Inflazione Giappone in rialzo al +3,8%
Le pressioni inflazionistiche nel Paese del Sol Levante sono in accelerazione anche a livello dell’indice Core-Core che a novembre segna una crescita oltre le attese al +2,8% a/a.
I risultati
In Giappone l’inflazione continua a crescere come dimostrato dai dati rilasciati questa notte quando l’indice dei prezzi al consumo, a novembre, ha segnato un aumento del +3,8% su base annuale, maggiore del valore di ottobre fermo al +3,7% a/a. L’incremento è stato dettato in gran parte dai prezzi dei generi alimentari anche se un ampio spettro di sussidi governativi ha permesso di mantenere il CPI sotto la soglia del 4% a/a.
Nonostante ciò, su base mensile, il CPI è cresciuto del +0,3% rispetto al +0,6% del mese precedente ma a novembre circa 882 prodotti alimentari, inclusi i latticini, hanno visto un aumento di prezzo.
L’indice Core, che nel calcolo giapponese esclude i beni alimentari ma include quelli energetici, è risultato in linea con le aspettative del consensus al +3,7% a/a ma è in aumento rispetto al +3,6% a/a di ottobre, raggiungendo quindi il livello più alto dal dicembre 1981.
Le statistiche hanno mostrato un’accelerazione dei prezzi di svariate categorie di beni al di fuori di quelli energetici tra cui i maggiori sono stati quelli degli smartphones e dei condizionatori d’aria.
Tuttavia, la crescita dei prezzi depurata da tutti gli elementi volatili (alimentari ed energetici), il cosiddetto indice Core-Core, è salita più del previsto con un dato a novembre al +2,8% su base annuale, maggiore del dato precedente fermo al +2,5% a/a.
Quest’ultimo parametro è il più osservato dalla Bank of Japan in quanto permette di avere una visione più affidabile delle spinte inflazionistiche dal lato della domanda. L’istituto monetario nipponico vuole infatti sostenere una crescita “sana” dei prezzi dopo che il paese ha passato decenni di crescita fiacca a causa di effetti deflazionistici.
Le previsioni del mercato si aspettano che l’inflazione continui a crescere ancora per l’inizio del 2023 con i dati pubblicati da un sondaggio del Teikoku Databank che mostrano come le aziende nipponiche del settore alimentare si aspettino di aumentare i prezzi in circa 7.152 prodotti legati al cibo solo nei primi quattro mesi del prossimo anno.
Gli effetti sul mercato
Al momento della pubblicazione dei dati sull’inflazione (alle 00:30 in Italia), lo USD/JPY (大口) sale di 23 pips passando da 132,18 a 132,41 per poi continuare al rialzo fino a raggiungere il picco intraday a 132,81 e stabilizzarsi a 132,66.
Analogo movimento anche per la coppia EUR/JPY che dopo un movimento laterale tocca un massimo della giornata a 140,86, prima di ripiegare di 30 pips.
Sui mercati azionari la reazione è molto più fredda con il Nikkei che archivia la seduta odierna con un ribasso del -1,03% a 26.235 punti mentre l’indice Topix scende di mezzo punto percentuale a 1.897 punti. Le Borse europee aprono in debole rialzo.
Sul mercato obbligazionario, i titoli di stato nipponici risultano invece poco mossi.
Le previsioni
Martedì 20 la decisione della BoJ di lasciare fluttuare in una fascia più ampia, dallo 0,25% allo 0,50%, i rendimenti dei titoli decennali giapponesi ha lasciato presagire al mercato un possibile intervento di stampo monetario già nei primi mesi del 2023. Nonostante ciò, il Governatore Kuroda, nel suo discorso post-riunione, ha sottolineato che l’istituto monetario non ha intenzione di variare la sua politica ultra-espansiva nel breve termine.
Detto questo, ora il mercato si attende un cambio di strategia da parte della BoJ con alcune indiscrezioni dai membri del Consiglio Direttivo della banca centrale che ammoniscono di un possibile rialzo già a gennaio.
A nostro avviso, l’inflazione in Giappone potrebbe raggiungere il picco già nel mese di dicembre per poi mostrare un lieve trend discendente grazie ai sussidi pubblici e al calo delle quotazioni delle materie prime energetiche, dovuto in parte al rallentamento economico.
La Bank of Japan potrebbe dunque effettivamente provvedere ad un rialzo del tasso overnight (livello attuale al -0,1%) in modo da apprezzare lo yen e contrastare in parte il fenomeno di importazione dell’inflazione, allineandosi quindi alle politiche monetarie restrittive delle altre banche centrali. Altre modifiche alla politica dell’YCC (Yield Curve Control) saranno il preludio per un imminente aumento del tasso di interesse di riferimento.
Infine, il Governatore Kuroda, il cui mandato scade ad aprile 2023, vuole però evitare una stretta sul costo del denaro troppo precoce e rimane dunque in attesa che i salari reali crescano in modo tale da compensare l’aumento dei prezzi dei beni nell’economia, anche se non è scontato che questo avvenga.
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