Inflazione Italia in linea con le attese, a dicembre all’11,6% a/a
Le pressioni inflazionistiche nel Belpaese hanno rallentato ma rimangono comunque molto elevate.
I risultati
Questa mattina, l’Istat ha pubblicato le stime preliminari dell’inflazione, relative a dicembre, indicando come l’indice dei prezzi al consumo sia sceso leggermente al +11,6% su base annuale rispetto al +11,8% del mese di novembre.
A livello mensile, l’incremento è stato maggiore delle attese al +0,3% (aspettative ferme al +0,1%) ma inferiore rispetto al valore precedente del +0,5%.
L’indice Core, che esclude i panieri dei beni alimentari ed energetici, ha registrato un rialzo al +3,8% (era al +0,8% nel 2021) mentre al netto dei soli energetici l’incremento è stato del +4,1%.
L’inflazione armonizzata è risultata, invece, al +12,3% a/a in linea con le aspettative del consensus ma in calo rispetto al 12,6% di novembre mentre su base mensile è aumentata a dicembre del +0,2% ma in rallentamento rispetto al +0,7% precedente.
L’Istat comunica che i beni energetici continuano ad essere la componente che pesa di più sul CPI anche se a livello aggregato hanno mostrato un rallentamento rispetto al mese di novembre (+67,6%) con un aumento del +64,7% seguiti dagli alimentari non lavorati (+9,5%) e dai servizi legati ai trasporti (+6%).
A sostenere, invece, il momentum rialzista dell’inflazione restano i beni energetici regolamentati passati dal +57,9% al +70,3% seguiti dagli alimentari lavorati (dal +14,3% al +14,9%) e dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (dal +5,5% al +6,2%).
Gli effetti sui mercati
Le Borse non reagiscono in modo brusco alle pubblicazioni del CPI italiano. Al contrario, le Piazze finanziare europee mostrano pochi movimenti e molta incertezza con ribassi molto vicini al pareggio. A ridosso della metà della seduta, Francoforte è a -0,08%, Parigi a -0,23% e Milano a +0,01% mentre Madrid guadagna il +0,42%.
Sul mercato Forex, l’EUR/USD è in leggero rialzo a 1,0618 mentre la moneta unica guadagna anche contro yen e sterlina inglese.
Le previsioni
L’inflazione in Italia sembra non essere ancora stata debellata in modo efficace con la crescita dei beni energetici e alimentari che continua a sostenere un rialzo del CPI, sebbene questo sia in leggero rallentamento rispetto ai mesi precedenti.
Nonostante ciò, il ribasso dei prezzi del gas naturale potrebbe permettere all’inflazione di crescere in modo meno violento nei prossimi mesi ed iniziare quindi una decisa accelerazione al ribasso come avvenuto in altri paesi europei, Germania e Francia in primis.
Un eventuale calmieramento della crescita dei prezzi metterebbe ulteriore pressione sulla BCE che a febbraio dovrà decidere riguardo alle prossime decisioni di politica monetaria. Nonostante ciò, l’istituto di Francoforte sembra rimanere deciso nel voler mantenere un approccio aggressivo sui tassi finché non si vedrà un sostenuto calo dei prezzi a livello aggregato.
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