Crisi energia, balzo in Borsa di EDF dopo le scelte governative di nazionalizzare l’azienda
Électricité de France sale del 5,8% ma lo stato francese potrebbe dover sborsare più di €8 miliardi per comprare la rimanente quota azionaria.
Il caso
Électricité de France tornerà in pieno controllo statale. Questo è quello che ha affermato il primo ministro francese Elisabeth Borne il 6 luglio scorso. La storia sembra dunque ripetersi.
Infatti, la nascita di EDF, nel 1946, fu dovuta all’iniziativa dell’allora ministro della produzione industriale Marcel Paul che spinse per la nazionalizzazione di circa 1700 piccoli produttori e gestori dell’energia elettrica francese.
Solo nel 1999, su esplicito ordine di una direttiva europea, il monopolio statale terminò con l’obbligo di cedere fino al 20% della partecipazione statale ai concorrenti.
Tuttavia, il periodo attuale di particolare incertezza macroeconomica con i prezzi delle materie prime ai massimi da un decennio pone nuove sfide per lo stato francese che ha dunque deciso che acquisterà la rimanente quota pari a circa il 16% del capitale sociale.
Con il pieno controllo sulla catena di produzione e fornitura di energia elettrica, l’Eliseo vuole assicurarsi un più ampio controllo sulla regolazione dei prezzi dell’elettricità sull’intero territorio e agire sulla riduzione dell’enorme debito societario (€50 miliardi) senza avere altri interlocutori con cui condividere le proprie decisioni.
I dettagli dell’operazione
Il ritorno di EDF sotto pieno controllo statale dovrebbe essere completato entro ottobre o novembre di quest’anno. Secondo il consensus il governo francese preferirebbe accelerare i tempi dell’operazione lanciando un’OPA a premio sulla rimanente quota (16%) rispetto alla promulgazione di un iter legislativo specifico da promuovere attraverso il parlamento.
Al momento della presentazione dell’annuncio sulla nazionalizzazione della società energetica la quota rimanente era valutata a circa €5 miliardi. Tuttavia, per il buon fine dell’operazione, il governo dovrebbe anche acquistare circa €2,4 miliardi di obbligazioni convertibili e offrire un corposo premio ai detentori di azioni ordinarie. Proprio per questo motivo molti suggeriscono che l’ammontare totale potrebbe raggiungere la cifra monstre di €10 miliardi.
A conferma dei numeri sopra, la scorsa settimana il governo francese ha aumentato il budget di spesa per le partecipazioni statali nel secondo semestre 2022 portandolo a €12,7 miliardi di euro. Molti credono che nell’aumento del budget possa esserci la quota di capitale destinata all’operazione EDF.
Le prospettive sul titolo
Dall’annuncio del primo ministro lo scorso 6 luglio, EDF è salita del 33% portando il titolo a recuperare tutte le perdite (-31%) contratte nel primo semestre 2022. Ora a €10,2 per azione le quotazioni potrebbero subire un ulteriore accelerazione se le indiscrezioni sull’operazione dovrebbero confermarsi migliori del previsto.
Al contrario le sedute di guadagni potrebbero subire un tracollo se l’operazione dovesse complicarsi rispetto alle aspettative del consensus. Nonostante ciò, L’RSI non mostra segnali di ipercomprato attestandosi ancora al di sotto di 70.
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