Qual è la relazione tra tassi di interesse e obbligazioni?
I tassi di interesse fissati dalle banche centrali hanno un impatto importante sul mercato obbligazionario. Scopriamo qual è la loro relazione.
A cosa servono i tassi di interesse?
I tassi di interesse vengono fissati dalle banche centrali di ogni paese in modo da regolare la propria politica monetaria. Il tasso di interesse indica quanto costa prendere a prestito il denaro da parte degli intermediari finanziari.
Tassi bassi garantiranno uno stimolo all’economia con una politica monetaria espansiva (costa meno prendere a prestito e quindi si inducono gli operatori finanziari ad assumere più rischio) mentre tassi elevati sono tipici di una politica monetaria restrittiva (aumenta il costo del denaro e gli operatori tendono ad accumulare liquidità, l’attività economica rallenta).
I tassi di interesse all’interno delle decisioni di politica monetaria rivestono quindi il compito - fondamentale - di regolare l’attività economica e quindi l’inflazione, il tasso di crescita dei prezzi.
Gli effetti di una variazione dei tassi di interesse sulle obbligazioni
Nonostante la conseguenza di una variazione dei tassi di interesse venga avvertita principalmente nell’economia reale, tipicamente dopo qualche mese dalla decisione, vi sono anche effetti sostanziali sul mercato obbligazionario.
Le obbligazioni sono titoli di debito emessi da società o da stati che permettono ad investitori esterni di sottoscrivere un certo capitale (ogni titolo ha valore nominale di €100), che sarà restituito alla scadenza del contratto, mentre l’emittente si impegna a garantire una cedola periodica (annuale, semestrale, trimestrale) per tutta la durata dell’obbligazione.
Le obbligazioni hanno innumerevoli varianti ma le più comuni sono quelle a tasso fisso e quelle a tasso variabile, in cui quest’ultimo è dato dall’ammontare della cedola che genera dunque un rendimento dell’intero titolo calcolato in percentuale.
Detto questo, bisogna tenere bene a mente che l’obbligazione è composta da due parti: un prezzo e un rendimento che ne determina il “rischio”. Il punto focale qui è che il prezzo dell’obbligazione e il suo rendimento hanno sempre una correlazione negativa (quando sale uno l’altro scende e viceversa).
Infatti, gli investitori si assumono un rischio maggiore acquistando bond da emittenti non solidi e questo genera un meccanismo per cui il prezzo dell’obbligazione stessa è a sconto rispetto al valore nominale. Viceversa, un titolo molto sicuro - per esempio i decennali tedeschi - offrirà un rendimento più basso proprio perché la forte domanda genera una crescita del loro prezzo.
Qual è la relazione tra tassi di interesse e obbligazioni?
Detto questo, quando i tassi di interesse aumentano a causa di manovre di politica monetaria, i rendimenti delle obbligazioni saliranno in linea con la crescita del tasso benchmark (scenderà quindi il loro prezzo).
Questo causa un problema per i detentori di titoli di stato perché essi subiranno delle perdite in conto capitale (dal lato del prezzo). Questo fenomeno si chiama effetto doom-loop e viene avvertito tipicamente dalle banche e dalle istituzioni finanziarie che sono grandi acquirenti di obbligazioni, investimento necessario per “immobilizzare” la liquidità in eccesso dei depositanti senza correre troppi rischi.
Al contrario, se i tassi di interesse scendono molto si avranno rendimenti obbligazionari molto modesti con un estremo di questa situazione che è dato dai rendimenti negativi. Negli ultimi anni questo fenomeno fu la norma in alcuni paesi, ad esempio in Germania, a causa dell’immensa liquidità intrinseca nel sistema economico dovuta ai piani di Quantitative Easing della BCE.
Ad oggi, i rendimenti negativi sono ancora visibili in Giappone nei titoli con scadenza inferiore ai tre anni, effetto diretto della politica monetaria ultra-espansiva della Bank of Japan che mantiene ancora i tassi di interesse negativi al -0,1%.
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