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Inflazione core Giappone in rialzo al +4,2%

Le pressioni inflazionistiche nel paese del Sol Levante sono salite ai massimi da 41 anni ma il futuro Governatore Kazuo Ueda intende mantenere la politica monetaria ultra-espansiva.

Fonte: Bloomberg

I risultati

I dati sull’inflazione in Giappone nel mese di gennaio indicano che il CPI (Consumer Price Index) è salito al +4,3% su base annuale accelerando rispetto al +4% a/a di dicembre. Su base mensile l’incremento è stato del +0,4% contro il +0,3% del mese precedente.

L’indice core, che in Giappone esclude solo i panieri dei beni alimentari, è cresciuto del +4,2% a/a toccando il massimo dal 1981 mentre l’indicatore core-core (che esclude beni energetici e alimentari) è aumentato fino al +3,2% a/a contro il +3% a/a di dicembre. L’indice core è in rialzo per il nono mese consecutivo sopra il target ottimale del +2% a/a fissato dalla BoJ.

I dati sulle pressioni inflazionistiche suscitano un po' di apprensione per gli investitori in quanto la crescita dei prezzi sembra essere diventata eccessiva soprattutto alla luce del fatto che non vi è un sostenuto aumento dei salari (vi è quindi una diminuzione del reddito reale dei cittadini).

Nonostante questo, il nuovo Governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda, che prenderà il posto dell’uscente Haruhiko Kuroda alla fine del suo mandato in aprile, ha sostenuto una continuazione della politica monetaria ultra-espansiva impostata dal suo predecessore sostenendo che l’attuale crescita dei prezzi è dovuta in gran parte all’aumento delle quotazioni delle materie prime e del carburante importati nel paese.

Ueda intende dunque mantenere i tassi al -0,1% per stimolare l’attività economica del Paese del Sol Levante che proviene da decenni di spinte deflazionistiche che hanno depresso la crescita interna.

Inflazione Giappone - Fonte: Refinitiv Datastream | Reuters

La questione sull’YCC

Detto ciò, Ueda potrebbe però attuare delle modifiche alla politica di controllo della curva dei rendimenti, o YCC (Yield Curve Control), che prevede un mantenimento del rialzo dello yield dei titoli di stato decennali compreso tra lo 0,25% e lo 0,50%.

Questa soglia è stata incrementata più volte nell’ultimo anno - a causa del clima di generale rialzo dei tassi di interesse - fattore che ha spinto alcuni operatori a credere che fosse imminente una normalizzazione della politica monetaria da parte della BoJ.

Grafico YCC Giappone - Fonte: Refinitiv Datastream | Reuters

Gli effetti sui mercati

La Borsa di Tokyo chiude in verde con il Nikkei che guadagna l’1,3% a 27.453 punti seguito dal Topix che sale del +0,67% a 1.988 punti.

Sul Forex, il cambio USD/JPY (大口) mostra alcune oscillazioni in prossimità del dato sull’inflazione con la volatilità che aumenta notevolmente un’ora dopo l’evento portando la coppia valutaria fino al minimo intraday di 134,13. Nel corso della mattinata però, lo yen torna ad indebolirsi e lo USD/JPY (大口) recupera terreno salendo fino a 135,18.

Movimento analogo anche contro l’euro con la coppia EUR/JPY che tocca un minimo intraday di 142,15 per poi stabilizzarsi intorno al livello di 143,15.

Le previsioni

L’inflazione in Giappone continua a crescere anche se i membri della BoJ sostengono che è un aumento effimero dovuto alle spinte dal lato dei costi e non è invece dovuto ad un incremento della domanda domestica. Il sentiero prediletto dalla banca resta dunque quello di una politica accomodante con tassi di interesse stabili al -0,1%.

Tuttavia, resta l’incognita relativa all’YCC che potrebbe subire delle variazioni nel corso dei prossimi mesi a causa delle pressioni del mercato.

Dal nostro punto di vista la BoJ continuerà a mantenere una politica monetaria accomodante fino a quando non sarà convinta dell’effettiva ripresa dell’attività economica sostenuta da una crescita dei salari reali. Solo quando queste due condizioni saranno soddisfatte l’istituto monetario potrà davvero valutare una normalizzazione della sua politica monetaria.

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