Pil Usa batte le attese: vola a +3,2%. Bene consumi ed investimenti d'impresa
Dati preliminari oltre le attese per il Pil del primo trimestre Usa: +3,2% contro un precedente 2,2% (rivisto dal 2,6% inizilmente annunciato). Fanno bene la spesa per consumi, l'export e gli investimenti d'impresa. Giù l'import.
Pil trimestrale a stelle e strisce positivo a +3,2% e al di sopra delle sopra le attese tra il 2 e il 2,5%, dopo la revisione dello scorso trimestre, che ha ridimensionato la crescita americana del quarto periodo 2018 dal 2,6% inizialmente annunciato, al 2,2%. Sono questi i dati preliminari pubblicati oggi dal Bureau of Economic Analysis.
Se tendenzialmente i dati relativi al primo periodo dell’anno risultano essere i meno entusiasmanti, la rilevazione attuale arriva in un momento delicato non solo per l’economia americana, al test dei risultati macro e dei conti trimestrali, ma per l’economia di tutto il mondo, la cui crescita è stata rivista a ribasso in maniera generalizzata. A pesare sulle stime future, le tensioni internazionali a livello commerciale e geopolitico ed una minore liquidità in circolazione (legata alla politica più stringente adottata da alcune delle principali banche centrali mondiali, Federal Reserve in primis).
Al momento, l’economia a stelle e strisce si presenta come l’alternativa più solida del mercato, condizione che ha spinto gli investitori nelle scorse sedute a scegliere il dollaro come porto sicuro, con conseguente rialzo del biglietto verde sul paniere delle principali valute mondiali.
Secondo quanto si apprende dal comunicato del Bureau of Economic Analysis, l'aumento del PIL reale è riflesso dell'aumento della spesa per consumi, delle scorte, delle esportazioni, della spesa pubblica e degli investimenti d’impresa, parzialmente compensati da una diminuzione delle abitazioni e dal calo dell’import.
Al centro della spesa per consumi, l’aumento dei servizi per l'assistenza sanitaria. Relativamente alle scorte, hanno contribuito in positivo i beni non durevoli. Da ultima, la spesa pubblica che, lasciato da parte il periodo di shutdown federale che ha paralizzato l’amministrazione statunitense da fine fine dicembre a gennaio inoltrato, ha beneficiato di una ripresa degli investimenti in strutture.
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