Crisi banche Stati Uniti: istituti regionali ancora in forte ribasso

Durante la sessione statunitense continua l’emorragia sulle banche regionali del paese in seguito al collasso di Silicon Valley Bank e Signature Bank. Gli operatori di mercato sono infatti ancora molto nervosi riguardo all’evolversi della situazione del comparto bancario negli Stati Uniti.

Per tutta la mattinata i principali indici europei hanno ondeggiato sulla scia delle notizie relative a Credit Suisse, che ha ricevuto supporto finanziario dalla BNS (Banca Nazionale Svizzera), in attesa della decisione della BCE sui tassi di interesse che ha rispettato le attese con un aumento da 50 punti base su tutti e tre i suoi tassi di riferimento (depositi, operazioni di rifinanziamento, prestiti marginali).

Intanto, Oltreoceano le vendite continuano sulle azioni delle banche regionali che sono sotto i riflettori degli operatori. Il titolo di First Republic Bank ha perso oltre il 36% (poi recupera parzialmente al -20%) ma è seguita dai concorrenti PacWest Bancorp, che scivola del 12%, mentre WesternAlliance Bancorporation segna quasi un -6% per poi invertire e tornare in verde (+4%).

In particolare, il focus degli investitori è su First Republic Bank che sta valutando diverse opzioni per aumentare la sua liquidità, inclusa quella di una vendita di parte dei suoi asset.

Ieri le agenzie di rating Standard & Poor’s e Fitch hanno abbassato il merito creditizio dell’istituto portandolo a “Junk” (spazzatura) mentre la banca ha cercato di fermare la significativa corsa agli sportelli che ha diminuito di molto la sua liquidità disponibile (domenica scorsa quest’ultima era pari a $70 miliardi).

First Republic Bank è specializzata in servizi di Private Banking e Wealth Management cosa che potrebbe renderla appetibile per una possibile acquisizione da parte di un suo concorrente ben capitalizzato.

Le performance

Le azioni delle banche regionali sono in caduta libera sulla scia delle tensioni sull’intero settore bancario statunitense.

First Republic Bank scende del -20% con un calo del -64% negli ultimi cinque giorni. PacWest Bancorp perde il -12% e la performance a cinque giorni è del -38%. East West Corp mostra un ribasso dell’1% nella sessione odierna e del 15% dalla chiusura dello scorso giovedì. WesternAlliance oggi guadagna un modesto +4% ma nelle ultime cinque sedute cala del -42%.

Le previsioni

Le dinamiche del settore bancario americano sono ancora incerte anche se la situazione rimane tesa. Gli interventi delle autorità governative (FED e Federal Deposit Insurance Corporation) per fermare il deflusso di liquidità dagli istituti regionali non ha avuto effetto sulle banche interessate (SVB e Signature Bank) con i depositanti che continuano a ritirare il proprio denaro per spostarlo in banche più grandi.

Una possibile soluzione resta quella di aumentare i tassi sui depositi così da invogliare i clienti a “parcheggiare” la loro liquidità presso gli istituti. Così facendo, però, si diminuisce il margine di interesse (la differenza tra ciò che la banca paga con i depositi e ciò che riceve dai prestiti) e quindi anche i potenziali guadagni.

Un’altra incognita sono le future mosse della Federal Reserve in termini di politica monetaria. Un continuo aumento dei tassi di interesse aggraverebbe la situazione degli istituti bancari in difficoltà (effetto doom-loop) mentre un eccessivo calmieramento porterebbe ad una ripresa delle pressioni inflazionistiche.

La banca centrale dovrà dunque monitorare attentamente la situazione corrente. Dal nostro punto di vista l’istituto monetario potrebbe alzare il costo del denaro di 25 punti base nella riunione della prossima settimana sebbene questo possa aggravare la situazione del sistema bancario Usa.

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