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Incognita nomine partecipate pubbliche, chi rimane e chi lascia

In questa settimana saranno decisi i ruoli chiave nelle aziende partecipate dallo stato. Quali sono i possibili candidati e chi invece resterà al suo posto.

Fonte: Bloomberg

Le certezze su Eni e Poste

Entro giovedì 13 aprile dovranno essere presentati i nomi dei nuovi vertici aziendali delle aziende partecipate dallo stato tra cui le maggiori società quotate in Borsa (Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna). Ieri una riunione del Consiglio dei ministri non aveva messo in evidenza nessuna discussione su questo tema, affrontato peraltro durante il fine settimana di Pasqua, anche se ha invece deliberato l’inizio della procedura di nomina di due novi membri della Consob (Gabriella Alemanno e Federico Cornelli).

L’incognita sulle nomine resta quindi ancora ben presente sebbene la scadenza sia ormai prossima. Nonostante ciò, vi sono alcune certezze.

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, dovrebbe restare al suo posto così come l’equivalente di Poste Italiane, Matteo del Fante - anche se quest’ultimo potrebbe essere affiancato da una figura femminile nel ruolo di Presidente.

La Premier Giorgia Meloni ha messo in chiaro che vuole avere l’ultima parole sulle figure operative (amministratori delegati) lasciando invece più spazio agli alleati, Lega e Forza Italia, per le nomine di presidenti e di tutto ciò che riguarda le altre società non quotate. La Premier avrebbe anche espresso una preferenza per possibili candidati femminili.

Il rebus di Enel, Leonardo e Terna

Se da un lato ci sono delle solide certezze, dall’altro le incognite proliferano. In particolare, la situazione di Enel e Leonardo resta quella più ingarbugliata. Secondo indiscrezioni, infatti, il numero uno di Enel, Francesco Starace, e quello di Leonardo, Alessandro Profumo, sarebbero giunti al termine dei loro mandati.

Per quanto riguarda Enel, la proposta prevede la sostituzione di Starace con Stefano Donnarumma, a capo di Terna, che verrà a sua volta sostituito da Giuseppina di Foggia, attualmente vicepresidente di Nokia.

Tuttavia, il tempo scorre e non è ancora stata trovata un’intesa unanime. Altre alternative per Enel restano quelle di Paolo Scaroni, sostenuto dalla Lega, ma anche di Luciano Carta, presidente di Leonardo.

Infatti, anche per il colosso della Difesa non mancano i problemi. Il premier Meloni starebbe sostenendo animatamente la nomina di Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione Ecologica nella legislatura Draghi, come Presidente. Tra gli ulteriori candidati alla presidenza di Leonardo ci sarebbe anche Giuseppe Zafarana, al momento comandante della Guardia di Finanza, che però lascerebbe un altro posto vacante da riempire.

Insomma, il tetris delle nomine resta alquanto complicato e tutt’altro che risolto. Il mantra del Premier Meloni resta però quello di mantenere in carica “chi ha fatto bene” seguendo il criterio della competenza anche se alcuni rimpasti ai vertici delle partecipate sono inevitabili.

L’andamento di Borsa

Sui mercati le società non mostrano particolari segnali di debolezza con Leonardo ed Enel che guidano con una performance da inizio anno del 41% e del 20% rispettivamente. A pesare positivamente su queste aziende sono state le aspettative ottimistiche in termini di sostenibilità del debito (Enel) e l’aumento degli ordini a seguito delle tensioni geopolitiche in Ucraina (Leonardo).

Seguono Terna ed Eni con un 15% e un più modesto 3,6%, quest’ultimo a causa della volatilità dei prezzi del petrolio. Poste Italiane resta invece indietro in rialzo di un marginale 2,3% anche se i risultati trimestrali stabili sono indice di un’ottima realtà aziendale che poggia su una solida strategia aziendale.

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