Inflazione Cina sale meno delle attese al +2,1%
Le pressioni inflazionistiche sono in accelerazione a causa della fine delle restrizioni Covid mentre i prezzi alla produzione decrescono più delle previsioni.
I risultati
Nel mese di gennaio l’indice dei prezzi al consumo (CPI) in Cina è cresciuto del +2,1% su base annuale meno delle attese ferme al +2,2% ma è maggiore del dato di dicembre al +1,8%. Su base mensile l’incremento è stato del +0,8% battendo le previsioni del +0,7%.
A determinare in gran parte l’accelerazione del CPI è stata la pressoché totale eliminazione delle restrizioni Covid (avvenuta lo scorso dicembre) e il Nuovo Anno Lunare che ha causato molti spostamenti interni al paese. Quest’ultimo in particolare ha spinto al rialzo i prezzi dei biglietti aerei, dei cinema e dei viaggi rispettivamente del +20,3%, 10,7% e 9,3%.
Per questi motivi, gli economisti si attendono che l’inflazione continui ad accelerare anche nei prossimi mesi a causa della politica monetaria accomodante da parte della PBoC (People’s Bank of China) che molto probabilmente continuerà a mantenere un target di inflazione fisso al +3% a/a per il 2023.
L’indice core di gennaio è aumentato su base annuale del +1,2% rispetto al +0,7% di dicembre.
Al contrario i prezzi alla produzione hanno mostrato un calo oltre le previsioni al -0,8% a/a contro il -0,5% a/a atteso. Il dato ha sorpreso il consensus in quanto il valore dell’indice PMI manifatturiero di gennaio ha indicato una crescita sopra la soglia di neutralità di 50 per la prima volta da settembre.
Il calo è stato generato dal calo dei prezzi dei fattori di produzione oltre a quelli di carbone, petrolio e prodotti chimici. Sul lato alimentare il ribasso maggiore è stato registrato dalla carne di maiale che è scesa di 2,1 punti percentuali al +10,8%.
Gli effetti sui mercati
Il dato sull’inflazione cinese non ha avuto effetti significativi sugli indici europei che oggi hanno aperto la seduta in ribasso insieme ai futures statunitensi.
Chiusura in rialzo invece per la Borsa di Tokyo (+0,31%) grazie alle trimestrali positive e alla debolezza dello yen. Sessione negativa invece per la Borsa di Hong Kong dopo la pubblicazione del dato cinese mentre scende molto l’indice FTSE China A50 che perde 60 punti dopo il valore sull’inflazione.
Sul Forex, il cambio USD/CNH è in salita di circa 180 pips dopo il dato fino al livello di 6,8165.
Le previsioni
Le pressioni inflazionistiche in Cina sono previste in continuo aumento dopo la cessazione della politica di zero tolleranza sul Covid e a causa dei festeggiamenti del nuovo anno lunare. Dal nostro punto di vista, le autorità cinesi continueranno a mantenere un atteggiamento accomodante dal lato della politica monetaria così da stimolare una ripresa dell’economia e del settore immobiliare.
Non ultimo, pensiamo che l’inflazione non raggiungerà i livelli record registrati in Europa e Stati Uniti a causa della componente di fondo differente. La crescita del CPI cinese è infatti trainata dalla domanda interna dei consumatori e ha invece poco a che fare con uno shock dal lato dell’offerta.
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