Market Update - Brexit incagliata, dollaro in recupero, Vix in calo
Proseguono contrastate le borse europee all'indomani del buon rialzo di ieri. La questione Brexit si complica sempre di più man mano che la data del 12 aprile si avvicina.
Gli investitori sembrano aver metabolizzato le buone figure arrivate ieri dalla manifattura cinese e statunitense e apprezzano la contemporanea complicità delle Banche centrali che hanno adottato una stance accomodante nell'ultimo mese. Non esiste miglior mix per gli investitori al momento.
Il sentiment appare quindi timidamente incoraggiante sui mercati, nonstante la questione Brexit continui a complicarsi. Ieri il Parlamento britannico ha bocciato tutti i piani alternativi al deal di Theresa May che a questo punto potrebbe andare al voto nuovamente domani per la quarta volta. Ormai non c'è più tempo e una nuova bocciatura potrebbe seriamente compromettere il processo con eventuale nuovo prolungamento dei tempi, che a questo punto serviranno per tornare alle urne. Vale la pena sottolineare che ieri l'opzione di un accordo con permanenza nell'unione doganale è stato bocciato con soli 3 voti di scarto, potrebbe essere questa una chiave di volta interessante in grado di modificare gli equilibri.
Sui mercati, il dollaro sembra aver ripreso vigore nelle ultime due sedute con il cambio eurusd che è sceso sotto 1,12 per la seconda volta quest'anno. Il cambio risente delle difficoltà dell'eurozona, mentre l'economia statunitense sembra essere più resiliente a questo rallentamento, probabilmente grazie ancora agli effetti della riforma fiscale di Trump. Ad ogni modo il trend di lungo periodo rimane ribassista e una eventuale rottura di 1,11 potrebbe riaprire a un ritorno verso 1,08. Male anche la sterlina che sta ripiegando verso 1,30 contro dollaro, man mano che il tempo passa. Sebbene lo scenario di una Brexit più morbido prevalga, gli investitori sembrano tornare a considerare uno scenario hard, le cui probabilità salgono a piccoli passi.
Non si arresta l'ascesa del petrolio, che sta apprezzando sia il taglio della produzione dei Paesi OPEC a marzo che le nuove possibili sanzioni all'Iran e i problemi del Venezuela.
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