Europee 2019 al via: liste, candidati e sondaggi. I rischi per i mercati finanziari
Elezioni europee: primo giorno di voto. Regno Unito alle urne: una conferma sulla Brexit? Mercati pronti all'ascesa dei partiti sovranisti ed euroscettici: sondaggi al 30%. Sotto la lente l'euro e i rendimenti del decennale.
L'ascesa di partiti populisti e sovranisti ha portato le elezioni europee, di solito ignorate dai mercati perché noiose da un punto di vista operativo, in cima all’elenco delle preoccupazioni dei gestori di portafoglio. Il timore? Che il 30% dei seggi finisca in tasca ai partiti sovranisti ed euroscettici, una situazione che complicherebbe le prospettive europee (ed il perseguimento degli obiettivi comunitari) e che potrebbe ostacolare gli sforzi dei singoli governi di presentarsi come fronte unito in caso di tensioni (commerciale) globali.
Elezioni europee 2019: parte il Regno Unito
Parte oggi la prima turnata di votazioni europee, che vedrà recarsi alle urne il Regno Unito, terza più grossa delegazione parlamentare, assieme con l’Italia (73 parlamentari su 751), dopo Germania e Francia.
Dai sondaggi condotti in Gran Bretagna, Nigel Farage, il promotore di quella Brexit che il 23 giugno 2016 portò i cittadini inglesi a votare per l’uscita dall’Unione europea, è dato come probabile vincitore, con circa il 32% delle preferenze; alcune stime si sbilanciano fino a 37%. Nel 2014, l’Ukip sotto la guida di Farage ottenne il 27,5% dei consensi.
Europee 2019: uno specchio sulla Brexit
Se i risultati daranno ragione ai polls, i mercati avranno la conferma che una buona schiera di inglesi sostiene ancora la Brexit e che i giochi dei conservatori di Theresa May sono davvero agli sgoccioli.
I laburisti di Jeremy Corbyn potrebbero quindi proporre un leader che rimpiazzi May, nonostante l’esito dei sondaggi indichi un calo di preferenze per l’attuale opposizione al governo dal 25,4% delle europee 2014 al 21%. Parallelamente, i Tory (dati tra l'11 e il 13%) potrebbero confermare il loro terzo posto, o, peggio, finire sul quarto gradino sotto i Liberal Democratici, o al quinto, sotto il Green Party.
Elezioni europee 2019 in Italia: domenica 26
Parallelamente alle sorti del Regno Unito, gli operatori restano in allerta circa l’esito che la turnata elettorale avrà in Italia. In Italia come nel Regno Unito, i sondaggi vedono la Lega del vice premier, Matteo Salvini, attorno al 30% delle preferenze. Se ciò si realizzasse, il voto potrebbe incoraggiare uno dei due partiti a capo della maggioranza italiana a prendere una posizione più dura nei confronti di Bruxelles, alla quale viene contestata la rigidità circa il cui budget di spesa pubblica. Tra i punti in agenda dei partiti populisti spicca anche la richiesta di un allentamento delle regole fiscali nella zona euro. Movimento 5 Stelle e Partito Democratico dovrebbero invece arrivare entrambi poco sopra al 20% circa dei consensi.
Il risultato elettorale potrebbe avere implicazioni non solo sulle battaglie di bilancio condotte da Roma contro la Commissione europea, ma anche e soprattutto a livello nazionale: in caso di vittoria, Salvini potrebbe considerare l'idea di abbandonare l’attuale governo di coalizione, andando da solo a nuove elezioni.
Europee 2019: il rischio dei partiti euroscettici
Qualora un terzo dei voti finisse davvero nelle mani di partiti sovranisti ed euroscettici, ciò comporterebbe gravi rischi per la tenuta economica nel suo insieme, alla luce delle dinamiche di crescita economica in calo e delle tensioni globali a livello commerciale.
Al momento, il grosso dei sondaggi di opinione prevede un'alleanza tra i partiti conservatori, socialisti e liberali pro-Ue per ottenere la maggioranza assoluta. Ciò non toglie però che la quota di seggi in capo agli euroscettici potrebbe aumentare in modo significativo rispetto dall'attuale 10%.
Elezioni europee 2019: sondaggi e risultati
Secondo Berenberg, i partiti euroscettici potrebbero ottenere circa 180 seggi sui 751 attuali, che verranno ridimensionati a 705 a Brexit avvenuta (data ultima prevista, 31 ottobre 2019). A detta dell’istituto, una quota di consensi pari o inferiore al 25% del totale sarebbe insufficiente a turbare la governance centrale, ma potrebbe avere effetti di breve termine su mercati già nervosi.
Europee 2019: i possibili effetti sui mercati
Tra gli asset di mercato i primi a rispondere dell’esito elettorale dovrebbero essere la moneta unica e i rendimenti dei titoli di Stato, che vedrebbero calare ulteriormente il rendimento del decennale tedesco (già sui minimi da due anni e mezzo) ed aumentare il rischio sui bond dei Paesi più periferici. Il raggiungimento del 30% delle preferenze per la fazione sovranista potrebbe inoltre spingere, nel caso italiano, il differenziale Btp/Bund al livello dei 300 punti base.
Tra le voci fuori dal coro, alcuni analisti vedono nella possibile escalation delle forze euroscettiche e sovraniste la possibilità che qualcosa a livello europeo si smuova, incoraggiando i principali partiti di governo, dopo anni di austerità, a rilassare i vincoli sulla spesa di bilancio e tamponando il rischio di crescita debole ed il ristagno dei redditi.
Elezioni europee 2019: partiti, candidati e liste
Allo stato attuale, i due gruppi più popolosi all'interno del Parlamento europeo sono l’EPP del presidente Antonio Tajani (European People's Party) con 217 rappresentanti ed il S&D di Gianni Pittella (Progressive Alliance of Socialists and Democrats) con 189 candidati.
Seguono i gruppi ECR (European Conservatives and Reformists) con 74 seggi, ALDE (Alliance of Liberals and Democrats for Europe) con 68 seggi, GUE-NGL (European United Left–Nordic Green Left) con 52 seggi e Greens-EFA (Greens–European Free Alliance) con 51 seggi.
Solo al settimo posto si trova l’EFDD (Europe of Freedom and Direct Democracy) di Nigel Farage, ora a 45 deputati, appena prima dell’ENF di Marine Le Pen (Europe of Nations and Freedom) con 37 sedute.
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