Ultime notizie dalla Brexit: nuovo no dal Parlamento all'accordo May. Quali sono i prossimi passaggi?
Terza sconfitta per Theresa May. Sfuma la proroga al 22 maggio. Nuova fase di trattative lunedì alla Camera. Resta l'ipotesi no-deal al 12 aprile. Rinegoziazione, referendum bis ed elezioni UK possibili solo con voto alle europee.
Terzo no dalla Camera dei Comuni all’accordo May. Il Parlamento inglese rifiuta così formalmente la possibilità di una proroga di medio termine al 22 maggio, senza cedere al compromesso di un voto di favore al testo concordato dalla Premier inglese assieme con Bruxelles. Il Consiglio europeo aveva concesso sul finire della scorsa settimana la possibilità al Regno Unito di scegliere tra due vie: una scadenza più breve al 12 aprile qualora il deal di Theresa May non fosse passato; una scadenza più lunga al 22 maggio qualora i deputati avessero mostrato l'appoggio ad un testo comune.
Effetto Brexit sulla sterlina: bene EUR/GBP
Rapida la reazione della sterlina inglese, che ha iniziato a perdere terreno appena prima che il voto fosse reso noto, in scia ad indiscrezioni interne che già parlavano dell’ennesima sconfitta per Theresa May, per un totale di circa 50 voti. Il cambio euro/pound è arrivato a toccare un massimo di giornata in area 0,8650, poi ristabilendosi poco sopra 0,8610.
Numeri alla mano, 286 parlamentari contro 344 hanno votato a favore del deal, confermando la linea dura di una Camera che, più che essere ferma sui suoi passi, sembra non avere del tutto una meta, un piano ed una direzione. Un concetto ribadito dalla stessa May qualche istante dopo che lo speaker, John Bercow, le ha conferito diritto di parola: “Questo Parlamento ha votato no al no-deal, no al no-Brexit, no ad ogni proposta alternativa suggerita mercoledì, no a questo accordo…”. Considerati i no registrati nelle ultime settimane dagli emendamenti che proponevano un referendum bis, le strade che si aprono sulla Manica sono davvero poche.
Brexit: cosa succede ora? Le opzioni inglesi
L’appuntamento passa quindi a lunedì primo aprile, quando il Parlamento dovrà cercare di venire a capo su alcune delle proposte fatte e rigettate nel più recente passato. Se i deputati riuscissero a delineare una chiara strategia di uscita alternativa a quella dell'accordo, la parola passerà a Theresa May, che a sua volta dovrà decidere se accettare o meno il nuovo piano.
Nel caso in cui i lavori di lunedì non portassero ad alcuna conclusione, agli inglesi si aprirebbero tre strade: la prima, quella della hard Brexit, un’uscita dall’Unione senza accordo il prossimo 12 aprile; la seconda, la possibilità di cancellare la Brexit dietro l’approvazione della Camera; la terza, che, anzitutto, imporrebbe al Regno Unito di partecipare alle elezioni europee del 23-26 maggio, in secondo luogo, aprirebbe la scelta su una delle seguenti strade: elezioni generali inglesi, nuova fase di rinegoziazione con l’Europa, nuovo referendum britannico o quarto, ennesimo, voto all’accordo May.
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