rendimento dei bond
- Statistiche di produzione e industria manifatturiera
- Vendite al dettaglio
- Tassi di interesse
I principali indicatori lagging:
- Tassi di crescita del PIL
- Indice dei prezzi al consumo (IPC) e l’inflazione
- Forza e stabilità della valuta
- Statistiche sull’occupazione
- Prezzo delle materie prime
Iniziamo dagli indicatori leading:
Mercato azionario
Il mercato azionario è considerato un indicatore affidabile per predire lo stato di salute di un economia, in quanto i partecipanti al mercato passano il proprio tempo a valutare lo stato delle società e delle economie e sono in grado di valutare le crescite future.
Una crescita sul mercato azionario indica fiducia nei confronti del futuro delle aziende, che può comportare una crescita economica. Viceversa, il calo di valore sul mercato azionario può significare che gli investitori stanno prelevando il proprio denaro, preferendo salvaguardarsi dietro beni rifugio.
Ci possono essere alcune problematiche relative al considerare il mercato azionario come un indicatore economico, prima tra tutte il fatto che i prezzi sono solitamente basati su speculazioni piuttosto che sull’effettivo valore di una società. Ecco perché il prezzo delle azioni può essere sopravvalutato o sottovalutato. Questo mercato è stato anche soggetto a bolle speculative che hanno preceduto crolli significativi, creando un falso ottimismo rispetto lo stato dell’economia. Questo si verifica quando gli investitori e i trader non prendono in considerazione altri indicatori macroeconomici e si fanno travolgere da un sentiment di mercato eccessivamente positivo.
Ci sono molteplici fattori che influenzano i prezzi delle azioni, per cui è importante utilizzare sia l’analisi tecnica che l’analisi fondamentale per avere un’idea delle future tendenze del mercato azionario.
Prezzi degli immobili e del settore immobiliare
Il mercato degli immobili è ritenuto un indicatore leading, in quanto il suo andamento può fornire informazioni sullo stato dell’economia con mesi d’anticipo.
Il calo dei prezzi delle abitazioni suggerisce che il numero degli edifici disponibili eccede quello dei potenziali compratori. Ciò può essere dovuto all’inflazione dei prezzi o alle mancate possibilità economiche. Se il settore immobiliare si indebolisce, ne risente l’intera economia. Il calo può avere effetti sia sui proprietari che sul settore delle costruzioni, sulle tasse e può anche portare al pignoramento dei beni per cercare di recuperare il denaro delle ipoteche o dei prestiti.
La recessione del 2008 è un esempio lampante di come il mercato immobiliare abbia un impatto considerevole sull’economia nel suo insieme. La crisi sulle ipoteche ad alto rischio non è rimasta circoscritta al mercato immobiliare, ma si è rivelata un campanello d’allarme per quella che poi sarebbe diventata una crisi finanziaria globale.
Il numero delle autorizzazioni per la costruzione può essere un indicatore leading della salute dell’economia, perché le società richiedono questo tipo di permessi almeno sei mesi prima dell’inizio dei lavori. L’avvio di nuovi progetti viene visto come un’indicazione del fatto che le compagnie si aspettano un incremento della domanda. Se il settore delle costruzioni è in calo, i costruttori sono pessimisti rispetto al futuro sul mercato.
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Rendimento sui bond
Il mercato dei bond è reputato un leading indicator affidabile, ma è importante ricordare che l'intero sistema si basa sulle previsione di trader e investitori sulle circostanze economiche future. Per questo piuttosto che essere considerato un indicatore leading per quello che l’economia farà, viene visto come la misura delle aspettative di mercato.
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Il modo migliore per utilizzare i bond consiste nell’osservare alla loro curva di rendimento. Il rendimento di un bond è il guadagno che un trader può aspettarsi in cambio dell’acquisto e il mantenimento di un bond. La curva di rendimento è una linea su un grafico che mostra i rendimenti di bond con pari crediti ma diverse date di scadenza. Il grafico dovrebbe mostrare una crescita, considerando che i rendimenti sono maggiori per bond con maggiore durata.
Le performance dei bond a breve termine (con scadenze entro i due anni) risentono direttamente dalle decisione della banca centrale e dalle aspettative sui tassi di interesse. Mentre le prestazioni dei bond a lungo termine (con scadenze superiori ai 2 anni) dipendono dai tassi di interesse ma anche da fattori quali l’inflazione e la crescita economica, che possono richiedere più tempo per diventare effettive.
Quando queste variabili entrano in gioco, la curva di rendimento può variare. Sono proprio queste variazioni che vengono osservate dagli analisti per predire le prospettive economiche.
Quando l’economia sta crescendo, ci si aspetta un rialzo positivo grazie all’aumento dell’inflazione. Tuttavia, i bond a lungo termine diventano più rischiosi in quanto potrebbero verificarsi aumenti dei tassi di interesse. Ciò significa che chi investe sui bond inizierà a pretendere maggiori rendimenti sul lungo periodo, risultando in un’impennata dei rendimenti dei bond a lungo termine rispetto a quelli a breve termine.
Quando il futuro economico diventa incerto, la curva di rendimento si appiattisce. Questo perché il rendimento sui bond a breve termine cresce più velocemente rispetto a quelli di lungo termine, di pari passo all’indifferenza degli investitori rispetto i rendimenti sui diversi tipi di bond.
Quando la curva di rendimento si inverte, con i bond a breve termine che garantiscono guadagni migliori di quelli a lungo termine, viene interpretato come un segno che gli investitori si aspettano un rallentamento della crescita economica e di un taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.
Dati della produzione e del settore manifatturiero
I dati sulla produzione e sul settore manifatturiero possono essere uno dei modi più veloci ed efficaci per ottenere anticipazioni sullo stato dell’economia. Un aumento della produzione tende ad avere un impatto positivo sul prodotto interno lordo (PIL), che concorre all’aumento dei consumi e alla crescita economica.
Una variazione nei livelli di produzione può anche influire sul tasso di disoccupazione. Il numero di posti di lavoro disponibili può comunicare molto sulle prospettive delle aziende sulla propria espansione e sull’economia. Se c’è un numero troppo elevato di lavori disponibili, le società potrebbero avere un eccesso di ordini da soddisfare. Ma quando le assunzioni vengono bloccate, significa che si stanno preparando a un periodo di declino.
Tuttavia è importante guardare alle giacenze di magazzino e alle vendite al dettaglio. Livelli elevati di giacenza possono indicare la crescita della domanda, ma anche che i beni prodotti non stanno lasciando i magazzini.
Vendite al dettaglio
Le vendite al dettaglio sono un dato che monitora le vendite di prodotti e servizi sia da parte dei clienti che delle società. La sua importanza sta nel fatto che il consumismo costituisce una larga fetta dell’attività economica.
In generale, l’incremento delle vendite è un segno di sviluppo economico. Se i consumatori sono consapevoli di avere stabilità economica per il presente e il futuro, continueranno ad acquistare nuovi prodotti e sborsare denaro per beni non di prima necessità. Questo comporta un aumento della produzione in linea con la domanda e incentiva la crescita del PIL. Può anche avere un impatto diretto sul prezzo delle azioni delle compagnie coinvolte nel definire i ‘desideri’ dei consumatori. Queste azioni sono conosciute come cicliche.
Tuttavia, quando i clienti iniziano ad essere insicuri rispetto la propria stabilità economica, smetteranno di acquistare prodotti non necessari e ridurranno le proprie spese. In questi momenti, le azioni rifugio, ossia quelle delle società che producono prodotti necessari come quelle del settore alimentare o delle utenze tendono ad avere le migliori prestazioni sui mercati. Per combattere il calo delle spese, i governi spesso introducono misure per la riduzione delle tasse, per aumentare i risparmi ai consumatori e incentivare gli acquisti.
Ciò nonostante, le sole vendite al dettaglio non sono sufficienti per restituire un immagine accurata della spesa pubblica. Per esempio, in alcuni casi le persone richiedono dei prestiti per continuare a spendere. Nonostante questo risulterebbe in elevati livelli di vendita al dettaglio, l’aumento dei debiti contratti indicherebbe una recessione imminente.
Tassi di interesse
I tassi di interessi possono essere considerati sia indicatori leading che lagging. Sono lagging nel senso che la decisione di aumentare o diminuire i tassi è presa dalle banche centrali a seguito di un evento economico o di un movimento di mercato già avvenuto. Tuttavia, sono da considerarsi leading in quanto una volta presa la decisione, c’è un’elevata probabilità che l’economia cambi per adattarsi ai nuovi tassi d’interesse.
Per esempio, durante i periodi più floridi con elevata spesa da parte dei consumatori e tassi di inflazione elevati, è probabile che le banche centrali aumentino i tassi di interesse per evitare una crescita economica troppo rapida. Questa decisione conferma una crescita effettiva. Tuttavia, con i nuovi tassi di interesse le banche dovranno pagare interessi maggiori per ottenere denaro e di conseguenza aumenteranno i tassi dei mutui per i consumatori. Ciò li rende meno propensi a contrarre prestiti e scoraggia la spesa. Le decisioni delle banche centrali avranno ripercussioni significative sulle banche, i consumatori e società a livello globale.
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Dall’altro lato, se l’economia è stagnante, gli analisti prediranno una diminuzione dei tassi di interesse da parte delle banche, per incentivare i consumi. Questo conferma le condizioni infelici dell’economia ma è anche un indicatore del fatto che il costo dei prestiti scenderà presto, i consumi aumenteranno e l’economia inizierà di nuovo a crescere.
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Osserviamo ora alcuni indicatori lagging:
Crescita del PIL
Il prodotto interno lordo (PIL) consiste nel valore monetario di tutti i prodotti e servizi che vengono prodotti in un Paese. I dati vengono utilizzati per comparare le differenze tra due diverse economie e predirne la crescita.
Quando il PIL cresce, può scatenare una reazione a catena rispetto agli altri indicatori della lista come sull’occupazione, in quanto le società assumono più forza lavoro e aumentano la produzione.
Un tasso di crescita del PIL costante, è un segnale positivo rispetto alla stabilità dell’economia di un Paese. Ciò nonostante, le crescite eccessivamente rapide sono spesso oggetto di critiche. Alcuni analisti sostengono che questo dato sia oltremodo semplice da manipolare con programmi come il quantitative easing o l’eccessiva spesa governativa. Per esempio, fino al 2019 l’India era considerata l’economia con crescita più rapida, con un tasso del PIL del 7% ma, dopo aver scoperto un difetto nel processo di valutazione tra il 2011 e il 2017, si è visto che la percentuale corretta si aggirava solamente attorno al 4,5%.
Essendo un indicatore lagging, non ci sono molte informazioni aggiuntive che il PIL possa fornire a trader e investitori, tuttavia, se i dati del prodotto interno lordo sono in calo per due trimestri consecutivi, probabilmente l’economia è in una fase di declino o recessione.
Indice dei prezzi al consumo (IPC) e inflazione
L’inflazione consiste nell’aumento del prezzo di beni e servizi in un Paese. Si tratta di un indicatore lagging in quanto è il risultato di una crescita o decrescita economica.
Durante periodi di crescita economica, è probabile che aumenti anche l’inflazione. Un tasso di inflazione elevato può avere un forte impatto sul prezzo della valuta di un Paese, diminuendo il suo potere d’acquisto e rendendo più costosi i beni da comprare, perlomeno a livello nominale. Può anche avere ripercussioni su altri indicatori macroeconomici, portando a cali dell’occupazione e alla crescita del PIL. Un tasso di inflazione elevato comporta l’aumento dei tassi di interesse a seguito dei tentativi dei governi di tenere i prezzi sotto controllo.
Durante periodi di decrescita economica, ci possono essere livelli di inflazione in calo fino alla ‘deflazione’, ossia quando l’inflazione scende sotto lo 0%. Pur sembrando uno scenario auspicabile, in realtà è la conferma che i consumi sono calati drasticamente, il che spesso si accompagna a scarsa liquidità, calo delle vendite e incremento della disoccupazione.
Forza e stabilità delle valute
La valuta di un Paese è lo specchio della salute e della stabilità della sua economia, in quanto il prezzo della moneta si basa sul valore percepito sia dagli acquirenti che dai venditori. Si tratta di un indicatore lagging perché questo valore è soggetto a fluttuazioni che riflettono la situazione politica ed economica di uno stato.
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Quando si è in un periodo di forti incertezze o cambiamenti, l’instabilità si riflette sulle valute nazionali e il valore cambia rapidamente: questo fenomeno è conosciuto anche come volatilità di mercato.
Un’economia forte rassicura gli investitori, che sono disposti a pagare di più per quella moneta. Inoltre, una valuta forte incentiva l’economia grazie al maggiore potere d’acquisto. Le conseguenze dipendono dallo status di un Paese, ossia se si tratta di uno stato esportatore o importatore di beni.
Per esempio, se un Paese è esportatore, nonostante i beni possano essere venduti a un prezzo maggiore, gli importatori potrebbero non essere disposti a pagare la differenza. Mentre se un paese è importatore, acquistare beni dall’estero diventa molto conveniente.
Un’economia debole scoraggia gli investimenti e per questo la valuta perde parte del proprio valore. Questo diminuisce i prezzi delle esportazioni e, nonostante sia meno positivo per le società nazionali, può accrescere la competitività a livello globale. Ciò rende le importazioni più costose in quanto la valuta ha un minore potere d’acquisto e il costo dei beni provenienti dall’estero aumenta. Ciò nonostante ci sono dei vantaggi nell’avere una moneta debole: si incoraggia il turismo e la domanda per beni prodotti a livello nazionale.
Statistiche sull’occupazione
L’indicatore lagging più utile è probabilmente il tasso di disoccupazione. Se questo cresce di mese in mese per un certo periodo di tempo, diventa campanello d’allarme per un possibile declino economico. Un crollo drastico dell’occupazione indica che le aziende hanno perso le speranze di superare il momento difficile e hanno iniziato a licenziare alcuni dei propri dipendenti.
Anche se l’economia dà segni di miglioramento e crescita il tasso di disoccupazione può non diminuire. I datori di lavoro aspetteranno sempre chiari segnali di ripresa economica prima di procedere a nuove assunzioni.
Prezzi delle materie prime
I prezzi delle materie prime sono considerati un indicatore macroeconomico affidabile perché il loro valore spesso cambia in anticipo rispetto ad altri indicatori lagging.
L’aumento della domanda di materie prime come legno, ferro e petrolio può essere interpretata come un segno di crescita economica. Queste forniture sono spesso necessarie alla costruzione di infrastrutture e quindi i maggiori importatori sono i Paesi con economie emergenti. Il calo della domanda di questi beni può essere un sintomo di un’economia in contrazione dove i progetti si stanno esaurendo.
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Alcune materie prime, come l’oro, aumentano il proprio valore durante periodi di decrescita economica. Questo metallo prezioso è considerato un bene rifugio, gli investitori decidono di destinare lì il proprio denaro durante periodi di incertezza economica. Se il prezzo dell’oro sale, potrebbe essere un segnale di un rallentamento dell’economia e di ricerca di maggiore stabilità da parte degli investitori. Viceversa, se il prezzo dell’oro è in calo, significa che gli investimenti sono stati spostati verso asset a più alto rischio.
Quali sono i principali indicatori economici nel Regno Unito?
Ecco alcuni indicatori economici chiave nel Regno Unito e la frequenza della loro pubblicazione.
Indicatore | Ente | Pubblicazione |
---|---|---|
Tassi di interesse | Banca d’Inghilterra | Trimestrale |
Tasso di crescita del PIL | Ufficio delle statistiche nazionali | Trimestrale |
Dati sull'occupazione | Ufficio delle statistiche nazionali | Trimestrale |
Indice dei prezzi al consumo (IPC) | Ufficio delle statistiche nazionali | Mensile |
Indice dei prezzi alla produzione | Ufficio delle statistiche nazionali | Mensile |
Vendite al dettaglio | Ufficio delle statistiche nazionali | Mensile |
Rapporto sulle tendenze dei consumatori | Ufficio delle statistiche nazionali | Trimestrale |
Quali sono i principali indicatori economici negli Stati Uniti?
La lista degli indicatori economici più importanti per gli Stati Uniti.
Indicatore | Ente | Pubblicazione |
Tassi d’interesse | Federal Reserve | Trimestrale |
Tasso di crescita del PIL | Ufficio delle analisi economiche | Trimestrale |
Dati sul mercato del lavoro | Dipartimento del lavoro | Trimestrale |
Non farm payroll | Dipartimento del lavoro | Mensile |
Produzione industriale e capacità produttiva | Federal Reserve | Mensile |
Spesa dei consumatori | Dipartimento del commercio | Mensile |
Autorizzazioni edilizie | Ministero del commercio | Trimestrale |
Quali sono i principali indicatori economici in Europa?
La lista degli indicatori economici più importanti dell’Eurozona.
Indicatore | Ente | Pubblicazione |
---|---|---|
Tassi di interesse | Banca centrale europea | Trimestrale |
Tasso di crescita del PIL | Eurostat | Trimestrale |
Bilancio commerciale | Eurostat | Mensile |
Fiducia dei consumatori | Eurostat | Mensile |
Tasso di disoccupazione | Eurostat | Mensile |
Indice dei prezzi al consumo (IPC) dell’Eurozona | Eurostat | Mensile |
Vendite al dettaglio | Eurostat | Mensile |
Quali sono i principali indicatori economici in Asia?
La lista degli indicatori di PIL e tassi di interesse ad Hong Kong, in India, Giappone e Singapore.
Paese | Indicatore | Ente | Pubblicazione |
---|---|---|---|
Hong Kong | Tasso di crescita del PIL | Governo di Hong Kong | Trimestrale |
Hong Kong | Tassi d'interesse | Autorità monetaria di Hong Kong (HKMA) | Trimestrale |
India | Tasso di crescita del PIL | Ministero delle statistiche e dell'attuazione dei programmi governativi | Trimestrale |
India | Tassi d'interesse | Banca centrale indiana | Trimestrale |
Giappone | Tasso di crescita del PIL | Autorità contabile del Giappone | Trimestrale |
Giappone | Tassi d'interesse | Banca centrale del Giappone | Trimestrale |
Singapore | Tasso di crescita del PIL | Ministero del commercio e dell'industria di Singapore | Trimestrale |
Singapore | Tassi d'interesse | Autorità monetaria di Singapore | Trimestrale |
Quali sono i principali indicatori economici in Australia?
La lista degli indicatori economici più importanti in Australia.
Indicatore | Ente | Pubblicazione |
---|---|---|
Tassi di interesse | Banca centrale australiana | Mensile |
Tasso di crescita del PIL | Ufficio centrale di statistica | Trimestrale |
Tasso di disoccupazione | Ufficio centrale di statistica | Mensile |
Bilancio commerciale | Dipartimento degli affari esteri e del commercio | Mensile |
Vendite al dettaglio | Ufficio centrale di statistica | Mensile |
Autorizzazioni edilizie | Ufficio centrale di statistica | Mensile |
Indice dei prezzi al consumo (IPC) | Ufficio centrale di statistica | Trimestrale |
Livelli di produzione manifatturiera | Ufficio centrale di statistica | Trimestrale |
Riepilogo
- Gli indicatori macroeconomici sono statistiche o dati che riflettono la situazione economica di uno specifico paese, regione o settore.
- Gli indicatori macroeconomici variano di significato e importanza rispetto le economie, ma ne esistono di due tipologie: indicatori leading e lagging
- Gli indicatori più popolari sono quelli pubblicati da fonti attendibili come governi, entità sovranazionali e organizzazioni non governative (ONG)
- Gli indicatori economici sono importanti per i trader in quanto possono avere conseguenze significative sui movimenti di mercato
- La maggior parte delle pubblicazioni di dati macroeconomici avviene a scadenze prefissate, il che significa che i trader e gli investitori possono prepararsi a una conseguente volatilità di mercato
- È possibile usare il calendario economico di IG per prepararsi alla pubblicazione dei dati
- Gli indicatori leading più popolari da tenere sotto controllo includono il mercato azionario, il prezzo degli immobili, il rendimento dei bond, i dati sulla produzione manifatturiera, i dati sui consumi e i tassi di interesse
- Gli indicatori lagging più popolari includono il tasso di crescita del PIL, l’indice dei prezzi al consumo (IPC), la forza della valuta nazionale, le statistiche del mercato del lavoro e il prezzo delle materie prime
- L’importanza dei dati può variare da Paese a Paese ed è importante conoscere gli indicatori principali per ogni regione
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