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Effetto Powell: mercati in rosso e dollaro in rafforzamento

Le parole del Presidente della FED su un rialzo prolungato dei tassi di interesse continuano a spaventare le Borse. Dopo le pesanti perdite di venerdì scorso i mercati partono ancora in negativo. Dollaro ancora forte.

Fonte: Bloomberg

Le dichiarazioni del Presidente della Federal Reserve Jerome Powell alla conferenza economica di Jackson Hole hanno causato un panico generalizzato sui mercati azionari che venerdì hanno chiuso in forte ribasso.

Infatti, come previsto, Powell ha rinnovato lo sforzo della banca centrale statunitense di abbassare le pressioni inflazionistiche ad ogni costo (a luglio al +8,5% a/a) attraverso un continuo aumento dei tassi di interesse che alla fine dell’anno potrebbero toccare un livello intorno al 4% (attualmente nel range tra il 2,25% e il 2,50%).

Anche il membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, Isabel Schnabel, ha confermato che le banche centrali devono impegnarsi a ridurre l’inflazione anche se questo potrebbe portare le loro economie in una profonda recessione.

Gli effetti sui mercati

La reazione dei mercati non si è fatta attendere con le Borse che venerdì 26 hanno registrato le peggiori perdite da circa un mese, cancellando i recenti guadagni incassati a causa del mini-rally estivo.

Il NASDAQ ha sofferto le perdite maggiori con un calo del -5% in una sola giornata mentre l’S&P 500 e il Dow Jones Industrial Average hanno segnato rispettivamente un ribasso del -4,12% e del -3,80%.

Tuttavia, anche nel Vecchio Continente i ribassi non si sono fatti attendere con il DAX che ha chiuso la seduta con un -4,2% mentre il FTSE MIB e il CAC 40 hanno segnato un ribasso del 4% e del 3,54%.

Dopo il “venerdì nero” della settimana scorsa, oggi le piazze finanziarie europee aprono la seduta ancora in rosso con il DAX che segna un -1,48% a 12.778 punti, seguito dal CAC 40 e dal FTSE MIB che perdono rispettivamente il -1,58% e il -1,38% a 6.165 e 21.627 punti.

Giù anche i listini asiatici che scontano in ritardo le dichiarazioni di venerdì scorso. Il Nikkei perde oltre il 3,25% a 27.906 punti mentre l’Hang Seng di Hong Kong scende del -1,29% a 19.986 punti.

Anche i futures su Wall Street sono negativi (NASDAQ -1,23%, S&P 500 -0,96%) preannunciando dunque un apertura di seduta fortemente ribassista.

Gli effetti sul USD

L’Effetto Powell non ha tardato a riverberarsi anche sul mercato valutario con il dollaro che ha mostrato un forte apprezzamento a causa delle aspettative degli operatori di un aumento dei rialzi dei tassi di interesse nel breve/medio periodo.

La coppia EUR/USD si riporta dunque sotto la parità fino agli attuali 0,9942 con un calo del -1,42% nella sola giornata di venerdì scorso, dove il cambio è passato da un livello di 1,0089 fino ad un minimo di 0,9946.

Oggi il cambio continua a mostrare segnali ribassisti con un calo che, al momento, si attesta al -0,26%.

Al contrario, il Dollar Index - che misura la forza del dollaro rispetto ad un paniere di 6 valute - ha mostrato un forte momentum rialzista con guadagni, da venerdì 26, del +1,49% fino all’attuale livello di 108,91, massimo dal settembre 2002.

Anche la coppia USD/JPY (大口) segna forti rialzi che, dalle dichiarazioni di Powell venerdì scorso, hanno raggiunto il +2% fino al livello di 138,62. Il cambio si sta dunque avvicinando sempre di più alla fatidica soglia dei 140, anche se già ora si trova a livelli mai registrati da 20 anni, sospinto anche dall’indebolimento del JPY a causa della politica monetaria accomodante delle BoJ.

In conclusione, il dollaro sta mostrando un apprezzamento record a causa di due motivi principali: l’aggressivo aumento dei tassi di interesse - e dunque il conseguente rialzo dei rendimenti per chi detiene il biglietto verde - e il suo ruolo di valuta “rifugio” a livello mondiale nei momenti di incertezza.

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