Inflazione Flash Eurozona e Italia in calo ma riflettori su indice core
Le pressioni inflazionistiche si stanno raffreddando anche se permangono le spinte dal lato dell’indice core che esclude i beni energetici e alimentari. Focus su mosse BCE.
I risultati nell’Eurozona
Le stime flash dell’Eurostat, rilasciate nella mattinata di oggi, indicano un consistente calo dell’inflazione a gennaio al +8,5% su base annuale (stime ferme al +9%). Il dato di dicembre era stato pari al +9,2% a/a.
Su base mensile, i valori sono stati negativi per lo 0,4%, in linea con quelli del mese precedente.
All’interno dei maggiori componenti dell’inflazione, i beni energetici sono stati ancora una volta i più elevati al 17,2% sopra a quelli di cibo, alcool e tabacco (14,1%), beni industriali non-energetici (6,9%) e servizi (4,2%).
Tuttavia, l’indice core, che esclude i panieri dei beni alimentari ed energetici, è risultato in salita del +5,2% a/a rispetto alle previsioni ferme al +5,1% a/a. Il dato è però uguale a quello di dicembre.
I risultati in Italia
Anche l’Istat ha pubblicato le stime preliminari sull’inflazione di gennaio che è risultata in rialzo al +10,1% su base annuale, in linea con le attese, e in forte calo rispetto al +11,6% a/a del mese di dicembre.
Tuttavia, su base mensile la crescita è pari al +0,2%, superiore alle stime del +0,1% ma in ribasso rispetto al +0,3% di dicembre.
La forte frenata dei prezzi al consumo si deve principalmente ai beni energetici (da +70,2% a -10,9%), agli alimentari non lavorati (da +9,5% a +8%) e ai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%).
Nonostante ciò, anche nel Belpaese l’inflazione di fondo, che esclude gli energetici e gli alimentari, è attesa in salita al +6% a/a rispetto al +5,8% a/a di dicembre.
Di conseguenza, sebbene i cali delle materie prime energetiche abbiano contribuito al forte raffreddamento dell’indice dei prezzi al consumo negli scorsi mesi, l’inflazione da domanda - riflessa nell’indice core - rimane ancora ben presente.
Gli effetti sui mercati
I dati sull’inflazione, sebbene siano stime preliminari, possono dare utili informazioni riguardo alle prossime mosse di politica monetaria da parte della BCE e sono molto osservati dai mercati. Infatti, alla pubblicazione del dato, il Germany 40 reagisce negativamente.
L’Italy 40, invece, viaggia in positivo con guadagni nell’ordine del mezzo punto percentuale mentre le altre Borse europee rimangono nervose in attesa anche della decisione della Fed di questa sera.
Il cambio EUR/USD è volatile ma in leggera salita a 1,0889.
Le previsioni
Le stime preliminari di questa mattina indicano che la lotta all’inflazione in Europa non è ancora conclusa cosa che indurrà la Banca Centrale Europea a continuare con la sua stretta monetaria nei prossimi mesi. In particolare, l’indice core continua a rimanere elevato con cali solo marginali.
Dal nostro punto di vista, questo darà giustificazione alle future mosse della BCE che continuerà ad aumentare il costo del denaro anche nei prossimi mesi sebbene rimanga vigile per evitare una stretta troppo aggressiva che possa indurre una spiacevole recessione nel Vecchio Continente.
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