Cina-Usa: qual è la prima economia del mondo? Cosa sta accadendo e perché
Sostegno all’economia, interventi su tassi d’interesse, riserve e politica fiscale, investimenti a favore dei consumi, innovazione per il tech: in tempi di trade war la Cina si riorganizza. Chi sarà la prima potenza al mondo?
Nuove disposizioni a sostegno dell’economia; nuovi interventi su tassi d’interesse, riserve bancarie e politica fiscale; nuovi investimenti a favore dei consumi interni; nuove misure per spingere il settore tecnologico locale; infine, un nuovo, ulteriore, allungamento dei termini in vista di un possibile accordo con gli Stati Uniti.
Cina-Usa: il piano anti rallentamento
La Cina non si ferma, nemmeno di fronte al rallentamento generalizzato dei dati macro e alle mosse di un’Amministrazione Trump che cerca in ogni modo di tarparne le ali.
Senza chiari risvolti circa le tensioni commerciali che ormai da più di un anno bloccano le transazioni tra le due prime economie al mondo, le parole del Presidente Donald Trump pronunciate ieri non aiutano a sperare in una rapida chiusa. Al momento, non vi sarebbe infatti alcuna intenzione di fissare un termine specifico per un accordo con Pechino che permetterebbe a quest’ultimo di sfuggire all'imposizione di un’ulteriore scaglione di dazi del 25% su $300 miliardi di valore di merci esportate "Non mi impongo alcuna scadenza” ha sentenziato il Tycoon, proseguendo: “la mia scadenza è: cosa sta succedendo ora?”
Cina-Usa: la manovra anti dazi
Nell’ottica di evitare che gli effetti della guerra commerciale si riverberino sull’economia locale, il vice premier Liu He ha rimarcato la necessità per Pechino di annunciare nuove politiche a sostegno della crescita. In tale ottica, Yi Gang della People Bank of China (PBoC) ha dichiarato oggi: "Abbiamo incredibili margini di manovra a livello di tassi di interesse, tassi minimi di riserva e strumenti di politica fiscale. Penso che lo spazio per gestire la situazione sia enorme", ha concluso Gang.
Le parole degli esponenti arrivano dopo che a maggio la crescita del credito in Cina è stata più debole del previsto, cosa che ha rafforzato le aspettative di un nuovo allentamento monetario. Sempre a maggio, l'attività industriale si è contratta, mentre le importazioni sono diminuite al minimo da quasi tre anni, evidenziando la debole domanda.
Cina-Usa: la mossa della PBoC
Il mese scorso, la PBOC ha annunciato un taglio in tre fasi delle riserve obbligatorie regionali per ridurre i costi di finanziamento delle piccole e medie aziende private. A differenza delle precedenti recessioni, la banca centrale è stata invece più cauta nel tagliare i tassi di riferimento (a detta degli esperti, per la paura che misure più aggressive vadano a pesare eccessivamente sulla mole di debito).
Se tuttavia la Federal Reserve statunitense dovesse iniziare a tagliare i propri tassi prima delle iniziali attese (tra luglio e settembre 2019), la PBoC al pari delle altre banche centrali avrebbe più spazio di manovra.
Cina-Usa: il progetto di autonomia
"Al momento abbiamo molte pressioni dall’esterno, ma tali pressioni ci aiuteranno a rafforzare la nostra autosufficienza nell'innovazione e ad accelerare il ritmo dello sviluppo della velocità", ha detto Liu. Secondo alcuni gestori di fondi in Asia, con l’avvento della guerra commerciale si registrerà una crescita degli investimenti in azioni cinese e in player della realtà locale, come promessa a lungo termine. La Cina ricercherà sempre più, infatti, l’autonomia dai grandi rifornitori mondiali di prodotti finiti e semilavorati, sviluppando internamente il grosso dell’attività produttiva e brevettando da sé i propri modelli.
Cina-Usa: la nuova finanza
In tal senso, ad attirare l’attenzione del mercato è stato un altro annuncio proveniente sempre dal Dragone, secondo cui la Cina si starebbe preparando a lanciare un proprio indice Nasdaq (tecnologico) che concorra direttamente col paniere statunitense. L’indice, Star market, dovrebbe essere basato in Shanghai.
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