Toto banche centrali: Fed e Bce più accomodanti rinfrancano i mercati
Federal Reserve meno incline ad alzare i tassi d'interesse nel 2019; mercoledì i verbali del meeting. Attesa la Bce il 7 marzo: Draghi verso una nuova asta Tltro? A Pechino crescono i prestiti finalizzati all'investimento.
Banche centrali più inclini a sostenere l’economia globale e nuova speranza sulle trattative commerciali Stati Uniti-Cina, pronte oggi ad un nuovo incontro per trovare un accordo che scongiuri l’innesco di una nuova tranche di dazi a partire dal primo marzo.
Alla luce di un rinnovato ottimismo, i mercati azionari asiatici hanno chiuso positivamente la prima giornata di contrattazioni: Hong Kong ha guadagnato circa l’1,7%, Shanghai ha chiuso ben più in alto, oltre il +2,5%. Bene anche Tokyo, con un +1,80%.
Economia cinese: nuovi stimoli in cerca di segnali
In attesa di conoscere in che modo le due maggiori economie al mondo decideranno di mettere un punto alla diatriba che, nel corso del 2018, ha penalizzato i mercati finanziari nella loro interesse (colpendo oltre 360 miliardi di dollari di beni cinesi ed americani), i dati di gennaio sui nuovi prestiti concessi da Pechino sono saliti ad un massimo storico di 3,23 trilioni di yuan (477 miliardi di dollari), una rilevazione che fa presumere un miglioramento della dinamica degli investimenti nel 2019 ed una stabilizzazione del ciclo economico a partire dal secondo semestre.
A seguito degli incontri tenutisi la scorsa settimana, gli stessi che hanno portato il presidente Donald Trump a dichiarare che i negoziati “stanno proseguendo bene”, il maggior nodo da sciogliere resta quello sulla tecnologia e sul furto di proprietà intellettuale americana da parte del Dragone. Ambedue le parti sembrano avere buone ragioni per voler arrivare ad un accordo, sebbene non sia da escludere che la presa di posizione da parte di qualcuno faccia sfociare i progressi in un nulla di fatto, cosa che innescherebbe il rialzo delle sanzioni dal 10 al 25% su 200 miliardi di dollari di beni cinesi.
Federal Reserve e dinamica di aumento tassi
A sostenere i mercati finanziari nei periodi a venire dovrebbero però essere le banche centrali: mentre Pechino punta sui crediti finalizzati all’investimento, secondo anticipazioni emerse internamente all’istituto centrale americano, la Federal Reserve sarebbe sempre meno intenzionata ad incrementare i tassi d’interesse nel corso del 2019. La presidente Fed di San Francisco, May Daly, ha riferito nelle scorse ore che se l’economia dovesse evolversi secondo quanto stimato, con una crescita pari al 2% anno su anno ed una inflazione dell’1,9%, non c’è alcun motivo per aumentare il costo del denaro. E’ però ancora presto per giudicare il percorso da adottare.
Mercoledì la Fed rilascerà i verbali dell'ultima riunione, che potrebbero fornire maggiori indicazioni sulla politica dell’organo centrale a stelle e strisce.
Bce ferma sulla sua linea. Una nuova Tltro?
Dal canto suo Olli Rehn, dalla Banca centrale europea, ha dichiarato domenica ad un quotidiano tedesco che i recenti dati provenienti dal fronte macro indicano un indebolimento generalizzato dell'economia nella zona euro e che i tassi di interesse rimarranno al livello attuale fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi di politica monetaria.
L’attesa dei mercati è però ora tutta rivolta a ciò che verrà annunciato il prossimo 7 marzo nel corso della seconda riunione Bce del 2019, quando il Governatore Mario Draghi potrebbe paventare l’eventualità di un nuovo round di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Tltro) mirato a sostenere i prestiti bancari.
Il rischio di un istituto centrale più accomodante ha visto l'euro toccare venerdì il minimo da tre mesi (in area 1,1288 contro dollaro), prima di rimbalzare sui commenti accomodanti della Fed.
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