PIL USA quarto trimestre sopra le attese al +2,9%
Nel periodo ottobre-dicembre la lettura preliminare registra una crescita del Prodotto Interno Lordo che ha battuto le attese del consensus confermando la resilienza dell’economia americana.
I risultati
Nel primo pomeriggio sono uscite le statistiche preliminari relative al PIL statunitense del quarto trimestre 2022 con i dati che indicano una crescita del +2,9% a/a, superiore alle previsioni di mercato ferme al +2,6%.
Nel terzo trimestre 2022 il PIL era aumentato del +3,2% su base annuale mentre nell’intero 2022 il Prodotto Interno Lordo è cresciuto del +2,1% anno su anno rispetto al +5,9% del 2021. La spesa dei consumatori che ammonta a circa il 69% dell’intera economia del paese è scesa leggermente nel quarto trimestre al +2,1% rispetto al +2,3% del trimestre precedente.
Detto questo, i risultati mostrano una decisa ripresa dell’economia a stelle e strisce dopo il modesto calo dell’attività economica nei primi due trimestri dell’anno scorso (-1,6% nel primo trimestre e -0,6% nel secondo trimestre).
La resilienza dell’economia americana continua, dunque, a stupire gli operatori di mercato che solo qualche mese fa annunciavano una pronta recessione, eventualità che al momento resta improbabile stando ai fondamentali macroeconomici e alle future mosse di politica monetaria della Federal Reserve che preannunciano un rilassamento dei rialzi del costo del denaro nelle prossime riunioni.
Infatti, la banca centrale statunitense sembra diretta verso un rallentamento della sua stretta monetaria con uno scontato rialzo di 25 punti base nella prossima riunione prevista per il 31 gennaio - 1° febbraio.
I tassi di interesse dovrebbero passare dall’attuale livello compreso tra il 4,25-4,5% fino al 4,5-4,75%. Per le prossime riunioni ci aspettiamo almeno altri 2 aumenti da 25 punti base portando i tassi al 5-5,25% (livello terminale per il processo di incremento del costo del denaro).
I dati di oggi faranno certamente ritornare alla carica i membri più “falchi” all’interno del FOMC che sosterranno il mantenimento della stretta monetaria della Fed (giustificandola con la forza dell’economia) in modo da evitare la ripresa delle pressioni inflazionistiche che sono risultate pari al +6,5% a/a nel mese di dicembre.
Gli effetti sui mercati
I futures sul mercato statunitense sono in verde in attesa dell’apertura di Wall Street anche se al momento della pubblicazione del dato sul PIL vi è stata una breve reazione negativa su tutti gli indici, sintomo dei timori di una continuazione della stretta monetaria della Fed dopo la forza dell’economia USA.
Al suono della campanella, il NASDAQ sale del +1,53%, l’S&P 500 segue a +0,8% mentre il Dow Jones avanza del +0,34%. L’andamento positivo dei principali indici americani segue quello delle Borse europee che sono state spinte al rialzo dalle ottime trimestrali.
Sul lato dei cambi, l’EUR/USD mostra molta volatilità ma è in modesto calo, circa 26 pips, rispetto alle quotazioni di questa mattina fino a 1,0900.
Le previsioni
Stando ai dati macroeconomici la recessione sembra molto improbabile con i passati timori che risultano ormai superati e aprono invece le speranze per un “soft landing”. La disoccupazione resta estremamente bassa al 3,5% nel mese di dicembre (la settimana prossima il dato di gennaio) mentre i tassi sono previsti in stabilizzazione a mano a mano che ci si avvicina al target terminale della Fed che il consensus prevede sia intorno al 5% o poco più.
Inoltre, le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione sono scese di 6.000 unità a 186.000 (nella settimana del 21 gennaio) mentre gli ordini di beni durevoli a dicembre hanno registrato un aumento del +5,6% rispetto al mese precedente (attese per un +2,5%).
Insomma, nulla fa credere che l’economia americana debba soffrire più di un modesto rallentamento della crescita dovuto al normale ciclo economico che nell’anno passato ha dovuto sopportare innumerevoli esternalità negative (guerra in Ucraina, crisi energetica, inflazione e stretta monetaria).
In conclusione, i mercati azionari potrebbero continuare a rimanere in osservazione ancora per qualche mese in attesa di un sostenuto slancio al rialzo una volta che le pressioni inflazionistiche continueranno a mostrare un deciso rallentamento e le banche centrali stabilizzeranno il costo del denaro ad un livello non troppo deleterio per la crescita economica.
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