Brexit di nuovo al voto: focus emendamenti, si cerca l'accordo. No-deal e backstop sul tavolo
Inizia alle 13:50 la discussione in Parlamento sugli emendamenti all'accordo di Theresa May. Al centro delle discussioni backstop d'Irlanda e opzione no-deal. Nuovo voto atteso il 13 febbraio, dopo un passaggio a Bruxelles.
Parlamentari inglesi pronti al voto sugli emendamenti dell’accordo May. In attesa di sapere quali sorti spetteranno al Regno Unito, l’attenzione ruota attorno al confine Irlandese e alla ricerca di una soluzione che permetta di lasciare aperta la linea tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda.
Al momento non è ancora non è noto quali emendamenti saranno scelti per il voto. Il portavoce della Camera, John Bercow, assieme al primo ministro, Theresa May, presenteranno le varie proposte all'inizio del dibattito odierno, che inizierà alle 12:50 pm (13:50 ora locale). Le votazioni si svolgeranno quindi attorno alle ore 7 pm (20:00).
Ad aleggiare sulla testa dei conservatori resta tuttora lo scenario no-deal, che non è stato rimosso dal tavolo per posizione della stessa May, intenzionata a far crescere i voti a favore del proprio accordo e a presentarsi all’Unione europea con ancora sul tavolo la peggiore delle opzioni possibili per tutti.
Tra le proposte che saranno presentate oggi compaiono quelle già discusse nel recente passato, circa l’esclusione di una uscita dall'Ue senza accordo e la possibilità di ritardare l’entrata in vigore della Brexit a dopo la data prevista del 29 marzo.
Il portavoce ufficiale del primo ministro ha detto che le votazioni di martedì avverranno "nel più breve tempo possibile" per concentrarsi sulla fase di trattative con Bruxelles. L’Ue tuttavia ha adottato toni duri riguardo alla posizione inglese, confermando la non intenzione di rinegoziazione il testo concordato.
A sostegno della posizione dell'Europa è giunta oggi la dichiarazione di Margot Wallström, ministro degli esteri svedese ed ex vicepresidente della Commissione europea, che si è scagliata contro la classe politica britannica per il modo in cui ha gestito l'uscita del Paese dall’Unione, affermando: “non posso perdonarli per questo”.
Brexit: principali emendamenti al voto
Secondo anticipazioni, i parlamentari tory starebbero lavorando su più alternative, nel caso in cui non si riescano a compiere progressi e il Regno Unito lasci l'Ue senza un accordo.
Un documento trapelato nelle scorse ore conterrebbe la proposta elaborata dalle fazioni rivali a Theresa May , volta ad estendere il periodo di transizione (Nicky Morgan, Jacob Rees-Mogg, STeve Bake and Tory Remainers) durante il quale il Regno Unito continuerà a seguire le regole europee e a pagare quanto dovuto) dalla fine del 2020 al dicembre 2021, per concedere più tempo nel raggiungere un accordo di libero scambio. Durante tale periodo, i diritti dei cittadini dell'Ue sarebbero garantiti, non ci sarebbero controlli doganali sulla frontiera irlandese ed il Regno Unito pagherebbe i 39 miliardi di sterline per il cosiddetto "accordi di divorzio".
Tra le varie proposte, c’è attesa per l’emendamento della laburista Yvette Cooper, avente lo scopo di scongiurare l’eventualità di un “no deal”, estendendo l'articolo 50 in caso di mancato accordo entro il 26 febbraio. Se fosse approvato, l’emendamento aprirebbe una procedura relativamente contorta circa il voto di una legge che, se approvata, obbligherebbe il governo a chiedere all’Unione Europea di rimandare la Brexit di alcuni mesi qualora non si dovesse riuscire ad approvare un accordo.
Sempre al 26 gennaio è fissata la scadenza della proposta della laburista Rachel Reeves, che prevede l'estensione dell'articolo 50 di due anni nel caso non si dovesse trovare un accordo.
Dominic Grieve, ex procuratore generale, ha invece paventato l'idea di dare il via ad una serie di voti in Parlamento, che passino al vaglio le principali opzioni sul tavolo e verifichino l'effettivo numero di parlamentari pro e contro le diverse soluzioni.
L’emendamento Brady, dal nome del capogruppo del Partito Conservatore Graham Brady, chiede invece al governo di impegnarsi a modificare l’accordo in modo che siano rimossi gli aspetti più dibattuti del backstop. In caso di fallimento, l’emendamento prevede di sostenere l’accordo originale raggiunto da May.
Da ultima, la proposta di Ian Blackford che, rircordando come palramento scozzesem assemblea gallese e comuni abbiano votato tutti "in modo schiacciante" contro l'accordo, ha chiesto che la Scozia non venga esclusa dall'Unione "contro la sua volontà".
Nessuno degli emendamenti è vincolante per il governo, ma dovrà esser valutato in caso di eventuale approvazione.
Intanto, il primo ministro britannico ha annunciato ai legislatori conservatori che prevede di andare nuovamente al voto in parlamento il prossimo 13 febbraio. Dopo la schiacciante sconfitta di due settimane fa, May vorrebbe assicurarsi concessioni aggiuntive sul confine irlandese prima di tornare al giudizio dei Comuni.
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