Tesla richiama oltre 360.000 veicoli. Titolo giù nel premarket
La società pioniera dei veicoli elettrici ha provveduto ad un richiamo preventivo delle sue vetture per un errore nel software di gestione della guida autonoma.
Il caso
Nella giornata di ieri Tesla ha annunciato un ritiro volontario di ben 363.000 veicoli a causa dell’accusa da parte dell’Amministrazione per la Sicurezza del Traffico Autostradale negli Stati Uniti che ha puntato il dito contro la versione beta del software di gestione della guida autonoma su alcune vetture della casa.
Secondo il regolatore, il sistema avrebbe difficoltà nel comportamento della vettura in prossimità degli incroci con aumenti della velocità oltre il limite consentito e passaggi con semaforo giallo. Le accuse sono state smentite da Tesla ma il costruttore ha comunque acconsentito ad un richiamo di massa per evitare ulteriori problemi.
Il ritiro coinvolge le vetture del tipo Model S e Model Y prodotte tra il 2016 e il 2023 così come le Model Y consegnate a partire dal 2020. Il software in questione, denominato Autopilot, ha la prerogativa - grazie a radar e sensori su tutta la vettura - di riconoscere l’ambiente intorno al mezzo (altri veicoli, carreggiate, segnali stradali, semafori) e condurre quindi quest’ultimo in modo del tutto automatico adattandosi alle diverse condizioni di guida.
Nonostante ciò, il conducente rimane comunque legalmente responsabile per eventuali incidenti ed è quindi incentivato a tenere la situazione di guida sotto controllo. Il software è un optional offerto dalla casa a circa $15.000.
Il danno all’immagine di Tesla è stato consistente anche se negli scorsi anni la casa è già stata costantemente sotto accusa per il rilascio dell’avanzato sistema di guida autonoma che si ritiene responsabile di alcuni incidenti anche mortali.
Nel 2022 Tesla ha consegnato 1,3 milioni di veicoli ma il rallentamento della domanda ha spinto la casa automobilistica a ridurre i prezzi a listino per aumentare le vendite che prevede possano toccare i 2 milioni nel 2023.
Le previsioni
Nel premarket il titolo Tesla è in lieve ribasso segnando un -1% anche se la performance da gennaio è stato grandiosa con le azioni che hanno archiviato un +87% fino a $201. L’outlook rimane quindi positivo in quanto il problema è facilmente risolvibile con aggiornamenti software compiuti da remoto o presso un’officina autorizzata, fattori questi che rendono la parola “richiamo” anacronistica come l’ha definita il CEO della società Elon Musk.
I problemi sono infatti molto meno preoccupanti rispetto a quelli legati alla meccanica del veicolo che possono causare situazioni pericolose dovute all’affaticamento di componenti difettosi.
Dal punto di vista grafico, le azioni Tesla continuano a mostrare un forte trend rialzista nonostante la volatilità di breve termine che ieri ha portato le quotazioni fino ad un minimo di $196,73. Detto ciò, il break-out oltre il livello di $206, minimo del 15 febbraio, potrebbe portare ad un completo riassorbimento delle vendite della scorsa seduta fino all’ultima area resistenziale significativa posta a $217,70. La rottura di questo “tetto” potrebbe mettere le basi per obiettivi di medio termine più ambiziosi vicino al picco di $237,36, massimo del 1° novembre.
Nel caso opposto, una correzione al ribasso sarà delineata dallo sfondamento della soglia in zona $197, chiusura di ieri, il cui cedimento potrebbe spingere le quotazioni fino al successivo livello a $187,62 - bottom del 13 febbraio.
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