Disoccupazione Usa ai minimi dal dicembre 1969. Wall Street al ritmo di NFP e Fed
Disoccupazione al 3,6% e nuovi posti di lavoro creati (non-farm payrolls) oltre il consenso di mercato. Cala però il tasso di partecipazione alla forza lavoro (-0,2% al 62,8%). Dollaro stabile dopo un picco di volatilità.
Tasso di disoccupazione americana in calo al 3,6% ai minimi dal Natale del '69. Con un però: il calo dello 0,2% del tasso di partecipazione alla forza lavoro (pari al 62,8%). Gli Stati Uniti hanno invece stupito il mercato sul fronte dei posti di lavoro creati ad aprile, con 263 mila nuovi occupati (181mila attesi), ben oltre i 196 mila di marzo e i 33 mila di febbraio (ai minimi da settembre 2017); la media degli ultimi 12 mesi si attesta a 213 mila.
Tra i settori più performanti evidenziati dal Bureau of Labor Statistics che hanno contribuito al miglioramento del dato, le costruzioni, l’health care, l’assistenza sociale e i servizi professionali e d’impresa.
Usa: non-farm payrolls di aprile
L'indice non-farm payrolls, tra i più sentiti dagli operatori a stelle e strisce, misura la variazione mensile del numero di salariati per tutte le categorie di attività non agricole, che complessivamente rappresentano l’80% dei lavoratori che contribuiscono alla formazione del Prodotto interno lordo statunitense.
Immediata la reazione del biglietto verde, che poco dopo la pubblicazione del dato sui NFP ha accelerato a rialzi fino a +0,3%, riassorbendosi poi poco dopo.
I numeri odierni fanno seguito al dato sull’occupazione ADP non agricola (dell’impiego privato) di questo mercoledì, che ha raggiunto ad aprile i 275 mila nuovi posti creati, contro attese a 181 mila.
Disoccupazione Usa al 3,6%
A coronare il quadro d’insieme sul mercato del lavoro a stelle e strisce, la disoccupazione in aprile è ulteriormente migliorata, passando dal precedente 3,8% all'attuale 3,6%, con un passetto all’indietro del tasso di partecipazione alla forza lavoro, sceso dello 0,2% al 62,8%.
Sotto le attese la variazione del salario orario medio mensile, cresciuto dello 0,2%, rispetto al target dello 0,3% (+3,2% su base annuale).
Federal Reserve: zero rialzi dei tassi
Dopo le indicazioni fornite dalla Federal Reserve nella serata di mercoledì, i mercati sono rimasti in attesa di conoscere i numeri odierni. L’istituto centrale americano non dovrebbe toccare il livello dei tassi d’interesse per l’intero anno 2019, nonostante l’economia americana si confermi in crescita ed in forze. A fine aprile, la rilevazione del Pil (preliminare) del primo trimestre ha più che superato le aspettative di mercato (+2%) segnando una crescita del 3,2%.
Inflazione Usa destinata a salire?
L’inflazione si è invece confermata al di sotto del target al 2%, con un livello core prossimo all’1,6%. Jerome Powell ha precisato in conferenza stampa che il basso livello dei prezzi attuali è condizionato da fattori temporanei, che dovrebbero venire meno nei trimestri a venire. Solo qualora l’inflazione si mantenesse costantemente al di sotto della soglia obiettivo, tale debolezza, non più imputabile al ribasso dei prezzi del petrolio (cresciuti da inizio 2019 del 40%), implicherà la valutazione da parte del board centrale di nuove strategie.
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