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Huawei cita gli USA in giudizio: bando incostituzionale. Borse in attesa di un accordo Trump-Xi

Il colosso tech cinese passa al contro attacco. Guo (presidente) sul divieto di utilizzo smatphone Huawei da parte dell'amministrazione federale: contrario alla legge e alla concorrenza. Verso il confronto Trump-Xi di fine marzo.

Fonte: Bloomberg

Borse asiatiche poco convinte, in una giornata conclusasi in territorio per lo più negativo. L’attesa, ancora una volta, sembra concentrarsi tutta sul confronto Stati Uniti e Cina, che attorno al 27 marzo dovrebbero riunirsi in un nuovo (forse ultimo) meeting in Florida per trovare un accordo sul commercio. Intanto, le tensioni tra i due Paesi non accennano a rallentare, specie sul fronte più dibattuto: quello tecnologico.

Il colosso cinese Huawei ha citato in giudizio gli Stati Uniti per aver vietato l’utilizzo di smartphone e devices Huawei alle agenzie federali. Ad annunciare la contromossa è stato il presidente del gruppo con sede a Shanzhen, Guo Ping, che ha inoltre puntato il dito contro gli Usa, colpevoli a suo dire di aver hackerato i server della società, con relativo furto di email.

Hong Kong ha chiuso gli scambi in calo dello 0,5%; male anche Tokyo, attorno al -0,7%. Meglio è invece andata a Shanghai, che si è confermato positivo a +0,75%.

Deficit USA record: timori sul commercio

Ad aggiungere preoccupazioni ai mercati è stata la rilevazione di ieri di un deficit commerciale americano salito nel 2018 ad un record da 10 anni, con una domanda interna forte che ha attratto le importazioni, nonostante le politiche "America First" dell'amministrazione Trump volte a ridurre il divario.

Tra le proposte cinesi per allentare le tensioni, Pechino ha infatti messo subito in prima linea l’incremento dei propri acquisti americani di prodotti agricoli (soia), energetici e dell’industria, con l’obiettivo di portare a zero l’avanzo commerciale cinese entro il 2025 (per un valore complessivo di oltre mille miliardi di dollari).

Huawei accusa gli USA: nuove tensioni lato tech

Il bando emanato dal Presidente Trump per vietare la vendita e l’utilizzo della tecnologia di Huawei. "Il Congresso degli Stati Uniti ha ripetutamente fallito nel fornire una qualsiasi prova a supporto delle restrizioni sui prodotti Huawei" hanno dichiarato Guo. "Questo divieto” hanno proseguito “non solo è contrario alla legge, ma impedisce a Huawei di operare in una competizione equa, danneggiando, non da ultimi, i consumatori statunitensi".

Guo ha quindi chiosato: "Siamo impazienti di conoscere quale sarà il verdetto, che riteniamo andrà a beneficio sia di Huawei che del popolo americano".

Huawei dal canto suo dovrà invece rispondere a 23 capi d’imputazione americani relativi, tra gli altri, al furto di proprietà intellettuale, al trasferimento forzoso di tecnologia, alla violazione delle sanzioni Usa all’Iran (ragione che ha portato all’arresto della direttrice finanziaria del gruppo, Meng Wanzhou, arrestata in Canada lo scorso dicembre).

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