Stima preliminare inflazione Germania in discesa oltre le attese al +8,6%
Le pressioni inflazionistiche nella più grande economia europea stanno rallentando cosa che potrebbe pesare sulle prossime decisioni della BCE.
I risultati
Le stime preliminari relative all’indice dei prezzi al consumo in Germania sono scese nel mese di dicembre ben oltre le attese del consensus, ferme al +9,1%, fino al +8,6% su base annuale. Il dato di novembre era risultato al +10% a/a.
Su base mensile, i calcoli di Destatis indicano un calo del -0,8% contro previsioni del -0,3% e un valore di novembre al -0,5%.
A livello armonizzato, invece, il tasso di inflazione nel mese di dicembre è cresciuto del +9,6% a/a mentre mensilmente è sceso del -1,2%.
Il principale motivo del forte ribasso del CPI (Consumer Price Index) nel mese di dicembre è dovuto al sussidio statale elargito per schermare la crescita dei prezzi dell’energia (gas e olio da riscaldamento) anche se gli effetti esatti non possono ancora essere quantificati perché le stime odierne sono basate su dati non definitivi.
Nonostante ciò, il trend discendente si era già palesato questa mattina quando i più popolosi Länder della Germania (Renania Settentrionale-Vestfalia, Baden-Württemberg, Baviera, Brandeburgo e Assia) hanno pubblicato i dati relativi all’inflazione nei loro confini. Nel mese di dicembre le statistiche hanno indicato, su base annuale, un ribasso del tasso di crescita dei prezzi con valori compresi tra il +9,2% della Baviera e il +8,1% dell’Assia.
Gli effetti sui mercati
I mercati azionari europei avevano già iniziato la seduta odierna con forti guadagni incoraggiati dai dati sui singoli Länder. Tuttavia, alla pubblicazione della stima preliminare le Borse continuano a rimanere in verde anche se perdono un po' del momentum rialzista della mattinata.
Il Germany 40 sale del +0,95%, l’Italy 40 è a +1,49%, il France 40 cresce del +0,77% mentre il Netherlands 25 è a +1,35%.
Il cambio EUR/USD, invece, mostra un certo vigore che gli fa guadagnare 26 pips e lo porta in area 1,0560 dopo aver toccato, a metà seduta, il minimo intraday di 1,0519.
Le previsioni
I valori preliminari sull’inflazione in Germania fanno ben sperare gli investitori che hanno iniziato l’anno nuovo con un certo ottimismo ora che i prezzi delle materie prime energetiche, componente principale nella crescita del CPI, si sono stabilizzati al ribasso.
Nonostante questo, l’inflazione rimane ancora elevata (più di tre volte maggiore del target della banca centrale) e la stessa BCE ha più volte dichiarato il suo atteggiamento aggressivo sui tassi di interesse in modo da evitare una ripresa della crescita dei prezzi, eventualità che causerebbe una perdita di fiducia del mercato nei suoi confronti.
Secondo le nostre stime, se il trend discendente dovesse continuare, ci aspetteremmo un CPI intorno al 6-7% per il mese di marzo 2023 cosa che mostrerebbe un chiaro segno che l’inflazione si sta avvicinando a livelli più tollerabili.
Tuttavia, ora i riflettori degli investitori saranno concentrati sulle mosse della Banca Centrale Europea che il prossimo 2 febbraio potrebbe alzare i tassi di interesse di un’intensità inferiore (25 pbs) rispetto alle riunioni precedenti, così da non affaticare la già provata economia del Vecchio Continente.
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