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Torna a suonare l’allarme sul settore auto, questa volta non per eccesso di emissioni, ma per il taglio del personale.
Jaguar Land Rover (JLR): taglio del personale e semplificazione
Sono circa 4.500 i posti di lavoro che Jaguar Land Rover (JLR) ha confermato di voler tagliare, che colpiranno in prevalenza i dipendenti del Regno Unito (40 mila in tutto) occupanti posizioni di ufficio. Il gruppo, che già lo scorso anno aveva alleggerito la forza lavoro di 1.500 posti, si prefigge di semplificare la propria struttura di gestione.
JLR sta affrontando diverse sfide, tra cui il crollo della domanda di auto diesel (legato anzitutto alle più severe limitazioni sulle emissioni varate dall'Europa) ed il rallentamento delle vendite in Cina, scese nel 2018 su minimi degli ultimi 20 anni. La casa d’auto ha inoltre lamentato l’incertezza legata alla Brexit e, in generale, alla tenuta del sistema britannico dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione (prevista il 29 marzo 2019). A ciò si aggiungono le sfide tecnologiche che l’industria automobilistica si trova ad affrontare a livello internazionale e ad una maggior concorrenza relativamente alla nicchia delle auto elettriche e a guida autonoma.
Il gruppo ha annunciato ulteriori investimenti nell'elettrificazione, con la produzione di unità a propulsione elettrica (negli stabilimenti inglesi di Wolverhampton) e il lancio di un nuovo centro di assemblaggio delle batterie (presso Hams Hall, Birmingham).
Il maggior produttore di veicoli del Regno Unito, di proprietà indiana (Tata), ha registrato una perdita al lordo delle imposte pari a £ 90 milioni nei tre mesi conclusisi il 30 settembre 2018, in netta inversione rispetto all'utile di 385 milioni di sterline dello stesso periodo lo scorso anno.
Complessivamente, le vendite di Jaguar Land Rover nel 2018 hanno raggiunto i 592.708 veicoli, in calo del 4,6% rispetto al 2017. Le vendite al dettaglio a dicembre sono scese a 52.160, in calo del 6,4% rispetto all'anno precedente, principalmente a causa del rallentamento in Cina.
Buoni i risultati di Jaguar, in crescita nel 2018 dell'1,2% a 180.833 modelli. Forte anche il mese di dicembre, con vendite in aumento del 7,2%. Male invece il mercato di Land Rover, con gli acquisti calati del 6,9% a 411.875, a causa del deterioramento delle condizioni di mercato in Cina ed Europa. A dicembre, le vendite del marchio sono crollate dell'11,4% (a 35.995).
Ford: tagli dei rami meno produttivi, ottimizzazione dell’attività
In analoga direzione si è mossa un’altra topo player del settore auto: la casa automobilistica Ford ha annunciato piani di alleggerimento, volti a riorganizzare ed ottimizzare le proprie attività nel Regno Unito e nell'Europa continentale. Attualmente, il gruppo non ha rilasciato alcuna cifra, ma, secondo indiscrezioni, potrebbero essere migliaia i lavoratori a rischio taglio
In attesa dell’incontro coi sindacati, che permetterà di tirare le fila sulle misure e sui numeri che interesseranno il piano di riduzione dei costi, il gruppo concentrerà la propria attenzione sui modelli più redditizi, valutando l'uscita dai mercati meno redditizi e destinando gran parte delle proprie risorse allo sviluppo della tecnologia elettrica e ibrida.
L'azienda si espanderà inoltre verso il settore dei veicoli commerciali (business), una delle tre nuove divisioni che saranno create, assieme a quella dei veicoli passeggeri e veicoli da importazione. Obiettivo del gruppo è il raggiungimento di un margine operativo del 6% in Europa, mercato fortemente penalizzato dall’acuirsi delle disposizioni sulle emissioni di CO2 per i veicoli diesel.
Steven Armstrong, a capo di Ford Europe, ha dichiarato che l'azienda "ha bisogno di analizzare le parti del business che non sono state redditizie", una mossa che, a detta dello stesso, non originerebbe dalla decisione del Regno Unito di uscire dall’Ue. "Questo non è un problema di uno o due anni" ha spiegato lo stesso, aggiungendo però che, se la Brexit dovesse muoversi nella direzione sbagliata, il gruppo dovrà valutare nuovamente come mitigare gli effetti negativi.
I profitti di Ford Europa nel 2018 sono diminuiti dell'82%, in parte a causa del calo della sterlina dovuto all’incertezza sulla Brexit. Il trend a ribasso registrato da Ford lo scorso anno segue una sottoperformance che, tuttavia, ricorre ormai da anni
L'annuncio del taglio potrebbe rinnovare le preoccupazioni sul futuro a lungo termine dello stabilimento di Bridgend (Galles), uno dei due del Regno Unito assieme a quello Dagenham, a est di Londra.