Anticipazioni Bce: Mario Draghi verso l'annuncio di un nuovo Tltro?
L'Ocse rivede le stime di crescita mondiale. Rallenta anche la Germania: un passo verso una politica più accomodante? Appuntamento col meeting Bce giovedì 7 marzo a Francoforte. Messina (Intesa) favorevole a una nuova asta
Mercati pronti ad una nuova iniezione di liquidità da parte della banca centrale europea, che potrebbe giocare la carta del rallentamento economico globale (ed europeo) per tornare a concedere di più. A rinfrancare l’idea degli operatori sono giunte oggi le previsioni di crescita dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che, nel complesso, ha rivisto le stime per l’area euro all'1% per l’anno 2019 (-0,8 punti rispetto a quanto previsto nell’Economic Outlook di novembre) e all’1,2% nel 2020 (-0,4 punti). Fanalino di coda per l’Italia, con un -0,2%; poco rincuoranti sono stati tuttavia anche i numeri dell’economia tedesca, con aspettative di crescita in calo dello 0,9%, dall'1,4% del 2018 allo 0,7% del 2019.
A meno di 24 ore dal meeting Bce di marzo, le proiezioni sembrano dare per certo che l’istituto centrale tornerà a farsi protagonista con un nuovo programma di prestiti mirati (Tltro). Non è chiaro se l’annuncio avverrà già nel corso di questa riunione o se si dovrà aspettare il meeting del 10 aprile. Analogamente, resterebbero da definire quale durata e a che tasso saranno concesse le nuove tranches di denaro.
Cosa sono le operazioni Tltro?
Le operazioni di Tltro, Targeted longer-term refinancing operations, si sostanziano in una erogazione di credito della durata massima di quattro anni concesso ai diversi istituti dell’Eurozona in forma di finanziamento. Questi ultimi, a loro volta, concederanno nuovi presiti bancari all’economia reale (imprese e famiglie), andando a smuovere le leve che regolano investimenti e consumi.
Il rendimento di tali prestiti per l’organo centrale tende a rasentare quello del tasso di riferimento (attualmente allo 0%), con possibilità di contrarsi ulteriormente verso il livello del tasso sui depositi (oggi a -0,40%).
A partire dal mese di giugno, le operazioni legate alla precedente fase di Tltro (risalenti al 2016) raggiungeranno una scadenza residua inferiore ai 12 mesi, ragion per cui la Bce potrebbe considerare nuove emissioni. Al momento, l'istituto centrale ha in pancia 64 miliardi di euro derivanti dalle due precedenti operazioni di Tltro, in scadenza tra il 2020 e il 2021; 44,5 miliardi dovranno essere restituiti alla Banca centrale europea nel 2020, 19,5 miliardi nel 2021.
Bce: cosa dirà Mario Draghi?
Ogni porta resta però aperta fino a che, domani, il presidente della Bce, Mario Draghi, interverrà in conferenza stampa a Francoforte (ore 14:30 ora italiana). Lo speech farà seguito, come di consueto, all’annuncio sul livello dei tassi d’interesse, che non dovrebbero subire modifiche. Il governatore ha infatti più volte ribadito che non verrà annunciato alcun intervento sul costo del denaro fino almeno all’estate 2019 e comunque non prima che l’economia della moneta unica avrà raggiunto un target d’inflazione attorno alla soglia del 2%.
La Bce è solo una delle banche centrali che nelle ultime settimane ha ribadito il proprio approccio accomodante, dopo la conferma della Bank of Japan, che non intravede all’orizzonte le condizioni per limitare il proprio programma di sostegno all’economia, ed il cambio di marcia della Federal Reserve che, dopo i quattro rialzi del 2018, si è detta ora “paziente”, in linea con gli sviluppi del mercato.
Bce: scenari di una possibile asta Tltro
In attesa di vedere come opererà l’organo centrale europeo, l’euro ha leggermente recuperato terreno contro il dollaro americano (+0,12%), dopo una serie di sedute negative che hanno portato la coppia a quotare a ridosso di 1,1300.
"Credo che sia molto probabile che si possa andare verso un rinnovo del Tltro" ha affermato l’Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Interrogato circa la possibilità di un nuovo programma di Tltro, Messina si è detto positivo, spiegando che l’immissione di nuova liquidità mirata ai diversi istituti di credito "fa parte di una delle leve di politica monetaria che devono essere utilizzate nei momenti in cui c'è un rallentamento della crescita, che non riguarda solo l'Italia, ma tutta l'Europa, in particolare quel Paese che per noi è trainante, la Germania. Quando la Germania cresce zero, significa che c'è un rallentamento che ha impatti sul vero motore dell'Europa”.
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