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Inflazione Italia: a marzo leggermente sotto le attese al 7,6%

Le pressioni inflazionistiche nel Belpaese rallentano più del previsto sebbene restino ancora elevate.

Fonte: Bloomberg

I risultati

Questa mattina l’Istat ha diffuso i dati definitivi sull’indice dei prezzi al consumo in Italia nel mese di marzo. L’inflazione è risultata lievemente in calo sotto le previsioni delle stime preliminari fino al 7,6% ma mostra un deciso rallentamento rispetto al 9,1% del mese di febbraio.

Su base mensile, l’inflazione è scesa del -0,4% contro previsioni per un -0,3%. Il mese precedente era salita dello 0,2%. A livello armonizzato, invece, l’inflazione è aumentata nel mese considerato all’8,1% a/a, meno delle attese ferme all’8,2%, e in forte rallentamento rispetto al 9,8% del mese di febbraio.

Su base congiunturale, le pressioni inflazionistiche sono salite, sempre a livello armonizzato, dello 0,8%, in linea con le aspettative del consensus.

L’inflazione di fondo o core, che esclude i beni energetici e alimentari, è rimasta stabile al 6,3% così come quella che esclude solo i beni energetici che è ferma al 6,4%.

Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici (da +40,8% a +18,9%) è stato solo in parte compensato dall’accelerazione dei beni alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,1%) che però hanno mostrato di aver perso il vigore degli ultimi mesi.

Fonte: Istat

Mercati: Borse in verde, EUR/USD giù

Le Borse europee sono in guadagno anche dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione in Italia sebbene il FTSE MIB sia scivolato di circa 60 punti rimanendo comunque in verde. Sul valutario l’EUR/USD cede 20 pips e si porta a 1,0970.

Le previsioni

Le pressioni inflazionistiche nel Belpaese sono in rallentamento rispetto ai livelli molto elevati degli scorsi mesi. Tuttavia, l’indice core, il più preoccupante per gli operatori di mercato, resta pericolosamente elevato sebbene a marzo non abbia evidenziato nessuna crescita.

Sul piano della politica monetaria, la BCE resta ancora convinta di ulteriori strette sul costo del denaro con un recente sondaggio condotto da Bloomberg che indica come la banca centrale possa portare il tasso di interesse sui depositi fino al 3,75%, alzando i tassi di 25 punti base ancora per tre riunioni (il tasso benchmark secondo il sondaggio di Bloomberg sarebbe del 4,25%).

I piani degli economisti sono in linea con quelli del mercato che si aspetta che la BCE continui a restringere le condizioni monetarie per riportare l’inflazione vicina all’obiettivo di medio termine del 2% e rafforzare quindi la credibilità dell’istituto agli occhi degli investitori.

Le nostre prospettive restano in linea con quelle del consensus sebbene ci attendiamo che l’inflazione di fondo resti più alta del previsto a causa di uno spostamento dell’origine dell’inflazione stessa che è passata da essere dal lato dell’offerta a quello della domanda.

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