Streaming: quali sono i migliori titoli su cui puntare?
Una selezione delle migliori azioni nel campo dello streaming video. Chi può performare meglio nei prossimi mesi?
Il settore dello streaming video si è affollato molto a partire dal lancio del primo servizio di Netflix nel lontano 2007. La società di Los Gatos si avventurò in un mondo, quello della trasmissione di film e serie tv via Internet, che all’epoca era solo agli albori ma a detta di molti sembrava solo un’utopia. La scommessa però si rivelò vincente e Netflix diventò una pioniera nel settore dello streaming fattore questo che ha attirato sempre di più l’invidia dei suoi concorrenti avidi di conquistare una fetta di questo lucroso mercato.
I vantaggi dello streaming sono infatti innumerevoli perché consentono di poter seguire le proprie serie tv preferite, film, documentari e molto altro in qualunque posto ci si trovi e su qualsiasi dispositivo, connessione Internet permettendo. Questo ha dunque letteralmente cambiato le abitudini di moltissimi consumatori oltre a decretare il definitivo fallimento delle società di noleggio fisico di film e DVD, come il colosso Blockbuster.
Anche le preferenze degli utenti si sono evolute in modo inaspettato grazie al successo di moltissime serie tv che hanno tenuto incollati allo schermo milioni di persone.
Tuttavia, a 16 anni da quel primo tentativo nel mondo dello streaming, ora il settore è molto diverso. Netflix non è più l’unica beneficiaria degli introiti derivanti dagli abbonamenti ma deve invece farsi spazio in mezzo a colossi dell’ordine di Disney (Disney+, Hulu), Amazon (Amazon Prime Video), Apple (Apple Tv+), Paramount Global (Paramount+, Pluto TV), Comcast (Peacock) e Warner Bros. (HBO Max).
Il mercato è ora più agguerrito che mai anche se gli investitori non sono ancora soddisfatti dalle performance finanziarie dei giganti dello streaming che mantengono ingenti investimenti senza ritorni adeguati.
I leader di mercato (Netflix, Amazon, Disney)
Nonostante la competizione, Netflix rimane ancora il punto di riferimento per quanto riguarda la creazione e distribuzione di contenuti video e la sua piattaforma digitale è ormai sinonimo dell’intero settore. L’ultima trimestrale del colosso dello streaming ha portato a furibondi acquisti sul titolo grazie all’aumento del numero di abbonati che sono saliti sopra le attese nel periodo ottobre-dicembre 2022 a 7,66 milioni.
Il totale degli iscritti a livello globale è quindi salito a 230,8 milioni offuscando i 200 milioni di Amazon Prime Video e i 180 milioni di Disney+.
I dati finanziari rimangono però il punto dolente della società con i ricavi che quest’anno sono scesi molto rispetto al boom della pandemia. Anche il debito viene tenuto sotto osservazione dagli investitori con circa $14,35 miliardi che pesano a bilancio, conseguenza necessaria per permettere a Netflix di rimanere competitiva.
La società si è infatti trasformata in un produttore di contenuti così da differenziarsi dai suoi concorrenti e monetizzare sull’esclusività dei suoi prodotti.
Da parte nostra crediamo che il titolo abbia già dimostrato una forte ripresa dopo lo scivolone del 2022 con un trend che rimane particolarmente ottimistico. Gli effetti negativi del cambio EUR/USD dovrebbero ridursi nell’anno in corso permettendo una maggiore profittabilità anche se ciò che ci spinge a mantenere una visione positiva è il radicale cambio di strategia della società. Netflix ha infatti deciso di abbandonare il suo piano senza inserzionisti per puntare su vari tipi di abbonamento più economici ma con pubblicità.
Questa mossa dovrebbe quindi aiutare la società di Los Gatos ad ampliare il suo bacino di utenti offrendo programmi di visione più abbordabili.
Amazon è un altro concorrente agguerrito nel mondo dello streaming video. La società ha deciso di lanciarsi in questo settore integrandolo dapprima nel suo abbonamento Prime per poi acquistare licenze esclusive di programmi e serie tv in modo da catalizzare l’interesse dei consumatori.
La strategia ha pagato perché ora Amazon Prime Video conta ben 200 milioni di abbonati a livello globale cosa che lo rende il numero due del settore dopo Netflix. Nonostante questo, le azioni della società hanno sofferto molto nel 2022 sulla scia degli sconvolgimenti macroeconomici e a causa dell’aumento dell’inflazione che hanno ridotto i margini già esigui della divisione di e-commerce.
Proprio la struttura di Amazon, molto simile a quella di un conglomerato industriale, è il freno che secondo noi agisce sulla società. Lo streaming è una branca in crescita ma su cui Amazon non ha ancora sfruttato tutto il suo potenziale.
Perché questo accada, Amazon Prime Video dovrebbe subire uno spin-off dal gruppo principale e agire come un’entità separata.
Nonostante questo, Amazon Prime Video rimane il principale competitor per Netflix grazie soprattutto all’esclusività dei suoi prodotti (come la Champions League).
Disney è l’ultimo grande attore economico nel settore dello streaming con un totale di ben 180 milioni di abbonati su base globale. Disney, come Amazon, è una società più diversificata rispetto alla pioniera Netflix con il CEO Bob Iger che ha recentemente presentato un nuovo assetto societario diviso in tre segmenti: film, televisione e streaming, ESPN (attività sportive) e infine parchi divertimento.
La piattaforma di streaming Disney+, creata nel 2019, non è ancora profittevole e sta preoccupando gli investitori riguardo alla reale possibilità di generare guadagni in tempi rapidi visto che nell’ultimo trimestre 2022 ha perso ben $1 miliardo oltre ad aver registrato un calo degli iscritti. Nonostante ciò, l’incredibile esclusività dei prodotti a marchio Disney, Marvel e Star Wars ha permesso alla società di Los Angeles di attirare un incredibile numero di clienti dalla sua creazione che desiderano usufruire dei contenuti originali Disney.
Tuttavia, i problemi per Disney non sono di facile risoluzione con la società che sta lottando per migliorare la profittabilità della divisione di streaming, essendo però in forte ritardo rispetto ai suoi concorrenti più stretti. Di conseguenza, nel medio periodo, Disney potrebbe risultare penalizzata anche nelle sue quotazioni in Borsa con gli investitori che chiedono più chiarezza per quanto riguarda la strategia di consolidamento di questo segmento.
I titoli che inseguono (Apple, Paramount, Comcast, Warner Bros.)
Nonostante il mercato dello streaming sia diventato un’arena di confronto per i tre colossi principali (Netflix, Amazon, Disney) questo non ha scoraggiato altri attori minori nel lanciare le proprie piattaforme e tentare di rosicchiare consistenti quote di mercato.
Tra questi Apple è il più conosciuto grazie all’introduzione del suo servizio Apple TV che consente di vedere film, documentari e serie tv su dispositivi Apple e non. Il colosso di Cupertino non ha mai dichiarato dati certi relativi al numero di abbonati del suo servizio di streaming anche se alcune indiscrezioni fanno credere che gli abbonati paganti siano vicini ai 25 milioni mentre si stimano in altri 50 milioni di persone quelli che utilizzano il servizio in promozione (questo è gratis per un anno con l’acquisto di un nuovo dispositivo della Mela).
Apple TV rimane quindi un asset fondamentale per Apple che lo sfrutterà sicuramente nei prossimi anni per fare breccia nel mercato dello streaming grazie anche alla compatibilità con i suoi dispositivi elettronici.
Il gruppo multimediale Paramount Global è presente nel mondo dello streaming con le piattaforme Paramount+ e Pluto TV. La prima conta circa 56 milioni (dati di gennaio 2023) mentre la seconda attira ben 79 milioni di utenti attivi al mese. Nonostante i numeri tutt’altro che irrisori, i servizi di streaming rimangono sbilanciati verso il mercato americano che è ormai saturo e ultra-competitivo.
Tuttavia, il vantaggio di questo tipo di operatori, i cui servizi sono supportati da un modello che comprende pubblicità, è quello di attirare una clientela diversa da quella dei tre colossi principali. Quest’ultima predilige contenuti non esclusivi ma è invece “sensibile al prezzo” e preferisce un abbonamento a prezzi inferiori.
In questo campo Paramount Global è quindi ben posizionata per aumentare le sue quote di mercato nei prossimi anni.
Anche Comcast, uno dei più grandi operatori mediatici al mondo, ha puntato sul mondo dello streaming video forte della sua presenza più che consolidata come fornitore di contenuti video. La sua piattaforma Peacock TV ha recentemente aumentato il numero degli abbonati a 20 milioni anche se nell’ultima trimestrale le perdite si sono ampliate.
Il mancato rigore finanziario è infatti uno dei problemi più comuni delle divisioni di streaming nate da una società più grande che di solito non mette come primo obiettivo quello della profittabilità ma invece tende ad accrescere velocemente le quote di mercato. Nonostante ciò, la capacità di macinare profitti rimane una delle prerogative principali per poter attirare nuovi investimenti e aumentare il valore delle proprie azioni in Borsa.
Non ultimo, anche Warner Bros. ha lanciato un servizio di streaming video denominato HBO Max. Questo, lanciato nel 2020, ha già raggruppato più di 70 milioni di persone cosa che la rende una delle piattaforme più in crescita dietro ai tre giganti dello streaming.
La presenza in retroscena di un gigante come Warner Bros. consente di avere una leva importante per la trasmissione di programmi esclusivi insieme con le aspettative di una prossima fusione tra questa e l’altra piattaforma di streaming (sempre di Warner Bros.) Discovery+.
Su chi puntare?
All’interno della triade dei pesi massimi dello streaming riteniamo che Netflix possa sovraperformare rispetto ai suoi concorrenti grazie ad una posizione dominante nel mercato e ad un’ottima strategia aziendale che le consentono di continuare ad attirare utenti sulla sua piattaforma.
Inoltre, gli ingenti investimenti per la produzione di contenuti proprietari continuano a permetterle di attirare utenti nonostante la perdita di molti prodotti su licenza. Infatti, il lancio di serie tv e documentari di successo rimangono il principale vantaggio per l’azienda di Los Gatos che non smette di perdere appeal nei confronti degli utenti.
Al contrario, i colossi Disney e Amazon stanno cercando di recuperare il terreno perso nei confronti di Netflix anche se la strada sembra essere tutta in salita. La maggiore diversificazione delle due società rende l’allocazione delle risorse più confusa e macchinosa oltre a non permettere di focalizzarsi solo sulla crescita del segmento streaming.
Infine, tra quelli che inseguono crediamo che Apple sia il titolo più favorito grazie all’infrastruttura della società della Mela che ha un potenziale di espansione ancora non del tutto sfruttato. Restiamo dunque dell’idea che il numero di abbonati sulla piattaforma Apple TV aumenterà notevolmente nei prossimi anni anche grazie alla strategia societaria che intende aumentare i ricavi dal lato dei servizi.
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